Vieni al webinair?
Non vi è alcun dubbio: la ruota è partita.
Mi osservavano come un extra terrestre quando nel 2015 ho iniziato a parlare e scrivere di struttura manageriale nello studio, di organizzazione aziendale per l’area extra clinica e della necessità che questa fosse presidiata da un manager competente.
La ruota è partita.
Oggi ho costanti richieste di formazione manageriale per la segretaria, per potenziarla in quel ruolo che per primo o tra i primi ho definito Dental Office Manager.
Una persona che esce dal ruolo di semplice esecutrice per passare a quello propositivo di manager: colui che gestisce.
Per questo oggi ti ripropongo un mio post del 2021 e ti faccio un regalo.
Il post si intitola:
E spiega diffusamente cosa serve per effettuare il passaggio da segretaria a DOM.
Il regalo è un webinair gratuito.
Che potenzia i contenuti del post e ti illustra i vantaggi concreti nell’avere un manager competente che ti consente di dedicarti prioritariamente alla parte clinica.
Con la sicurezza che quella economica e commerciale è in buone mani, anzi ottime.
Perché come scriveva un noto megalomane, con ottime ragioni per esserlo:

Non vi è alcun dubbio, ormai molti studi, stimo almeno il 30% hanno fatto partire la ruota e stanno correndo.
Cogliendo soddisfazioni personali ed economiche rilevanti.
Ti aspetto al webinair gratuito?
Si terrà il venerdì 2 dicembre, durerà circa 45 minuti, dalle 8.30
Uno studio che vuole organizzarsi non ha problemi a spostare un appuntamento.
E lo spiego bene in questo post sulle priorità.

Contattami o scrivimi un messaggio con la tua adesione, grazie
Gaetano
Mela compro
Anche questo storytelling è contenuto nel mio secondo libro "Marketing Tucentrico" .
Disegna figurativamente il percorso effettuato dal marketing nella sua evoluzione.
Ai tempi dei nostri antenati Sapiens vi era già un certo amore per la mela, non sapevano che:
“una mela al giorno leva il medico di torno”,
non avevano reminiscenze del suo valore simbolico e della cacciata dal paradiso, ma ne apprezzavano il gusto.
Per cui quando un nostro antenato si imbatteva in un albero di mele, se ne profittava con gioia.
Un giorno un sapiens più sveglio pensò:
“Ma se invece di andare ad un paio di chilometri dal villaggio per trovare le mele, queste fossero più vicine non sarebbe meglio per tutti?”
Così per trasportare le mele inventò prima la ruota e poi il carretto, raccolse un po’ di frutti e li portò al villaggio.
Grande successo, il prodotto vicino ed accessibile venne rapidamente barattato in modo redditizio.
Sfortunatamente per lui il sapiens aveva un cuggino (rigorosamente con due g, come insegnano Elio e le sue storie) che decise di sviluppare questa idea e migliorarla.
Fu innovazione interessante, stesso carretto ma non stesse mele: perché mentre il nostro vecchio sapiens le prendeva da terra, ammaccate e bruttine, il cuggino progettò seduta stante la scala a pioli e poté così staccare direttamente il frutto maturo dall’albero.
Risultato: per i clienti il prodotto era migliore, perlomeno alla vista, e surclassava l’offerta precedente.
Passando dal “non hai alternative di scelta” al “puoi migliorare la qualità della tua scelta.”
Per secoli questo è stato obiettivo principale del commercio: poiché il prodotto ha evidenti possibilità di miglioramento interveniamo su questo.
Quindi la successiva evoluzione del commercio di mele è stata sinteticamente:
- Le mele sono prese dall’albero, ma non tutte; quelle con il baco le butto.
- Le mele non solo sono senza baco, ma anche lucidate sul braccio.
- Non solo lucidate, ma avvolte nella carta.
- Nella carta metto un bel bollino con il mio brand per distinguere subito le mie dalle imitazioni
Per arrivare recentemente alle mele più costose, quelle che trovi senza che alcuno o alcunché siano intervenuti nella loro naturale crescita.
Quelle bruttarelle, ma bio e dal sapore di un tempo che fu.
E il tuo marketing è fermo al baco o è diventato moderno e bio?
Fuor di metafora:
hai un brand distinguibile a caratterizzare il tuo agire?
Nel caso non ne fossi proprio certo parliamone assieme
Gaetano
Il vino buono
Questa è un'arguta storiella inclusa nel volume "Marketing TUcentrico", il mio secondo libro di marketing.
La morale si evince da se.
C’era una volta qualche tempo fa, un ricco imprenditore milanese che voleva differenziare la sua attività ed entrare nel business del vino, per cui diede l’incarico al suo consulente marketing di trovargli la migliore cantina della Valpolicella, per poterne carpire il segreto.
Una volta individuata, i consulenti marketing se ne intendono sempre di vino, vi si reca, incontra il titolare e gli chiede di poter degustare i suoi vini migliori: Valpolicella, Ripasso e Amarone.
La degustazione risulta eccellente, per cui l’imprenditore con tono angelico chiede “senta, ma lei mi spiega come fa a produrre del vino così straordinario?”.
Il nostro vignaiuolo è bravo e, come tutti quelli veramente bravi, non ha problemi a parlare del suo mestiere, per cui spiega:
“Guardi in realtà è molto semplice.
Lei deve acquistare una bella vigna, in una posizione idonea e con vitigno di riconosciuta qualità, come il Corvina che è alla base del mio Amarone.
Poi deve costruire una buona cantina, anche qui le regole sono semplici, importante è controllare che vi siano all’interno la giusta temperatura e la corretta umidità, vi sono architetti specializzati in questo: il Toni ad esempio è molto bravo.
Il passo successivo è comprare delle buone macchine per lavorare l’uva, meglio le tedesche ma ce ne sono tante anche in Italia, le trova con Google, e soprattutto deve acquistare dei tini veramente ottimi, io li prendo in Francia e preferisco quelli in rovere.
In fine ci aggiunga vent’anni di esperienza enologica e vedrà che il suo vino sarà buono come il mio.”
Ci siamo intesi?
Gaetano
Tutti per uno. Uno per tutti
Uno per tutti. Tutti per uno.
Ognuno lo intende a modo suo questo motto di A. Dumas.
Spesso il piccolo imprenditore privilegia la seconda parte, è per questo che rimane piccolo.
Uso il termine piccolo nella sua definizione tecnica, quando mi rivolgo ai titolari di studio odontoiatrico è dato di fatto che dal punto di vista economico la loro attività è assimilabile ad una PMI (piccola media impresa) con volume d’affari che mediamente oscilla intorno ai 300.000€ e raramente supera il milione.
Usualmente con questa netta differenziazione: o il titolare è ancora un mono professionista, che incide perl’80% sul fatturato dello studio o ha effettuato il grande passo imprenditoriale.
Quello della delega.
Tutti per uno
Non funziona bene, o almeno è limitante, il pensare che tutti per uno significhi: tutto lo staff lavora per me, per rendere sempre produttivo il mio lavoro.
Nello spirito dei tre moschettieri il significato è ben diverso, è inteso come:
“Chiunque di noi abbia bisogno di aiuto sa di poter sempre fare affidamento sugli altri”.
Con la sostanziale differenza che esiste tra il concepire gli altri come uno staff, tutti per me, o come un team: ognuno con il suo ruolo aiuta la squadra.
- Lo staff ha nel titolare la sua forza, ma anche il suo imbuto.
- Il team nel titolare ha la sua guida, il leader.
Quello che rema assieme a lui.

Uno per tutti
Farsi carico della guida, assumere la responsabilità del team è infatti la caratteristica della leadership.
Che è fondamentale, perché non c’è democrazia in azienda!
Non si decide a maggioranza, le scelte sono di competenza di chi per autorità od ancor meglio per autorevolezza a questo è delegato.
Per questo cedere il potere è difficile: significa accettare che alcune decisioni vengano prese da altri.
Che non è un minus anzi è la potente base di una struttura articolata, quella composta anche da manager.
Struttura che ha un vertice, un leader che si assume le decisioni strategiche e dei manager competenti che con tale linea guida operano autonomamente e rispondono dei risultati raggiunti.
Le parole magiche sono manager e competente.
- Manager è colui che gestisce: non riceve ordini, bensì obiettivi.
- Competente è colui che è esperto nel fare, nel suo ambito migliore anche del titolare.
In una struttura di tal genere tutti sono interconnessi per il bene superiore dell’azienda, società, dello studio nel suo complesso.
(Il secondo passo della mia “Consulenza strategica breve” è proprio questo: la stesura formale delle linee guida operative.
Come agire
Prendendo delle decisioni imprenditoriali, di cui la prima è: cosa desidero dal mio futuro?
De-siderare: qual è la stella che voglio raggiungere?
Le opzioni di base sono:
- a) Essere il titolare di uno studio mono professionale
- b) Sviluppare appieno la scelta intrapresa con la libera professione
Nel primo caso il successo arriva essenzialmente da due fattori: una lunga carriera, un’eccellenza clinica.
La lunga carriera quasi sempre accompagna il dentista verso una serena pensione, pur se in costante decremento degli utili e perdita di valore economico dello studio.
Il beneficio maggiore che questa scelta offre è la possibilità di dedicarsi a ciò che davvero si preferisce, sia dedicarsi alla estetica periorale o al golf.
L’eccellenza clinica consente il posizionamento in una fascia con meno competitor e la conseguente capitalizzazione di un ruolo fortemente concentrato sul professionista che esegue la prestazione: il numero 1 del LASER, della conservativa o altro.
(Si può essere anche il numero 1 in uno specifico segmento di mercato, ad esempio in provincia di Vercelli uno studio si è impostato decisamente come “il dentista per il sorriso femminile”)
Nel secondo caso l’obiettivo diventa quello di evolversi come brand di garanzia.
In cui il paziente ha qualità e competenza garantiti dal titolare dello studio, ma spesso le cure operative sono effettuate da un altro collega:
“in questo migliore di me”.
(Attenzione questo passaggio richiede molta competenza manageriale, non incasinarti, chiedi supporto).

La strada giusta
È quella che soddisfa i desideri professionali e personali del medico, dell’imprenditore, della persona.
Non esiste una strada giusta per definizione, dipende da quello che tu vuoi nella vita.
(Non a caso il mio secondo libro si titola così: Marketing Tucentrico)
Nelle mie consulenze questo è sempre il primo passo da capire e formalizzare come decisione:
cosa desidero dal mio futuro.
Al di là dei sogni è fondamentale trovare l’obiettivo concreto, perseguibile, stimolante che porta alla realizzazione del proprio desiderio.
Poi arrivarci è questione di metodo ed esperienza.
Parliamone assieme.
PS
La foto è tratta dal film “I moschettieri del re”, te lo consiglio: molto divertente e recitato benissimo.