Buon compleanno Gaio
Missiva pubblicamente personale
Grazie vita, per avermi regalato un altro compleanno da festeggiare: si apprezzano di più con l’età.
Grazie anche al fisico che sembra avere un minimo di misericordia nei miei confronti e al cervello che, pur mantenendo la stessa memoria da pesce rosso di quando ero ragazzo, si gode ancora a nutrirsi di libri, di conoscenze e si inebria festoso ogni volta che invece dell'iscrizione alla bocciofila gli propongo l’esplorazione di nuove strade montane.
Questo scritto ha un piccola tradizione: da quando ho iniziato la libera professione mi regalo un post all'anno, da Giano Bifronte, in cui faccio due cose che altrimenti sconsiglio caldamente dal punto di vista professionale.
- Primo parto a scrivere, per cui eseguo un progetto, senza rete: senza una traccia, una meta, un obiettivo iniziale.
- Secondo mi concedo l’abbandono, per me faticosissimo, dal controllo sul mio dire e sul mio fare.
Allo scoccare del compleanno pensi al passato, inevitabile e conti i tuoi anni davanti allo specchio, in basito stupore che quello sia tu.
In giovinezza oggi mi sarei visto vecchio, lo erano i sessantenni che vedevo allora: in pensione e con vita verso la foce per me, che trentaduenne spavaldo iniziavo la mia carriera di manager.
Poi le ali del tempo hanno battuto veloci ed ora mi circondano ragazzotti imberbi, di trent'anni o giù di li, che credono di sapere tutto del mondo e… un po’ lo sanno davvero.
Perché è dei giovani la luce del futuro, il renderlo magnificenza anche per coloro che solo parzialmente hanno realizzato i sogni di un mondo “che ormai stai cambiando”. Ed è un privilegio fare il “maestro” per alcuni/e di loro e vedere che spalancano meglio i loro cuori e partono verso un cielo più blu dei miei ricordi in bianco e nero.
Perché insegnare non lo si fa alle menti, quella è solo la base: forse mi illudo ma quando parlo di marketing nei miei corsi, le regole di Kotler, Ries, Godin etc. per me diventano solo la base di una ricerca più profonda, quella che, mutuando un tema del mio caro maestro Piero Bestaggini, definisco atteggiamento TUcentrico verso il lavoro e la vita.
Lavoro e vita
Non sono un amante del lavoro, lo rispetto ed eseguo, nella mia vita è stato una costante in cui le ore dedicate non avevano alcun limite impiegatizio, ma anche una ricerca di felicità. Abbastanza riuscita e con inevitabili rimpianti, che ricco poi non sono diventato, ma mi ha donato una buona vita economica, la possibilità di crescere quattro figli e concedermi qualche “ piccola gioia” di lieto stupore.
Il lavoro è sempre stato, dal lato egocentrico, la risposta al mio desiderio di comprare una casa, una ampia libreria, una bella moto o cogliere fugace soddisfazione al mio desiderio di essere considerato figo. Dall'altro nulla mi ha dato più gioia di quella voglia di insegnare, che mi ha accompagnato nella vita. Probabilmente la parte a me più cara e quella che mi ha regalato i sorrisi migliori.
Poi lo ammetto, ampie referenze sono a disposizione, non ho un carattere facile, sono fin troppo brusco a volte, e quando ho un obiettivo vi punto con tanta determinazione e scarsa diplomazia, che non è proprio il mio mestiere. Inoltre sono assai insofferente alla cretineria e ancor di più all'ignoranza, perché se la prima può anche essere innata la seconda è sempre una scelta.
Leggi! Ascolta! Pensa! Confrontati! Cavolo ce ne sono un sacco di cose utili per crescere migliori.
Che poi a difetti sono messo discretamente bene pure io, come sanno le mie ex compagne di vita, ma non dico che:
Come sono l'ho scelto io e fortunatamente sono meno peggio oggi di ieri: questo regalo me lo sono fatto
Piccolo spazio al maestrino
Scherzi a parte alcune nostre caratteristiche fisiche ed intellettuali sono cardini su cui tutta la nostra vita si incentra, è nostro compito esistenziale, per renderla migliore, potenziare le positive e minimizzare le negative. A partire dalla banalità della bellezza fisica che, se ben gestita, aiuta vantaggiosamente uomini e donne nei rapporti lavorativi: non neghiamolo.
Non ce l'ebbi, ma fortunatamente credo alla teoria che afferma:
“Fino a 18 anni sei quello che hanno fatto i tuoi genitori, poi diventi quello che modelli da te”.
Senza entrare nella comunicazione non verbale, ferma il maestrino che è in te Gaetano, basta imparare a guardare il viso delle persone per capire chi è riuscito a dare gioia alla sua vita. E' sufficiente esaminare gli angoli della bocca per capire se sono abituati al sorriso, all’insù, o alla tristezza, con piega verso il basso.
Soffermare lo sguardo alla fronte della gente, per capire quanto le rughe siano causate dall'età o dalla mimica, forti rughe verticali non parlano di gioia, fissare con attenzione i loro occhi che ti guardano o sfuggono, per capire assai dell'altro, che ci è di fronte.
Esercizio che stupisce per la potenza della sua profondità.
Guarda questo video di Marina Abramovic per intenderci, io l'ho visto e rivisto. Stessa emozione sempre e goccioloni che mi scendono sulle gote.
Hai capito, riconosciuto nel video lo sguardo tra due persona che si sono amate nel passato ed allontanate da tanto? Il viso, gli occhi parlano di noi, molto.
Siamo noi a costruirci il viso percepito dagli altri e gli attori ne sono l’esempio, con la capacità sublime di variarlo e renderlo triste o attraente.
Torniamo però al tema: scrivere liberamente senza tema.
Adesso, dopo avere notato la mia istintiva capacità a dire che ho difetti e poi saltarne la descrizione a piè pari, apprezza il fatto che enuncio pubblicamente uno dei miei maggiori difetti professionali, ma anche personali: la sintesi eccessiva nell'ascolto.
(E vai con gli eufemismi, non ce la sia fa a volersi male noi).
Con la premessa fondamentale che sentire non è ascoltare, la prima si fa con le orecchie, la seconda coinvolge mente e cuore.
Parto da un fatto che purtroppo per me è acclarato: non ho meriti diretti, però madre natura mi ha regalato un cervello rapidissimo nel pensare ed elaborare i dati, che è vantaggio non da poco e contemporanea fonte del difetto di cui dicevo sopra. Perché quando ascolto le persone, quasi sempre in modo naturale e di alcuna fatica percepisco in breve tempo la conclusione a cui punta il loro ragionamento, e tendo a interromperli, ovvero: a dare l’impressione di non ascoltare.
Mi scuso qui pubblicamente di questo atteggiamento che può suonare sgradevole, l’ho fatto cento e più volte nel passato e pur se adesso spero di essere passato dalla decine alle unità, lo farò in futuro. Non per cattiveria o alterigia però.
E la mente e le dita si fermano ora.
Visto quando dicevo che serve un metodo in quello che fai e che anche quando scrivi devi avere una traccia da seguire?
Non so dove sono adesso, oppure si, un po’ troppo vicino al me stesso bambino, che quando salta fuori è una birba inarrestabile, ma che raramente mostro in pubblica piazza, pur se virtuale.
Ecco quindi cosa è successo, questo post vergato sino a qui di getto ha ora una pausa in cui la mente e l’istinto professionale tornano a prendere sopravvento e dicono al vecchio Gaio – sempre io, ma per chi mi è intimo – che è ora di fare la chiusa e ringraziarti per gli auguri che mi regalerai.
Basteranno gli occhi chiusi un instante e un pensiero di cuore per renderli magnifici.
Dunque ed infine
Tre scuse ed un ringraziamento.
Chiedo scusa a chi professionalmente mi ha trovato qualche volta troppo saccente, ancor di più agli amici che non ho abbracciato come meritavano e a “lei” che lo sa che sono scemo, ma non cattivo.
Ringrazio infine chi si ricorda di me con un sorriso e auguro a tutti di ritrovarci a scrivere e leggere “d'amore, di morte e di altre sciocchezze” anche nel 2021
Felice vita a tutti, a quelli che già sono sulla buona strada e a quelli che camminano ancora.
Ricordando che l’importante non è camminare tanto: è sapere dove andare.
Un abbraccio, a presto vederci
Gaetano
Intervista a Simone Giacobbe: Dental Office Manager
Perché l'intervista a Simone
La premessa a questo post è che da qualche anno Serimedical, l’azienda di Renzo Revello specializzata nella formazione e nella consulenza in campo odontoiatrico, mi ha chiesto di partecipare al suo team per l’area marketing.
Ho accettato con piacere per due motivi: primo perché la ritengo la realtà in assoluto migliore nel suo ambito, secondo perché oltre a Renzo Revello ho scoperto anche alcuni colleghi di cui ho ampia stima.
Uno di questi è Simone Giacobbe, che si occupa della formazione per i D.O.M..
D.O.M. sta per Dental Office Manager ed è una figura strategica per qualsiasi intervento serio nell'area extra clinica dello studio. Quella che gestisce “l’impresa”.
Senza entrare in logiche da grande clinica, dove il D.O.M. ha con se anche una figura di supporto per la parte gestionale di back office, il D.O.M. è colui che segue il paziente in tutta la sua vita odontoiatrica non clinica: presenta il preventivo, redige gli accordi di pagamento, supporta il paziente nella parte amministrativa, nella gestione delle convenzioni e dei finanziamenti.
L’intervista a Simone è molto interessante per capire di che collaborazione, con che capacità e competenze, ha bisogno il titolare di un studio per essere efficiente, anche nella parte Vendita ed Organizzazione.
Quello che è certa è una necessità: l'area extra clinica deve essere gestita con competenza e non si può chiedere al clinico di occuparsene a livello operativo.
Deve trovare un valido collaboratore: il Dental Office Manager.
Poi farlo "addestrare" da specialisti competenti come Simone.
Buongiorno Simone e grazie per questa chiacchierata
Buongiorno a te Gaetano e grazie per l’opportunità che mi dai, parlare di managerialità anche in uno studio odontoiatrico è per me molto importante.
Innanzi tutto vuoi presentarti? Sei un ingegnere, corretto?
Si ho conseguito prima la laurea triennale poi quella magistrale sempre in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Esperienza in cui ho forgiato una mentalità analitica e metodica nella soluzione delle complessità.
Come sei entrato in contatto con il mondo del dentale?
La mia realtà lavorativa è iniziata dalla gavetta, ho lavorato in Selex, in Costa crociere, in Bombardier sempre ricoprendo ruoli con profilo tecnico-commerciale, dove il mio agire era tutto rivolto al cliente, alla sua soddisfazione, alla risposta alle sue esigenze.
Al dentale ci sono arrivato per un antefatto, dal 2002 ho iniziato un’attività di volontariato presso una Pubblica Assistenza, la Croce D'Oro di Manesseno, all'interno della quale sono cresciuto, anche professionalmente, fino a diventare istruttore del 118 Genova Soccorso e docente presso ANPAS Liguria: dove a tutt'oggi tengo corsi di primo soccorso con rilascio autorizzazione all'uso del defibrillatore esterno semiautomatico DAE.
Quando ho letto che una centro odontoiatrico di Genova cercava un D.O.M. (Dental Office Manager) mi si sono illuminati gli occhi: potevo unire la mia passione per la medicina alla mia esperienza di organizzazione ed al mio spirito commerciale.
Sono quindi un po’ di anni che lo frequenti, lo trovi in evoluzione?
In evoluzione a dir poco, è un mondo che cambia quasi quotidianamente sia nel suo aspetto interno clinico, basti pensare all'ambito digitale, sia a livello di pazienti nei quali la cultura del dentista inizia finalmente a radicarsi ed amplificarsi. Poi ovviamente sono arrivati i network che hanno contribuito a cambiare la stessa immagine del “dentista”.
Il network ha portato con se soprattutto un'organizzazione aziendale, come la vedi?
Il pro dell’avvento dei network e che questi hanno sensibilizzato le persone al dentale, hanno aperto un varco in un argomento che era quasi tabù fino a pochi anni fa, un lungo periodo storico in cui uno andava dal dentista e nemmeno riceveva un preventivo, eseguiva una cura, pagava (non sempre) e via. Oggi il paziente è più informato, è educato e lo studio per offrire un servizio migliore deve dedicarsi a lui in tutte quelle che sono le sue esigenze, cliniche ed extra cliniche.
Il contro è che nella proposta dei network manca il fattore umano, la sensazione di essere in famiglia. Il complimento più bello che sento da parte del paziente è quando afferma che qui, nel nostro studio, si sente come in una seconda famiglia, addirittura ci sono persone che sono contente di venire dal dentista: utopia. Noi siamo un grande centro odontoiatrico al quale non manca nulla rispetto le catene, dal punto di vista tecnico ed organizzativo, ma abbiamo una marcia in più: il rapporto personale con il paziente.
Come può uno studio di piccole dimensioni contrastare un network?
Primo deve, inevitabilmente, crescere, poi organizzarsi. Io sinceramente credo che i veri concorrenti non siano i network con le loro enormi insegne pubblicitarie, quelle non funzionano nell'ambito della salute. Funziona il passaparola, è quella la migliore forma di marketing. La vera concorrenza è tra i vari modelli di business e lo studio si deve organizzare per investire nei suoi punti critici, per differenziarsi dagli altri e creare valore, un valore che venga percepito dai suoi clienti affinché questi a loro volta facciano pubblicità indotta! Parliamoci chiaro, solo il 9% dei pazienti va nelle catene. È un problema, ma non il problema principale.
Sinteticamente di cosa parli nei tuoi corsi?
Affronto i due argomenti basilari, l’organizzazione e la vendita, come differenziarsi, creare valore, saper comunicare al paziente, accompagnarlo e farlo sentire attivo nella sua decisione di curarsi, di stare bene. Inoltre il paziente deve essere affiancato anche nel piano economico, trovando la giusta soluzione di pagamento.
Cosa serve per diventare un buon D.O.M.?
Capacità e competenza. La capacità perché bisogna credere in quello che si fa, la competenza perché è importante saper comunicare in modo convincente al paziente e non parlargli solamente, altrimenti sceglierà la concorrenza e non noi. Per fare questo bisogna partire da lontano, addirittura dal sapere come rispondere correttamente al telefono che, credetemi, non è così banale.
Regalaci un consiglio concreto: una leva per gestire meglio i preventivi?
Empatia in primis, bisogna entrare in sintonia con il paziente e saperlo ascoltare per andare a ricalcare le sue esigenze e dare così una risposta condivisibile. E l’empatia non può essere un bluff, ma deve essere reale o il paziente se ne accorge subito.
Nei miei corsi di marketing io affermo che uno studio odontoiatrico prima di tutto ha bisogno di applicare un metodo operativo, poi di fissarsi un obiettivo di budget. Condividi?
Certo un D.O.M. deve avere obiettivi ben precisi, anche economici. Come dici tu nel tuo corso “meglio un obiettivo sbagliato che nessun obiettivo”. Senza obiettivi non si arriva da nessuna parte, ma l’obiettivo primario deve essere uno, la convinta soddisfazione del paziente.
Ultima D.O.M.anda: vi è una raccomandazione che fai sempre alla fine di un tuo corso?
Direi di si, quella di lavorare con passione, di pensare al fatto che non stiamo curando dei denti ma stiamo curando delle persone.
Grazie Simone, come al solito sei stato concreto e stimolante, a presto vederci
Piccolo spazio pubblicità.
Fate formazione a chi vi deve aiutare nel gestire al meglio l’area extra clinica e farvi operare in pace, da medici. I corsi di Simone sono sempre ultra apprezzati, vanno esauriti rapidamente, qui il link al prossimo.
Oppure fai prima e fatti spedire il programma chiamando direttamente in Serimedical.
Il postino dentale - nr.4
Provare non costa
Chi ci “prova” sono solo i dilettanti o i grandi professionisti.
I primi perché non hanno metodo ed affrontano l’ostacolo senza preparazione, i secondi perché il metodo lo hanno assimilato in modalità “inconscio”, ma non se ne accontentano e ipotizzano scenari nuovi e diversi per raggiungere il loro obiettivo.
Nella "prova" chi corre il rischio di rimetterci maggiormente sono i dilettanti, anche perché spesso fanno conto su loro competenze immotivate, effetto Dunning-Kruger .
Eppure il nostro ego ci porta spesso sulla strada del:
Io ci cado ogni volta con i lavoretti di casa che si trasformano costantemente in tempo buttato e, quando va bene, risultato approssimativo.
(Poi però chiamo l'elettricista o l'idraulico, che di continuare ad errare....)
D'altro canto fin troppi dentisti diventano i responsabili marketing del loro studio dopo aver seguito un corso fatto da un collega odontoiatra.
Non funziona così.
O perlomeno non funziona bene.
Ad ognuno il suo lavoro.
Lo insegna il vignaiolo
Per riuscire in un impegno ci vuole tempo. Come in questa storiella che cito spesso nei miei corsi e riporto anche nell'ultimo libro Marketing TUcentrico (NDR questo l'ho aggiunto nel 7/2022)
C’era una volta qualche tempo fa, un ricco imprenditore che voleva differenziare la sua attività ed entrare nel business del vino, per cui diede l’incarico al suo consulente marketing di trovargli la migliore cantina della Valpolicella, per poterne carpire il segreto.
Una volta individuata, i consulenti marketing se ne intendono sempre di vino, vi si reca, incontra il titolare e gli chiede di poter degustare Valpolicella, Ripasso e Amarone.
La degustazione risulta ovviamente eccellente, per cui l’imprenditore con modo angelico chiede:
“Senta, ma lei mi spiega come fa ad ottenere del vino così straordinario?”.
Il nostro vignaiuolo è bravo e, come tutti quelli veramente bravi, non ha problemi a parlare del suo mestiere, per cui spiega:
“Guardi in realtà è molto semplice.
Lei deve acquistare una bella vigna, in una posizione adatta e con viti di riconosciuta qualità, come la Corvina che è alla base del mio Amarone.
Poi deve costruire una buona cantina, anche qui le regole sono semplici, importante è che vi siano sopratutto la giusta temperatura e la corretta umidità.
Poi compra le macchine per lavorare l’uva, ce ne sono tante di buone in Italia e soprattutto deve acquistare dei tini veramente ottimi, io li prendo in Francia.
In fine ci aggiunga vent'anni di esperienza e vedrà che il suo vino sarà buono come il mio.”
Io sorrido ogni volta alla battuta finale, perché nella mia lunga attività di coach in marketing odontoiatrico fin troppo spesso mi incontro, o mi scontro, con la convinzione che basti spendere un “pacco” di soldi per ottenere il risultato voluto.
Le risorse materiali servono, ma non bastano.
SOLDI: li fa il passaparola
Lo sai, la mia attività principale non è fare corsi, ma operare sul campo, nelle consulenze di management e marketing ad aziende ed odontoiatri.
Trovando, nel 90% dei casi che comunque il “dentista” non è più fermo come nel passato, ma ha messo in pista una serie di attività basiche di marketing lette, sentite in giro, copiate da altri colleghi.
Spesso realizzate in collaborazione con un amico, il "cuggino" (nel senso che gli da Elio) o un cliente con cui si è "barattato" un accordo di scambi favori e cure.
(Quanti siti banali sono nati così! Con testi copia e incolla e nessuna personalizzazione).
Brave persone che certamente hanno concesso prezzi di favore, ma che comunque direttamente o indirettamente si sono fatti pagare (e se non l'hanno fatto temo che sia stato un lavoro di poco tempo, valore, fatica).
Anche nel marketing servono metodo e competenza ed esperienza.
Esiste certo il caso fortunato, ma nella maggioranza dei casi sono stati soldi spesi in modo improduttivo: perché senza una strategia alla loro base.
E il perché è chiaro e ogni dentista lo sperimenta giornalmente.
Non si può eseguire una cura odontoiatrica, non si può risolvere un problema senza questi presupposti:
- Devi sapere cosa c’è da fare (per cui serve prima di tutto saper eseguire una diagnosi)
- Devi sapere cosa fai (per cui devi essere competente in materia)
- Devi farlo ( e ti serve avere pratica ed esperienza)
Anche la mia consulenza strategica breve ha un fondamentale inizio: nella accurata diagnosi del singolo caso.
Non per ragioni morali etiche o simili, semplicemente perché poi non ottengo il risultato previsto.
FATICA: il facile non diverte
La fatica è insita in quel che non sai fare con abilità e sicurezza.
Io ricordo la fatica di quando sciavo male e la leggerezza di quando ho imparato; i voli che facevo a judo contro quelli più bravi di me e la fatica in matematica, mentale ma ancora ben ricordata.
Quando invece sei bravo è tutto assai meno faticoso per cui:
-
Fai quello che sei bravo a fare
Se vuoi non sprecare tempo, soldi e fare una gran fatica
-
Delega quello che ti serve, ma non sai fare
È assai più conveniente, redditizio e utile.
Ti stufa un’ora di endodonzia, trova chi ne è innamorato!
Vuoi fare il medico odontoiatra e non il commercialista, il consulente del lavoro o di marketing?
Trova chi sa fare bene queste attività, formiamo assieme una DOM che ti levi il peso dell'attività extra clinica.
Dedica il tuo tempo dove ti godi di più e guadagni maggiormente.
Facile tutto sommato vero?
POST SCRIPTUM
Con questi "postini" sto cercando di cogliere idee e suggerimenti in alcune frasi fatte, spesso ironiche, che ho raccolto.
Poi, se ti interessa una consulenza contattami, per te c'è comunque mezz'ora per una "chiacchierata amichevole" da effettuarsi su Skype o Zoom.
Non fai fatica, non spendi denaro e il tempo è poco in minuti, ma alto in redditività.
A presto sentirci
Gaetano
Cambio il mio corso di marketing
Due is mei che one
Sono anni ormai che, rinnovandolo costantemente, propongo uno specifico corso di marketing ai titolari di studio odontoiatrico ed alle loro DOM (Dental Office Manager).
Realizzando un incontro che mescola strategia ad azioni, seguendo l’antica saggezza del: prima di agire impara come fare.
Dal prossimo appuntamento il corso si evolve e migliora, concentrandosi soprattutto sulle esigenze delle DOM che hanno un sacco di problemi molto concreti da affrontare quotidianamente.
I titolari possono ovviamente partecipare, ma quello che interessa più a loro è l'aspetto di analisi e di strategia. Come farle e come trarne indicazioni operative.
Questa è tipica attività da consulenza individuale
Il cambiamento è tutta colpa del DOM (Dental Office Manager) la moderna figura professionale che si è imposta come la più efficace per gestire al meglio l’area extra clinica, liberando finalmente il titolare da molte incombenze operative e lasciandogli il tempo per seguire con più decisione la strada dei suoi desideri.
(Argomento che meriterebbe un approfondimento maggiore da parte di qualcuno migliore di me, perché non è così banale poter perseguire la propria felicità, sia essa professionale o personale, anzi dovrebbe essere lo scopo maggiore della nostra vita. Che questa abbiamo ed è meglio colmarla di felicità, anche nelle 8/ 10 tante ore al giorno passate al lavoro).
Ed il desiderio di un medico dentista credo debba essere soprattutto nel poter dedicare più tempo alla professione che ha prescelto, delegando ove possibile a persone esperte e di fiducia gli altri compiti operativi, che la complessità attuale della sua attività di libero professionista gli pone davanti come ineludibili.
Quindi anche il mio corso si adegua, cambia per soddisfare due esigenze differenti:
- Quella del titolare che vuole capire meglio come utilizzare il marketing per la “buona salute” del suo studio: vuole conoscere: ideale è la consulenza privata e personalizzata
- Quella del D.O.M. che deve trasformare le strategie dell’imprenditore in azioni concrete e che funzionano, per cui ha bisogno e desiderio di competenza nel “marketing aziendale applicato all’odontoiatria” che gli dia corretti strumenti per agire: qui il corso è invece indubbiamente il primo passo.
Perché lo sai, lo applichi ogni giorno nel tuo lavoro: esiste una profonda differenza tra la analisi e decisione strategica, che sempre deve vederti come attore principale e l’operatività corrente, che può e deve essere delegata.
Per questo faccio due attività separate per titolare (consulenza diretta) e DOM (corso): per dare mezzi e strumenti adatti ad ognuno.
Imprenditore e D.O.M. sono due mestieri diversi
L’analisi e strategia
Sono le scelte che spettano al titolare, coach e consulenti servono solo ad aiutarne l’emersione, perché esse sono il cardine su cui ruoterà in seguito tutta la tattica operativa. Alla loro base rimane sempre la prima grande scelta imprenditoriale: la formalizzazione della Vision aziendale. Momento catartico per il titolare e guida costante per il team.
Il marketing ti aiuta nel definire la tua Vision, che futuro vuoi costruirti, basandola non più solo sulle tue capacità imprenditoriali innate, ma fortificandola con una competenza anche nell’area extra clinica.
L’operatività
Sono le azioni SMART, per usare un conosciuto acronimo, quelle che concretizzano le idee e le trasformano in fatti, in azioni. Questo compito non deve e non può gestirlo il titolare: ha impegni più gravosi e anche più redditizi per l’economia dello studio.
L’operatività nel marketing la deve eseguire il D.O.M. (Dental Office Manager) che non è solo un nome più fighetto da affidare alla solita segretaria, ma è un cambio preciso di passo strategico.
È il riconoscere che oggi lo studio mono professionale è in profonda crisi d’identità e ha bisogno di fornire ai possibili nuovi pazienti delle ragioni attrattive diverse e più potenti.
Rispetto ad un passato in cui non esistevano la concorrenza dei network, delle grandi cliniche private e di un competitor ad ogni angolo.
Per questo due è meglio di uno
Per questo il mio corso, nato quando bastava applicare un po’ di sano Marketing 2.0 per avere successo, si è progressivamente ampliato per cercare di fornire “idee + azioni” fino alla scelta inevitabile di scinderlo per renderlo ancora più efficace.
Realizzando una consulenza Marketing 4.0 specifica per i titolari, chi deve decidere, ed un corso con molti più ausili operativi, dedicato ai D.O.M. a chi deve acquisire abilità tecniche specifiche del “fare” marketing.
Non bastano l'impegno o le capacità naturali per fare bene il lavoro di manager in uno studio odontoiatrico e liberare il titolare dalla attività corrente: servono anche competenze, serve formazione.
D'altronde chi come l'odontoiatra è abituato al fare, ad eseguire prestazioni cliniche in prima persona, ben conosce l’importanza fondamentale di una solida cultura teorica prima dell’agire. Perché è la stessa competenza che spesso viene usata per capire o guidare il lavoro dei propri collaboratori meno esperti.
Il corso per DOM
Nel corso di marketing "Vincere la concorrenza: la tattica" riservato alle DOM condividiamo un metodo ripetibile di azione, per installare anche nel tuo studio una prassi operativa efficace e sotto tuo controllo.
Andiamo inoltre a scoprire assieme i momenti cardine insiti nella “prima visita” di un nuovo paziente, confrontandoli con l’operativa attuale del tuo team ed infine ci avviciniamo alle regole base della comunicazione via web: perché sono semplicemente nuove e non impossibili da capire.
Insomma poniamo però le basi del gestire.
Perché il tuo Dental Office Manager non deve più essere un mero esecutore di ordini, ma finalmente un collaboratore pensante che propone e gestisce: un manager.
Per cui il corso prende una strada molto pratica in cui vengono esaminate le varie azioni necessarie su:
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Come migliorare la comunicazione interna ed esterna allo studio
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Come gestire la produzione di attività promozionali e pubblicitarie
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Come applicare all'intero studio una filosofia marketing oriented
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Come creare una significativa “customer experience” con il paziente
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Come realizzare una prima visita efficace
Attività che richiedono un uso abbondante di capacità, competenze, cervello e cuore.
Richiedono un capo che però capisca quello che succede: serve a molto poco un corso per il tuo D.O.M. se prima non ci sei tu a conoscere e dare le linee guida.
Richiedono poi un manager che operi potentemente per il bene dello studio.
(Che di collaboratori bravi nel criticare ve ne è sempre tanti, ma nel fare non è che ce ne siano poi molti; se lo trovi tienilo stretto ed aiutarlo a crescere).
Al dentista non conviene fare il manager
Di studi odontoiatrici ne ho visti centinaia e sono diventato drastico in materia:
Il dentista non deve fare il manager
Primo perché ha già due occupazioni più importanti: è già assai difficile essere un bravo clinico ed è molto complesso diventare un buon imprenditore, come impegno bastano ed avanzano.
Secondo: perché non gli conviene. Non è questo il ruolo in cui il titolare è maggiormente redditizio per lo studio. Anzi lo ritengo una spreco di capacità e risorse.
Rende molto di più fare bene il tuo mestiere che benino quello altrui.
Affidare l’operatività ad un manager ha invece notevoli vantaggi: la segue, cura e esegue meglio.
Perché, una volta acquisite le regole e le competenze necessarie, è dal fare quotidiano e nella esperienza costante che le abilità personali trovano la linfa per crescere e migliorare.
La sintesi conclusiva
Iniziamo a creare successo?
Oggi competere non è una scelta è una realtà ineludibile in cui per vincere bisogna essere molto bravi, non più solo per le capacità cliniche, che rimangono però basilari, ma anche per quelle imprenditoriali.
Il marketing è lo strumento che comprende queste capacità e le fa conoscere ai “clienti” potenziali attraendoli verso di te.
Il marketing ha bisogno di decisioni, di strategia, di comprensione dei suoi meccanismi per sfruttare al meglio le potenzialità del tuo studio: per cui tu lo devi conoscere almeno nel suo vocabolario di base. Lo si vede assieme elaborando il piano strategico del tuo studio.
Fare marketing è invece un mestiere che ha delle precise regole e delle azioni da compiere, queste devono essere delegate a chi le possa gestire con costanza ed abilità: al Dental Office Manager.
Per questo il tuo studio ha bisogno di competenza diffusa per vincere.
Hai bisogno di almeno una spalla forte nel tuo team.
Per questo prima ancora di iscrivere il tuo DOM al corso propongo sempre di conoscerci, parlarci un po’, personalmente se possibile o su Skype se la lontananza lo rende difficoltoso: aiuta molto a capire se questo è il primo passo giusto per te.
Per questo dopo il corso il tuo DOM avrà sempre un amico che, sui social o individualmente, è pronto a fornire buoni consigli o tu un coach che può aiutarti a proseguire il tuo cammino in modo ancora più efficace e redditizio.
Perché le cose funzionano quando ci metti testa, cuore e anche tempo.
Grazie per la visita, a presto vederci