Marketing da strada

Vuoi fare davvero marketing, quello che produce risultati?

Comincia dal facile, dal marketing di strada, da cosa vede per primo chi passa di fronte a te.

(Per il difficile chiama un professionista, rende sempre molto di più, come dimostra il guerrilla marketing di copertina).

Premessa

Troppe volte i piani marketing dei dentisti, quelli autodidatti, iniziano dalla fine, dalla lead generation sul web, anziché dall’inizio, dalla pre-parazione alla visita, che si esplicita nella domanda:

come mi sto presentando ai miei potenziali pazienti?

Si pongono l’obiettivo: devo procurarmi nuovi pazienti, senza prima prepararsi ad accoglierli, riceverli, gestirli efficacemente.

Pensando sia tutto facile:
non lo è.

Per motivi di privacy non posso qui riprodurre i mille errori e i tanti orrori che mi amareggiano solo osservando le targhe esterne di molti studi.

Esimi professionisti che mai si recherebbero vestiti con incuria ad un appuntamento, si presentano professionalmente senza alcuna attenzione per l’immagine che li rappresenta.

Queste le ho viste tutte, a Verona!

  • Targhe con una sola parola, in grande: dentista. Hai proprio nulla da aggiungere?
  • Targhe in ottone, alluminio o similaria macchiate e consumate dal tempo. Ho controllato, Sidol od affini costano pochi euro: fallo usare.
  • Targhe con loghi antiquati. Davvero, ti rappresenta bene un dentino sorridente? O il tuo nome con una scritta piena di svolazzi ottocenteschi?

Troppe volte ho frenato il desiderio di entrare e dire al titolare dello studio: perdona l’ardire ma…

  • Hai cambiato orari? Cambia la targa non appiccicarci i nuovi orari con un pezzetto di plastica
  • E’ arrivato un nuovo clinico? Idem come sopra: non fare un “tacon peso del buco”

Prendi dal portafoglio 100€ e inizia la più semplice degli azioni di marketing rinnova la targa esterna del tuo studio.

E inizia a pensare che se inviti qualcuno a casa tua, se ci tieni, devi curare anche l’aspetto la forma con cui ti presenti.

A cominciare dal logo.

La non cura

La non cura della forma è la prima percezione di te che hanno i clienti, soprattutto quelli nuovi.

Non lamentarti se poi i vari DentalPro intercettano potenziali clienti anche con l’attenzione scrupolosa alla forma: targa, vetrina e reception.

La cura inizia da qui, da una sala d’attesa d’accoglienza dignitosa, un bagno pulito e con sanitari che non risalgono agli anni ’50 e soprattutto da come tu ed il tuo team comunicate.

Comunicare meglio

Il primo assioma della comunicazione è molto semplice “non si può non comunicare”, la sua declinazione è:

quando comunichi, fallo al meglio.

Ti costa poco in termini economici ed ha una potente valenza.

Vuoi passare da una comunicazione che non controlli ad una efficace?

Chiamami ed organizziamo nel tuo studio un intervento formativo ad hoc.

L’ho definito “Studio con-vincente”, è riservato a tutti i componenti del tuo team e offre il la ad un modo migliore, professionale e redditizio per avere clienti più soddisfatti e per gestire meglio le prime visite.

Sentiamoci, così vediamo come può esserti utile

Gaetano

PS

Se neppure ti ricordi l’ultima volta che hai cambiato il marchio, o proprio non ce l’hai, contatta Dana Bonomi è molto brava e competente nel creare una bella immagine coordinata.

Se non hai soldi da spendere per diventare più attraente, almeno sistema la targa, il problema inizia da li: dalla poca attenzione a come ti vedono gli altri.


Passare il testimone

Premessa

Sul passaggio generazionale ho scritto molti post e realizzato un webinair di 45 minuti.

Che sono serviti a poco.

Quella che ha sempre funzionato è invece la consulenza privata.

Perché purtroppo questo passaggio di consegne è visto da chi “cede” come una sconfitta, un minus da combattere e da gestire egoisticamente.

Quando invece è solo la naturale evoluzione di un’impresa (nel doppio significato che tale parola ha) in cui nessuno perde o vince.

Cosa intendiamo

Intendiamoci sui termini, vi sono tre tipologia di passaggio generazionale:

  • Da padre a figlio, che questi sia clinico o non
  • Da titolare esperto a giovane collega già operante nello studio
  • Da titolare a un socio estraneo, non sempre un altro clinico

Ho gestito vari di questi passaggi, hanno iter complessi e prevedono innanzitutto ascolto e fiducia.

Ascolto in chi nei suoi consigli parla con acquisita competenza, fiducia nel fatto che il fine è renderla una operazione win-win in cui tutti ci guadagnano e sono soddisfatti.

Quando opero in consulenza per gestire il passaggio generazionale il mio ruolo è di solito sia da mediatore “emotivo” sia da promotore attivo della nuova organizzazione manageriale che si desidera impostare.

Colmo il baratro che spesso si crea.

Le ipotesi

Chiamami per un primo contatto telefonico esplorativo se sei in una di queste situazioni:

Padre figlio

Con il padre che da un lato ha il legittimo orgoglio per quello che ha fatto, dall’altro non si sente ancora pronto per la pensione anche se i 67 anni sono già stati o saranno prossimi.

Il figlio che ha spesso idee nuove o perlomeno diverse da quelle in atto e vorrebbe impostare la sua futura vita professionale senza essere solo “il figlio del capo” e potendo dimostrare le sue specifiche capacità.

(A volte anche sviluppate solo nell’area extra clinica).

Poiché non vi possono essere due capi spesso sorge un problema che pare irrisolvibile.

Non lo è.

Serve solo buona volontà da parte di entrambi ed un esperto a mediare e dimostrare come i legittimi desideri possano coincidere.

E diventino un beneficio comune.


Da titolare esperto a giovane collega

Di norma è la situazione più semplice da gestire, anche perché usualmente l’aver collaborato per anni è una eccellente base di partenza.

L’obiettivo in questo caso è ottenere due importanti risultati, solo apparentemente contradittori: dare evidente continuità di immagine ed impostare un efficiente riposizionamento operativo.

In parole semplici: cambiare dolcemente, senza traumi per i pazienti.


Da titolare a socio estraneo

Cedere il proprio studio, che ha come altro verso della medaglia il rilevare uno studio altrui è invece la situazione di gran lunga più complessa, per il marketing, il management e soprattutto per la salute ed il successo dello studio.

Non ci provo neppure a sintetizzarla in qualche riga, quello di cui sono certo è che, se non si agisce con molta competenza, diventa molto probabile una notevole perdita del fatturato consolidato.

Gestirlo da soli di solito è deludente dal punto di vista emotivo per chi cede ed economicamente rischioso per chi subentra.

Richiedere una consulenza esperta è di gran lunga la scelta economica più intelligente e produttiva.


Concludendo

La chiusa può apparire antipatica, ma è invece sinceramente generosa.

La rivolgo in primis a chi vuole o a volte deve cedere l’attività.

Non illuderti di avere la competenza necessaria a fare tutto da solo.

Non è così.

Ho visto troppi disastri causati da tale fallace presunzione.

Se vuoi bene al tuo successore, se vuoi bene all’impresa che hai realizzato con anni di fatica ed impegno, chiama qualcuno al tuo fianco per darti competenza ed ausilio.

Chiamami e parliamone, ti costa nulla ti può risparmiare grosse delusioni

Gaetano

PS

Preciso che per gli aspetti finanziari, societari, patrimoniali etc (altra bella rogna da gestire) mi avvalgo di colleghi specialisti in merito. Che mi hanno già dimostrato di essere particolarmente competenti in materia.