A te la scelta

Sono le nostre scelte a fare noi.

Premessa

Chi mi legge al 90% è in quella fase della vita in cui la valenza del fattore economico inizia a doversi coniugare con il desiderio sempre più pressante di una migliore od addirittura diversa qualità della vita.

Oggi le 12 ore al giorno di lavoro o le domeniche passate alle fiere non fanno più parte delle mie opzioni ed il desiderio di riempire gli anni futuri soprattutto con altro che non sia il lavoro sta determinando le mie attuali scelte professionali.

Ognuno sceglie la sua strada navigando tra quei desideri di amore/ successo/ poter decidere della propria vita che sempre ci guidano e che nel tempo alternativamente conquistano il primo posto nei nostri desideri.

Nella mia esperienza solo rare volte risulta davvero primaria la richiesta dei clienti che mi interpellano per:

voglio guadagnare di più”.

Quando approfondisco l'argomento quasi sempre scopro che nella maggioranza dei casi questa premessa si scontra con dei paletti di qualità di vita che eliminano le scelte più ovvie:

  • Aumenta il numero di ore lavorative e/o i sabati
  • Trova un giovane collega e fallo lavorare per te
  • Controlliamo i listini prestazioni
  • E facezie similari

Molto più spesso vengo chiamato per una insoddisfazione lavorativa più profonda, per risolvere la dicotomia diventata spiacevole tra l’essere medico ed imprenditore.

In cui mentre nell’area clinica vi è profonda competenza e controllo della situazione quella extra clinica è costante fonte di perplessità sul come agire.

Solitamente in questi casi la scelta è di confrontarsi con “qualcuno che ne sa”.

Le soluzioni

La più facile, erroneamente, delle vie porta alla frequentazione di corsi tenuti da qualche collega/dentista di successo, che alla sua attività affianca anche quella di consulente marketing.

La più apparentemente complessa prevede la consulenza in loco di un vero esperto in management, gestione d’impresa.

La prima soluzione è più facile perché in realtà di norma i relatori, pur nel ruolo di dentisti & manager, sono sempre e prima di tutto culturalmente dei medici, per cui parlano la stessa lingua di chi a loro si rivolge.

Inoltre quasi sempre sono persone che con il loro studio hanno avuto successo, per cui la semplice equazione è:

se faccio come mi dice lui ho successo anch’io.

Non è proprio così che funziona, ma sembra credibile.

Quando invece un medico si rivolge ad un esperto, uno che il manager lo fa di mestiere, nel marketing, nel controllo di gestione o nel management, allora deve compiere uno sforzo emotivo, più che intellettuale: fidarsi di lui, accettando di essere meno competente in campo extra clinico.

E mentre in un’azienda è normale che i manager collaborino tra loro, rispettando le diverse competenze in uno studio tutto è reso più complesso dalla centralità del titolare.

Centro nevralgico ed imbuto per ogni attività, perlomeno negli studi mono professionali.

Concludendo

Per questo ormai da tempo, dopo avere effettuato la prima diagnosi iniziale delle 36 regole, io non accetto più come clienti degli studi che già non abbiano all'interno un candidato, di solito la segretaria, idoneo da formare come dental office manager.

O non si impegnino ad assumerlo e formarlo come responsabile delle attività extra cliniche dello studio.

Non una segretaria, ma una persona con delega sulla parte gestionale e commerciale.

Che non esegue ordini: porta risultati.

Lo faccio perché solo allora posso fornire buone garanzie sull'andamento dello studio ed ho la sicurezza che il medico imprenditore potrà migliorare di molto la sua qualità di vita.

Anche guadagnando di più, ma non solo.

A presto sentirci se vuoi confrontarti al riguardo

Gaetano

PS Controlla il mio profilo professionale su LinkedIn: di mestiere faccio il manager.