Elogio del compromesso
Premessa
In uno dei miei ultimi post ho fatto un’asserzione che forse ha necessità di qualche chiarimento in più.
Affermavo questo, con lieta noncuranza:
Mia personale convinzione è che impostare la propria vita per fare quello che ci piace sia molto limitativo ed alla fine colmi solo parzialmente il cesto dei desideri, forse per il fatto che vi vedo una un egocentrismo al cui valore non credo.
Il presupposto di base è che non siamo soli, la nostra vita si svolge costantemente in mezzo ad altre persone e con loro interagisce.
Vittoria
Fare sempre quello che ci piace è considerato una vittoria.
Nessuno nega il piacere della vittoria, io dopo decenni ricordo ancora quell’unica partita di pallone vinta con due miei gol. Però la gioia vera della domenica era il dopo partita con gli amici e le ragazze in pizzeria.
Cerco di non essere troppo “tra le nuvole” e ti chiedo invece di pensare ai momenti veramente belli della tua vita: sono davvero quelli in cui hai fatto ciò che ti piace o quelli in cui hai condiviso un’emozione?
Vincere senza nessuno che partecipi alla nostra gioia è davvero così bello?
Era la voglia di vincere a scandire negli anni il braccio di ferro che facevo con mio figlio o la complicità di una gara tra scherzo e sforzo che trovava in se stessa il suo essere memorabile?

Compromesso
La parola compromesso viene vista con accezione negativa da tutti quegli uomini o donne alfa che perseguono sempre la loro vittoria.
Ma il compromesso è un atto nobile, addirittura d’amore in alcuni casi, in cui ognuna delle parti rinuncia a qualcosa per il bene comune.
È una promessa d’incontro.
È l’egocentrismo, voglio fare quello che mi piace, che scopre un livello superiore di soddisfazione: siamo felici entrambi.
È quello che io definisco Tucentrismo: la ricerca razionale di tutti gli ostacoli che rallentano o bloccano il rapporto positivo con gli altri, che in bella sintesi Thomas Harris definisce:
Io sono OK tu sei OK
Questo sforzo conscio crea il presupposto per l’eliminazione dei pregiudizi, ed apre la porta ad un’aria nuova, quella in cui sentirsi felici non si basa sulla sconfitta altrui.
Quello che ci piace
In questa visione quello che ci piace non è un’emozione momentanea, ma la gioia interiore in cui andare al cinema, fare trekking o l’amore sono gli strumenti e non il fine del piacere.
Non vorrei apparire un idealista, la mia vita è molto concreta ed i “castelli in aria” sono utili solo quando e se trovano concretezza nella realtà.
Ho i piedi in terra, vivo e lavoro sapendo che l’amore si manifesta solo quando alle parole seguono i suoi gesti e che una consulenza soddisfacente è quella che genera una fattura.
Però una giornata veramente felice è sempre stata quella in cui qualcuno lo è stato con me.
(Quelle con di me appartengono alla piccola schiera delle giornate meravigliose)
Parliamo di lavoro
Nel lavoro il “fare quello che ci piace” ha un grande vantaggio: ce lo fa effettuare bene, per cui appena puoi applicati di più nelle cose che ti piacciono, sarai felice tu ed anche i tuoi pazienti, i tuoi clienti.
Poi fai bingo se puta caso ti viene in mente di comunicare Tucentrico con loro, capire cosa desiderano davvero e porre cura anche a questo aspetto.
Tecnicamente si chiama “saper comunicare”, ma nella realtà diventa più saper ascoltare.
Con la solita distinzione: si sente con le orecchie, si ascolta con il cuore.
Le orecchie riportano alla ragione, il cuore ai sentimenti.
Che come abbiamo visto non vanno sottovalutati, perché una bella corona o un solido impianto sono solo strumenti, come ci ha insegnato Kotler con il suo famoso:
La gente non vuole comprare un trapano, vuole un buco sul muro.
(A cui ho osato aggiungere un'originale implementazione)

Concludendo
Chiedi agli altri cosa piace loro, valuta se puoi dare una mano a raggiungere il loro desiderio, te ne saranno grati.
Il che vuol dire grande soddisfazione personale ed anche soddisfacenti accettazioni dei preventivi.
Nel caso ti serva collaborazione per aumentare il numero di questi ultimi sentiamoci,
Gaetano
Presto che è tardi
Il problema
La soluzione peggiore per risolvere un problema è procrastinarlo.
Rimandarlo, posticiparlo, metterlo in una lista di cosa da fare senza dar loro una scala di priorità, di urgenza e di importanza.
Uno dei piccoli utili strumenti che con Ideadana regalo durante il corso sulla Prima Visita è la matrice di Eisenhower, che prende il nome dal famoso generale e presidente USA, non idea nuovissima dunque.
Eppure l’uso di questa utile anticaglia sarebbe già un bel passo avanti nel capire che è solo un approccio organizzato e metodico che consente di superare i problemi.
L’esempio che faccio durante il corso di marketing “Generare nuovi clienti” è invece quello dell’elefante che se visto da lontano non offre ancora impressione di grandezza e minaccia, ma che se lasci si avvicini allora dimostra tutta la sua pericolosità.
Poiché l’ironia funziona più di mille parole proietto inoltre una slide con questa vignetta.

La soluzione
Come si fa a spostare il problema elefante?
Se hai letto su internet il semplice utilizzo della matrice di Eisenhower avrai già capito che concettualmente il segreto è nella organizzazione e nella capacità di capire quali sono le priorità.
Per organizzarsi serve metodo, parti utilizzando la matrice e poi se non basta fai altri due passi:
- Chiama un coach competente, per imparare come si risolvono i problemi (e risolvere quelli in corso)
- Formati come manager o meglio ancora formane uno che operi per te
(Anche questo è metodo: prima capire se è conveniente diventare competenti di qualcosa, poi eventualmente delegare il problema e la sua soluzione ad altri).
La capacità di capire le priorità è più complessa perché non è una semplice competenza, che si impara, ma prevede anche una disposizione personale alla analisi… ed alla sincerità.
Analisi perché il cervello, la nostra area razionale, tende ad essere pigro e propone prima la soluzione delle cose facili, per poi affrontare “con calma” quelle difficili.
Non funziona così!
Anzi funziona esattamente al contrario, come in un'altra frase che cito spesso (non per rincojonimento, bensì per la sua bellezza comunicativa).
“Tutti i problemi complessi hanno una soluzione semplice.
Che però è sbagliata”.
I problemi complessi hanno bisogno di soluzioni complesse, di tempo, presto che è tardi, e di impegno per essere risolti.
La sincerità è invece argomento più sottile a spiegarsi, per cui trattandosi di un post scelgo volutamente l’accetta:
“Non raccontare balle al tuo ego”
Di chi se non di te stesso ti puoi fidare?
Accetta i tuoi limiti ed errori se vuoi alzare i primi e minimizzare la pericolosità degli inevitabili abbagli futuri.
Concludendo
Vedi qualche problema elefante in lento e costante avvicinamento?
Stai sicuro che non si ferma, devi pensarci tu preferibilmente quando è una minaccia lontana e gestibile.
E se nella metafora una delle soluzioni è la fuga, nell’ambito personale e lavorativo questa funziona quasi mai.
Il problema elefante non trova nessun mago Silvan a farlo sparire.
Devi risolverlo tu, con metodo, creatività ed impegno.
Parlando di lavoro
Per cui applica la strategia corretta, gestisci il problema che di norma per un titolare di studio odontoiatrico consiste nel trovare o formare un bravo manager.
Manager = colui che gestisce i problemi
Presto che è tardi!
L’evoluzione della tua segretaria in Dental Office Manager era non procrastinabile già 4 o 5 anni fa, oggi in questo momento di crisi non averla è già un minus che costa: fatica, tempo e meno guadagno.
Ti ricordo inoltre la legge economica che afferma:
Nei periodi di crisi la forbice economica si allarga.
Cosa vuol dire?
Che quando scarseggiano soldi e clienti da un lato vi è parte della popolazione che peggiora il suo livello economico, dall’altra vi è invece chi lo migliora.
Concetto storico/economico lungo da spiegare, ma veritiero, anche nel dentale.
Gli studi ed i network organizzati non subiscono alcun contraccolpo dalla crisi, anzi stanno crescendo.
Soffre invece molto chi non è proattivo verso i suoi pazienti, chi aspetta fiducioso nuove entrate senza alcuna azione di marketing o comunicazione per dare credibilità a tale speranza.
L’ultimo “presto che è tardi” è dedicato al mio webinair del prossimo:
2 dicembre, dalle 08.30 alle 09.15
Non preoccuparti se ne vieni a conoscenza solo adesso e quel giorno hai già un impegno: la gestione del tempo per priorità ti offre la soluzione.
Sposta l’appuntamento con il paziente!
O almeno provaci a dire, a fare dire alla tua segretaria invero:
“Cara amica/ amico ho un favore da chiederti. È un problema per te se spostiamo l’appuntamento di venerdì? Mi faresti un gran favore”
Accetto scommesse che in 9 casi su 10 il tutto si risolve fissando tranquillamente un nuovo appuntamento e consentendo a te ed alla tua segretaria di partecipare al webinair, gratuito tra l’altro.
Ci provi?
A presto sentirci e vederci
Gaetano
Pessimista non è pessimo
Essere ottimista non aiuta a risolvere i problemi, è solo un'illusione. Molto meglio essere pessimista.
Pessimista non è pessimo
Anzi ritengo che essere razionalmente pessimista sia per un manager un ottimo valore aggiunto.
E lo dice uno che sembra ottimista.
Sembra, come quella vecchia e divertente battuta che dice:
“Se ti sembra di conoscere le donne hai ragione.
Ti sembra.”
Presupposto
L’apparenza è il risultato di una scelta più o meno voluta: noi scegliamo come apparire, decidiamo la nostra mimica, la pantomimica e il come vogliamo essere percepiti.
Scegliamo come desideriamo sia riconosciuta la nostra immagine pubblica e siamo bravi assai se questa risulta coordinata, credibile ed in sintonia con la nostra intima realtà.
Noi siamo forma ed apparenza. Sostanza ed immagine.
Siamo il risultato del nostro dire e del nostro agire.
Ottimista
Perché appaio ottimista?
Perché nelle consulenze, nei corsi, negli incontri mi propongo agli altri con un atteggiamento positivo e propositivo.
Posso permettermelo perché spesso parto con un vantaggio rispetto ai miei interlocutori: quello di essermi preparato prima.
Sia con una gentile signora o con un amico, con un cliente storico od uno potenziale cerco sempre di arrivare all’incontro pre- parato: cercando di prevedere ed eliminare eventuali fattori negativi che possono sorgere e minare il rapporto.
Diceva un tale:
bisogna prevedere l’imprevedibile.
Ad essere così bravi lo si diventa con una buona formazione manageriale, però vi è una cosa che è alla portata di tutti:
prevedere il prevedibile.
Che è il tipico fattore a cui un ottimista non dà importanza, fidando su se stesso in modo acritico non affronta le situazioni con la necessaria cura.
Nei casi migliori farà più fatica a raggiungere il proprio obiettivo, dovendo reagire istintivamente per superare ogni ostacolo, nei casi peggiori non lo raggiungerà perché il “Volere è potere” è una emerita balla.
Fosse così saremmo tutti dei Bezos, fidanzati con Scarlett Johansson. O con Bradley Cooper, per chi preferisce.
Volere è indispensabile per la corretta individuazione dell’obiettivo, perché bisogna avere chiara la differenza tra sogno (Scarlett) e desiderio (Lei o Lui, quello che merita la maiuscola).
Il sogno non è realistico, non ha risultati concreti da raggiungere, un metodo d’azione ed una tempificazione a darne lo stato d’avanzamento ed il controllo finale.
Il sogno è per gli ottimisti ed è molto raro a raggiungersi.
Pessimista
Il pessimista ha invece ben chiari gli aforismi di Oscar Wilde e William Shakespeare
“Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione” (Wilde)
“Abbi più di quanto mostri. Parla meno di quanto sai” (Shakespeare)
Per cui prima di un’azione, di un progetto, analizza tutte le eventuali variabili negative e immagina vari scenari, cercandovi le soluzione migliore.
Soprattutto cerca di conoscere meglio il suo interlocutore o la problematica che dovrà affrontare.
In questo internet fornisce un vantaggio enorme, spesso non capiamo quante informazioni su di noi circolino e come foto o post, diretti od indiretti, parlino e raccontino di noi.
Leggere, domandare, informarsi è il passo indispensabile per capire. E solo se hai capito dove intervenire puoi cercarne il come.
Non c’è trucco ne inganno.
Quando la tua compagna si fa bella per te o il tuo uomo ti apre la porta della macchina è un agire che ha l’obiettivo più completo al mondo: essere felici entrambi.
Non facciamo gli ipocriti, in modo inconscio tutti cerchiamo di apparire al nostro meglio.
Perché non farlo in modo metodico?
Perché non scegliere il TUcentrismo, non cercare di dare agli altri consciamente il meglio di noi stessi?
Perché non preferire la fatica del capire l’altro alla casualità?
Gli altri amano essere amati, siano amici, pazienti o clienti: perché non dare loro questo amore?
Il ritorno è spesso la creazione di un legame più profondo e duraturo.
Non è un gran bel risultato?
Parliamo di lavoro
Passando dai concetti alla concretezza ti segnalo due fondamentali azioni che preparano il tuo studio al successo:
- Prepara bene la prima visita, realizzando una precisa procedura in merito, non c’è una seconda occasione
- Ad ogni fine igiene fissa subito la prossima, può essere che il paziente non l’abbia tra le sue priorità (la tua DOM sa cosa dire?)
Poi chiamami se ti serve un professionista al tuo fianco per impostare queste o altro, sono un manager preparato.
Chiudo con un ultimo aforismo, dedicato agli ottimisti che: ci provano.
Provare costa niente.
A parte tempo, soldi e fatica
A presto sentirci,
Gaetano
Il presente si basa sul passato
Il presente si basa sul passato, il futuro meglio di no.
Ogni giorno noi programmiamo in vari modi il nostro futuro, od affidandoci inconsapevolmente all’abitudine:
“Metto la sveglia che domani alle 08.15 vado al lavoro”
O iniziando progetti nuovi:
“Venerdì programmo il primo appuntamento alle 9.30, che devo partecipare al webinair di Gaetano”
(NDA Piccolo spazio pubblicità).
Le nostre scelte si basano da un lato sull’esperienza, il passato, dall’altro sui desideri: quello che a cui non siamo ancora giunti.
(De sideri nella sua etimologia ci indica “l’andare verso le stelle” verso un qualcosa di speciale da raggiungere).
L'esperienza
L’esperienza, il passato, è indispensabile, da un lato ci fornisce il bagaglio culturale, tecnico ed emotivo per affrontare il quotidiano, dall’altro ci ricorda gli sbagli e le vie che è meglio smettere di percorrere: quelle che portano alla delusione.
(De ludere, quello che ci ha preso in gioco, ci ha traditi non rispettando le premesse e le promesse).
Però l’esperienza talvolta diventa il comodo rifugio, che riconosce le strade sbagliate, ma che senza l’innesto di una decisione nuova fatica ad indicarci quelle giuste.
Nei casi peggiori ci sussurra:
“Basta cercare nuove strade, tanto sono tutte sbagliate”.
Quel geniaccio di Einstein però ci ricorda:

Il futuro
Non basare il tuo futuro sul passato!
Basati invece sul presente, iniziando dalla domanda fondamentale:
Sono felice?
Ovvio, poiché scrivo e mi rivolgo ad una platea fortunata non sono più un problema i bisogni primari di Maslow o quelle che Graves e Cowan definiscono come le spirali beige: quelli della sopravvivenza fisica.
Però la felicità è una cosa strana, Agostino affermava che:
“Felicità è desiderare ciò che si ha”
ma consideriamo che lui era un santo.
A me piace assai un aforisma, non ne conosco l’autore, che dice:
Se fai quello che ti piace è libertà.
Se ti piace quello che fai è felicità.
Mia personale convinzione è che impostare la propria vita per fare quello che ci piace sia molto limitativo ed alla fine colmi solo parzialmente il cesto dei desideri, forse per il fatto che vi vedo un egocentrismo al cui valore non credo.
Tant’è che ho scritto “ Marketing Tucentrico”, libro in cui affermo che metodo e sentimento non possono essere isolati alla sola sfera lavorativa per crescere sinceri.

((NDA Piccolo spazio pubblicità).
Concludendo
Ho nessun dubbio sull’affermazione che la felicità risieda anche nel fare cose che ci piacciono.
Parlando per qualche riga di lavoro:
- Se hai studiato odontoiatria non solo per fare soldi, perché non stai il più possibile nello studio a fare il medico?
- Perché non organizzi la tua vita professionale per fare sopra di tutto quello che ti piace?
Trova qualcuno che non ci pensi proprio a stare nello studio operativo, io di certo sono tra quelli, e affidagli la cura dell’area extra clinica.
Questa persona non può essere una segretaria, esecutrice, ma deve essere un manager: che gestisce.
Poi certo che rimane anche da perseguire la funzione di imprenditore, il leader che conduce, ma senza tutto il fardello del FARE quotidiano e con una persona di fiducia al tuo fianco, scoprirai che il controllo sull’efficacia delle deleghe è veramente cosa di poco tempo.
Per tre anni ho diretto uno studio start –up, in cui l’imprenditore non era coinvolto tranne che per due ore al mese! In cui controllava statistiche e conti. In cui ci si confrontava per le tarature operative e per la strategia futura.
Ok all’inizio aveva un mega manager al suo fianco, ero io, ma gli è bastato un anno per avere un’altra DOM di valore e spessore: da me selezionata, formata, seguita.
Con cui anche adesso passa solo un paio d’ore al mese.
Con me invece si trova per immaginare il futuro.
Che si basa sul presente e che si pone sempre la stessa domanda:
cosa possiamo desiderare di più?
La risposta la danno metodo, esperienza passata e creatività intellettuale, quella cosa che ti fa dire:
Il passato è stato bello, ma come posso chiedere al futuro di esaudire il mio nuovo desiderio?
Metodo e creatività: il lavoro di un manager si basa su questo.
Impertinenti domande finali:
- Da quanto tempo nello studio non hai applicato un cambiamento?
- Sicuro che va tutto così bene che nulla vi è da migliorare?
- Davvero ti piace tutto quello che fai?
Nel caso avessi qualche insoddisfazione parlane con me che la risolviamo.
Ti assicuro che quest’ultima frase non è pubblicità, è coscienza che davvero ti posso essere utile per andare verso le stelle.
A presto sentirci
Gaetano
Dai dai dai
Se ti è partito un sorriso immediato sei uno di noi.
Che quando vede un pesce rosso lo pensa Boris e che si è finalmente goduto anche la quarta stagione della omonima serie. Con gran soddisfazione, livello sempre alto.
Per chi non la conosce, vai in prigione direttamente senza passare dal via, Boris è una serie italiana ambientata nel set televisivo di una telenovela, all’inizio si chiama “Gli occhi del cuore”.
Nella serie si ride e pensa seguendo le peripezie di Renee e della sua troupe, sempre alle prese con problemi organizzativi e di bilancio.
E “dai dai dai” è l’invocazione costante di Renee, il regista: dai che ce la facciamo anche se ci mancano comparse, risorse tecniche e attori bravi.
Cito questa serie perché dietro ogni creazione artistica, questa lo è, vi sono sempre metafore sulla vita, che spesso colgono la realtà con una visione laterale di grande interesse.
Premessa
Non sono un fan della PNL (Programmazione Neuro Linguistica), anche se le riconosco alcuni utili spunti operativi e soprattutto non mi è mai piaciuta la sua banalizzazione in
“Volere è potere”.
Magari bastasse la sola forza di volontà!, quella è indispensabile, ma è illusione che basti a ottenere sempre tutto.
Boris invece ci fa apprezzare il vero e potente strumento del potere: il team.
In modo ironico e coinvolgente dimostra come la sinergia positiva tra le persone del team, la loro collaborazione sprigioni risultati impensabili altrimenti.
Quando insieme si guardano negli occhi i problemi, insieme si trovano soluzioni efficaci ed insieme si sta bene.
Perché la vera cartina di tornasole sull’efficacia del team è proprio qui: nel piacere di essere assieme.

Il team
Non esiste un team composto da elementi che non si apprezzano tra loro che sia, comunque, proficuo nel suo agire.
Ormai l’aria la annuso, un giorno citerò più diffusamente l’importanza che la scienza riconosce all'intuizione, al nostro “sesto senso”, e capisco in poche decine di minuti se in uno studio il team è parola vacua o solida sostanza.
Creare un team non è mai un costo, sarà affermazione banale ma è altamente veritiera, le persone capaci e competenti sono redditizie:
producono più valore del loro costo.
Ovvio che se vuoi persone particolarmente abili le devi pagare, ma non è solo questione di soldi, bensì di capacità organizzative e relazionali.
Organizzative perché ogni team ha bisogno di un leader a guidarlo e di una funzionale struttura a formarlo, intendendo come leader colui che ha competenza ed autorevolezza tali da essere spontaneamente seguito e con il termine struttura un’organizzazione basata su ruoli ed obiettivi.
Eppure su tale argomento mi scontro costantemente con imprenditori che ritengono proficuo investire in CBTC o scanner elettronico e una spesa inutile quella che premia il team.
Lo affermo con massima convinzione professionale, il futuro lo gioca il team.
Che certamente deve usare la tecnologia, nel mio corso online sulla prima visita affermo tout court che questa deve essere digitale. Non se ne può più prescindere.
Però la vera scelta vincente è nel riuscire a spostare su un nuovo e superiore livello il fondamentale rapporto tra medico e paziente.
Per questo serve avere nel team almeno un professionista della comunicazione, io lo definisco Dental Office Manager, in grado di essere la punta di diamante nella gestione dei preventivi e il fulcro divulgativo della comunicazione aziendale.
Non è semplice, ma parliamo comunque di un intervento che ad oggi non mi ha mai richiesto tempi lunghissimi, ho sempre applicato la via strategica breve.
I passi di questo cammino ormai li ho scritti ovunque, li ripeto:
- a) Selezionare una segretaria capace (meglio se già presente in studio)
- b) Formarla come DOM (da segretaria a manager)
- c) Strutturare lo studio passando da staff a team
- d) Operare per obiettivi
In questo modo, operando con metodo e persone di cui ti fidi puoi tornare a fare soprattutto il clinico, perché "dai dai dai" il resto lo abbiamo sistemato.
Gaetano
PS Avvisa la tua segretaria che venerdì 2 dicembre dalle 8.30 alle 9.15 siete impegnati.
Ti attende il webinair gratuito “Da segretaria a DOM”
(Se pensi di non poterti liberare e che non hai tempo leggi quest'altro post: è tempo di priorità).

Gratis è tanta roba
Premessa
Tutti amiamo ricevere regali, sono percepiti come un gesto d’affetto e rallegrano il bimbo che è in noi.
Io pure amo riceverne e ancor di più farne, anche nella vita professionale.
Di regali professionali ne ho prodotti molti, 211 post ad oggi pubblicati sul mio blog, una newsletter su LinkedIn con 93 articoli, 5 webinair (il sesto titolato da Segretaria a Dental office manager è programmato per il 02/12/2022) e centinaia di telefonate a cui ho sempre risposto.
Tutto senza incassare un solo centesimo.
Escludendo l’ipotesi a)
Sono un benefattore dell’umanità
E anche l’ipotesi b)
Sono ricco di famiglia
La ragione di questa mia imponente fornitura di materiale gratuito deriva da una meditata scelta:
Farmi apprezzare come esperto di valore
Chi sono
Sono un esperto in marketing e management, ho diretto aziende che fatturavano milioni di euro, fatta formazione a centinaia di discenti e dal 2015 come libero professionista bla bla bla.
Sono quello che leggi e ascolti di me!
Sono le idee che propongo, le soluzioni che attuo, il metodo manageriale con cui opero e certo l’esperienza, che però in un CV trova solo la sua sintesi, mentre viene compresa appieno se manifestata concretamente.
Altre cose non le regalo, in primis quello che poi si trasforma in guadagno per te: i corsi e le consulenze.
Però offro con generosità un sacco di materiale propedeutico ai corsi, quello che può farti intendere se i miei stile e competenza sono in sintonia con le tue aspettative e desideri.
Gratis non basta
Quasi mai, perché ovviamente quello che può stare racchiuso nelle 600/900 parole di un articolo o un post è inevitabilmente una sintesi intellettuale e non un piano d’azione.
I vantaggi principali di quello che viene definito come Content Marketing, offrire contenuti utili ed interessanti per farsi conoscere ed apprezzare, sono nello stimolo intellettuale e soprattutto emozionale che portano.
Il mio scriverti funziona se tocca una tua insoddisfazione e ti manifesta l’opportunità di essere più felice.
Che è quel mix tra guadagnare di più, lavorare con maggior piacere, poter spostare i tempi da fatica a gioia e finire la giornata con intima soddisfazione.
Pagare conviene
L'ho pagato il mio trainer Marco per impostare una cosa che non sapevo come fare: mettermi in forma!
Così ora mi guardo allo specchio con un piccolo sorriso in più (su questo sono uno che si contenta).
Ho pagato anche i 94 saggi che restano nella mia biblioteca professionale, che senza i libri prestati e più tornati sarebbero assai di più.
(Se ti stupisce questa precisione è perché ho messo metodo anche in questo, durante il lungo lockdown con l’app BookBuddy Pro ho censito tutti i 1.837 libri della mia libreria casalinga, tra cui i 94 di saggistica).
Ho pagato maestri con dovizia e letizia e mai ho rimpianto una scelta che ha di molto contribuito a donarmi una carriera professionale di felicità.
Per questo agli odontoiatri, titolari di studio, consiglio caldamente: investite nella formazione vostra, ma anche in quella del team, individuata la segretaria ideale e fatela diventare un manager.
È il modo migliore e più economico per liberare il vostro tempo ed il vostro animo dalla ormai complessa gestione extra clinica dello studio.
Tutti, ma proprio tutti, gli odontoiatri che ho accompagnato verso una gestione manageriale dello studio hanno aumentano la loro redditività e oggi lavorano con meno angustie e maggiore soddisfazione.
Concludendo
Metti le ali alla tua libera professione, dedicati ad essere felicemente odontoiatra ed oculato imprenditore, il fare quotidiano lascialo ad un manager.
La soluzione ideale è avere in studio una segretaria con capacità adeguata, a cui fornire la competenza metodologica ed operativa, ma ti assicuro che con un buon piano di formazione anche un bravo neofita diventa operativo in pochi mesi.

Con un investimento che si ripaga con:
- a) Aumento nuovi clienti
- b) Aumento prestazioni
- c) Aumento chiusura preventivi
Nel caso tu abbia letto almeno parte dei miei 211 post saprai benissimo che queste affermazioni sono ampiamente documentate, qualora tu sia un nuovo lettore allora benvenuto.
Goditi queste informazioni che nulla ti costano e molto offrono, io fossi in te partirei dalla lettura delle 36 regole.
Guarda il programma ed iscriviti gratuitamente al prossimo webinair
“Da segretaria a dental office manager”,
Assieme alla tua segretaria ovviamente, e continua a rendere ancora più efficiente il tuo studio.
Che sempre un gran bel obiettivo.
Gaetano
PS
Se pensi che il 2 dicembre sia troppo presto, che hai già appuntamenti e che non ce la fai…. Ti consiglio leggere il breve post: “Tempo di priorità”
In due è meglio
Premessa
Uno degli ostacoli frequenti nella efficacia della formazione è la: fuga in avanti.
Ovvero chi partecipa al corso apprende cose nuove e spesso acquisisce originali idee che ovviamente vorrebbe applicare sul lavoro.
Però si scontra con chi, senza aver seguito il percorso che è dietro il nuovo progetto, non lo capisce e lo frena.
Quando è il titolare ad aver frequentato il corso il rischio maggiore è che la soluzione scelta sia quella impositiva:
Da domani si fa così.
Che è affermazione autoritaria e non autorevole, una di quelle che dopo l’impulso inziale, scaturito dall’obbligo, si affloscia velocemente perché non convince ed interessa.
L’effetto è quindi fittizio e limitato, un po’ come le grida di manzoniana memoria.
Quando è invece il discente è la segretaria o la DOM è ancora peggio, perché a volte capita che si trovi in condizione di dare delle indicazioni operative al titolare, diverse da quelle in uso.
E sappiamo che in questo caso gli ostacoli sono due:
- 1. L’abitudine consolidata del titolare
- 2. La sua ritrosia a ricevere ordini
Anche in questo caso addio ai soldi spesi, spesso sono stati un piacevole momento formativo che non si è poi tradotto in realtà.
Che spreco
Esistono però due soluzioni per rendere il corso utile, una semplice e l’altra più difficile.
(Non complessa/impegnativa o altro: proprio difficile!)
- 1. Quella semplice è partecipare in due: titolare e DOM.
Non solo iniziano un cammino insieme, ma la loro sinergia operativa sarà di sprone a tutto il team.
- 2. La difficile prevede l’uso di parole impegnative da pronunciare:
Mi fido di te
Non sei il mio capo solo perché sei il titolare, ma sei anche una persona capace e competente, ti rispetto e mi fido di te: per cui se mi dici che questa è la strada migliore sono al tuo fianco nel seguirla.
Non sei solo un dipendente, sei una persona di fiducia, a cui ho delegato compiti importanti e si mi dici che per il bene dello studio è meglio cambiare: mi fido di te, dimmi cosa dobbiamo fare assieme.
Il regalo per te
Il prossimo 2 dicembre ti regalo un webinair di 45 minuti in cui già il titolo indica come l’ideale sia la partecipazione comune di titolare e segretaria:
“Da segretaria a dental office manager”
E ti svelo anche il sottotitolo: Con il capo che diventa leader
Se vuoi maggiori informazioni, scarica il programma o contattami tramite il link al mio sito, chiamami direttamente, o interpella Ideadana che lo organizza.
Gaetano
PS
Poi se dovessi indicarti quali sono i primi due corsi che consiglio, l'iniziale è sempre quello sulla:
Perché genera clienti, mentre il secondo per utilità reputo sia:
Che è il corso personalizzato che faccio all’interno del singolo studio, con tutti, ma tutti, i componenti del team: dall’ASO ai clinici.
Perché la buona capacità di comunicazione è la prima cosa che notano i pazienti e basta una persona che non la applica per rovinare tanto utile lavoro.
Perché in due è meglio, ma se ci siete tutti è perfetto.
Gaetano
Si ama per sempre
Si ama per sempre.
È una convinzione motivabile la mia, non un'idea utopica.
Quando ami una persona, possono cambiare le circostanze della vita, non viverci più insieme, avere un’altra compagna o compagno che ti aspetta a casa, ma l’amore ha un sacco di spazio.
Contiene la persona con cui vuoi trascorre gran parte della tua vita futura, per sempre è speranza ambiziosa, i figli i parenti gli amici e anche per sempre:
Perché vita e persone ti feriscono, fanno male a volte tanto, ma se era amore non c’è mai gioia nel farlo, anzi è un dolore condiviso.
Che poi passa, questa è la fortuna della nostra mente e del cuore, i ricordi poi sedimentano infine, lasciano spazio al presente ed immaginano il futuro: dove felicità c’è o sarà se l’animo è aperto e gioia ti vive dentro.
Amo ancora e sempre tutte le donne che ho amato, spero che nei loro cuori alla voce Gaetano vi dimori un sorriso.
Loro lo sanno, quando ci si sente, ci si vede, che il riverbero è lì, a segnare un posto riservato per sempre.
Cosa c’entra questo con il lavoro?
Non lo so bene, a volte i pensieri mi sorpassano e ci vuole tempo per capirli, però noi facciamo un lavoro, ma non siamo quello.
Alla fine quello che “ricordano di noi” le persone ed i clienti non è la nostra competenza, è il nostro essere.
L’essenza di una persona la capisci da come parla, ti guarda ascolta, lo senti e lo vedi se sta facendo un mestiere o si interessa di cuore a te.
Continua ad amare, sarà una buona vita,
Gaetano
PS
Lascia ballare la giovinezza che è sempre in noi
Tempo di priorità
Premessa
Qualche tempo fa ho scritto un intero post sull’argomento:
Questo post è invece una risposta aperta a color che guardando l’agenda mi dicono:
“Gaetano per liberarmi e partecipare ai tuoi corsi o webinair ho bisogno di un mese, due mesi, tre anni di preavviso”.
Per usare un francesismo: balle.
Non manca il tempo, ma la motivazione.
E quella arriva solo dopo che si è scontenti di come vanno le cose. Per cui se sei soddisfatto del tuo lavoro e del suo trend puoi anche non leggere questo post.
Nel caso invece davvero tu sia convinto che manchi il tempo, allora sappi che è solo questione di programmazione. Quella che, se ti convinci durante il prossimo webinair, inizierò ad insegnare alla tua segretaria.
Perché a volte basta solo cambiare strumento per fare tutto meglio e più velocemente.

Cogli l’occasione
Venerdì 2 dicembre dalle 8.30 alla 9.15 terrò un webinair gratuito a cui sono invitati segretaria e titolare dello studio.
Apri la tua agenda e libera subito 45 minuti.
Avvisa anche la segretaria, deve assistere anche lei, perché il webinair si titola:
“Da segretaria a Dental Office Manager”
e fornirà informazioni utili per gestire meglio l’organizzazione e l’efficienza extra clinica dello studio.
Che significa lavorare meglio ed aumentare il reddito.
Garantisco sul suo interesse e dato che io la parola la mantengo: ti conviene partecipare.
Fai risolvere dalla tua segretaria il problema minimale, spostare un appuntamento che probabilmente già hai in agenda.

Una struttura organizzata è flessibile e soprattutto sa operare per priorità.
Scegli questa priorità
Avvisa la tua segretaria del perché ti servono liberi questi 45 minuti e del fatto che la vuoi al tuo fianco in questa occasione, vedrai che saprà riorganizzare tutto al meglio.
Spostate il paziente, partecipate al webinair, se avete tempo da investire leggete prima il mio post che ha lo stesso titolo del webinair:
“Da segretaria a Dental Office Manager”.
Sono certo che dopo aver partecipato mi ringrazierai, perché aggiungere competenza alle capacità naturali delle persone porta sempre lo stesso risultato: un miglioramento netto delle prestazioni.
Falla felice,
fatti un regalo.
Ti aspetto online venerdì 5 dicembre ore 08.30, contattami con questo link o presso Ideadana per ricevere l'invito gratuito.
Scrivilo in agenda, a presto
Gaetano
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Quanta fatica inutile
Uno dei punti cardine del mio webinair “Da segretaria a DOM” è l’affermazione che non esiste una struttura organizzata senza un buon software gestionale a fornire dati.
Oggi è ancora ieri.
Purtroppo la realtà è che poco più del 55% degli studi odontoiatrici possiede un software gestionale.
E che questo è normalmente utilizzato solo per le funzioni basiche, quasi mai per gli aspetti organizzativi e per avere dati statistici.
Per la maggioranza degli studi il software deve fare solo tre cose:
- Avere un’agenda
- Una bella scheda clinica
- Gestire l’amministrazione.
Per fare una similitudine si possiede un Iphone e lo si utilizza come un vecchio Nokia 3310.
Credere che ancor oggi sia sufficiente quello che bastava 22 anni fa è un errore clamoroso: di quelli che portano al declino costante.
Nei ricordi il Nokia era meraviglioso e con la batteria eterna, ma nei fatti ci potevi solo telefonare e mandare messaggi, sicuro che oggi un cellulare così ti basterebbe?
Oggi deve essere oggi.
Non è affermazione tautologica, ma un metodo d’azione: uno studio odontoiatrico non è più il luogo dove i pazienti vengono spontaneamente, aspettano il loro turno e poi pagano.
Hanno molte più esigenze e la parte extra clinica, la gestione oculata e professionale dei pazienti, delle prestazioni, del fatturato sono elementi indispensabili per garantire salute e futuro al tuo studio, alla tua impresa.
Lo so bene.
Il primo passo di ogni mia consulenza è sempre: la diagnosi dello status quo.
Diagnosi che troppo spesso è una faticosa salita verso la ricerca e l’elaborazione di alcuni dati basici: sui clienti, sulle prestazioni eseguite, sulla redditività dei clinici.
Su quello che un buon coach deve conoscere per capire lo stato dell’arte economico ed organizzativo dello studio.
E poter intervenire per migliorarlo assieme.

Purtroppo in questa diagnosi trovano soltanto risposte spannometriche, a sensazione, alcune domande basiche come:
- Quanti clienti attivi hai?
- Quanti nuovi ogni settimana?
- Come è diviso il volume d’affari tra i diversi clinici?
- Quali sono le tue prestazioni cardini e quanto pesano sul totale?
E sono casi eccezionali gli studi che conoscono dati leggermente più sofisticati come:
- Percentuale e importo della chiusura preventivi
- Volume del portafoglio ordini
Per citare solo due degli approfondimenti che forniscono informazioni sulla capacità dello studio nel produrre nuove prestazioni: nell’operare per il proprio futuro.
Non è una colpa del titolare: quasi sempre è un odontoiatra, non è quello il suo lavoro.
Neppure rimprovero la segretaria: chi le hai mai fornito indicazioni o competenza in merito?
Fai girare le ruote
Però resta un errore formidabile non intervenire, non cambiare le cose, dirsi “sono troppo occupato” senza vedere la tanta fatica ed i pochi risultati che ottieni.
E se pensi che tutto andrà al meglio anche senza avere bisogno di competenze specifiche uso la mia solita capacità diplomatica per dirti:
Ti illudi e sbagli!
Hai avuto fortuna, abilità o amore che ti hanno fatto scegliere l’odontoiatria, una professione comunque ancora redditizia: adesso devi gestire la tua libera professione con metodo ed acume.
Quando operi sei un professionista stimato per la sua competenza e ben sai come siano stati soprattutto gli studi successivi alla laurea a portarti a questo livello.
Devi diventare un professionista anche come imprenditore!
Fai il primo passo, dotati di un manager per tutto il FARE extra clinico dello studio: fai crescere la tua segretaria a DOM.
Oppure inseriscilo ex novo questo “braccio destro operativo”, valutiamo qual è la strada migliore.
Due i tuoi vantaggi di questa potente scelta imprenditoriale:
- Più tempo per fare il clinico
- Maggiore redditività dello studio
Te lo metto per iscritto che ti stupirà scoprire come poche selezionate leve possano agire così profondamente nel migliorare e potenziare tutta la tua organizzazione.

Libera la tua agenda
Dai quest’ultimo incarico alla tua segretaria:
Liberare 45 minuti venerdì 2 dicembre dalle 8.30 alle 9.15!
Dal lunedì successivo potrai iniziare con lei il proficuo cammino per farla crescere come un bravo manager al tuo fianco.
Non lasciarti soffocare dall’abitudine del solito tra tran quotidiano, il tuo studio, tu meritate di più.
Chiamami o iscriviti direttamente al webinair, anzi iscrivetevi perché l’ideale è la partecipazione combinata.
A presto vederci
Gaetano