Intervista a Simone Giacobbe: Dental Office Manager
Perché l'intervista a Simone
La premessa a questo post è che da qualche anno Serimedical, l’azienda di Renzo Revello specializzata nella formazione e nella consulenza in campo odontoiatrico, mi ha chiesto di partecipare al suo team per l’area marketing.
Ho accettato con piacere per due motivi: primo perché la ritengo la realtà in assoluto migliore nel suo ambito, secondo perché oltre a Renzo Revello ho scoperto anche alcuni colleghi di cui ho ampia stima.
Uno di questi è Simone Giacobbe, che si occupa della formazione per i D.O.M..
D.O.M. sta per Dental Office Manager ed è una figura strategica per qualsiasi intervento serio nell'area extra clinica dello studio. Quella che gestisce “l’impresa”.
Senza entrare in logiche da grande clinica, dove il D.O.M. ha con se anche una figura di supporto per la parte gestionale di back office, il D.O.M. è colui che segue il paziente in tutta la sua vita odontoiatrica non clinica: presenta il preventivo, redige gli accordi di pagamento, supporta il paziente nella parte amministrativa, nella gestione delle convenzioni e dei finanziamenti.
L’intervista a Simone è molto interessante per capire di che collaborazione, con che capacità e competenze, ha bisogno il titolare di un studio per essere efficiente, anche nella parte Vendita ed Organizzazione.
Quello che è certa è una necessità: l'area extra clinica deve essere gestita con competenza e non si può chiedere al clinico di occuparsene a livello operativo.
Deve trovare un valido collaboratore: il Dental Office Manager.
Poi farlo "addestrare" da specialisti competenti come Simone.
Buongiorno Simone e grazie per questa chiacchierata
Buongiorno a te Gaetano e grazie per l’opportunità che mi dai, parlare di managerialità anche in uno studio odontoiatrico è per me molto importante.
Innanzi tutto vuoi presentarti? Sei un ingegnere, corretto?
Si ho conseguito prima la laurea triennale poi quella magistrale sempre in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Esperienza in cui ho forgiato una mentalità analitica e metodica nella soluzione delle complessità.
Come sei entrato in contatto con il mondo del dentale?
La mia realtà lavorativa è iniziata dalla gavetta, ho lavorato in Selex, in Costa crociere, in Bombardier sempre ricoprendo ruoli con profilo tecnico-commerciale, dove il mio agire era tutto rivolto al cliente, alla sua soddisfazione, alla risposta alle sue esigenze.
Al dentale ci sono arrivato per un antefatto, dal 2002 ho iniziato un’attività di volontariato presso una Pubblica Assistenza, la Croce D'Oro di Manesseno, all'interno della quale sono cresciuto, anche professionalmente, fino a diventare istruttore del 118 Genova Soccorso e docente presso ANPAS Liguria: dove a tutt'oggi tengo corsi di primo soccorso con rilascio autorizzazione all'uso del defibrillatore esterno semiautomatico DAE.
Quando ho letto che una centro odontoiatrico di Genova cercava un D.O.M. (Dental Office Manager) mi si sono illuminati gli occhi: potevo unire la mia passione per la medicina alla mia esperienza di organizzazione ed al mio spirito commerciale.
Sono quindi un po’ di anni che lo frequenti, lo trovi in evoluzione?
In evoluzione a dir poco, è un mondo che cambia quasi quotidianamente sia nel suo aspetto interno clinico, basti pensare all'ambito digitale, sia a livello di pazienti nei quali la cultura del dentista inizia finalmente a radicarsi ed amplificarsi. Poi ovviamente sono arrivati i network che hanno contribuito a cambiare la stessa immagine del “dentista”.
Il network ha portato con se soprattutto un'organizzazione aziendale, come la vedi?
Il pro dell’avvento dei network e che questi hanno sensibilizzato le persone al dentale, hanno aperto un varco in un argomento che era quasi tabù fino a pochi anni fa, un lungo periodo storico in cui uno andava dal dentista e nemmeno riceveva un preventivo, eseguiva una cura, pagava (non sempre) e via. Oggi il paziente è più informato, è educato e lo studio per offrire un servizio migliore deve dedicarsi a lui in tutte quelle che sono le sue esigenze, cliniche ed extra cliniche.
Il contro è che nella proposta dei network manca il fattore umano, la sensazione di essere in famiglia. Il complimento più bello che sento da parte del paziente è quando afferma che qui, nel nostro studio, si sente come in una seconda famiglia, addirittura ci sono persone che sono contente di venire dal dentista: utopia. Noi siamo un grande centro odontoiatrico al quale non manca nulla rispetto le catene, dal punto di vista tecnico ed organizzativo, ma abbiamo una marcia in più: il rapporto personale con il paziente.
Come può uno studio di piccole dimensioni contrastare un network?
Primo deve, inevitabilmente, crescere, poi organizzarsi. Io sinceramente credo che i veri concorrenti non siano i network con le loro enormi insegne pubblicitarie, quelle non funzionano nell'ambito della salute. Funziona il passaparola, è quella la migliore forma di marketing. La vera concorrenza è tra i vari modelli di business e lo studio si deve organizzare per investire nei suoi punti critici, per differenziarsi dagli altri e creare valore, un valore che venga percepito dai suoi clienti affinché questi a loro volta facciano pubblicità indotta! Parliamoci chiaro, solo il 9% dei pazienti va nelle catene. È un problema, ma non il problema principale.
Sinteticamente di cosa parli nei tuoi corsi?
Affronto i due argomenti basilari, l’organizzazione e la vendita, come differenziarsi, creare valore, saper comunicare al paziente, accompagnarlo e farlo sentire attivo nella sua decisione di curarsi, di stare bene. Inoltre il paziente deve essere affiancato anche nel piano economico, trovando la giusta soluzione di pagamento.
Cosa serve per diventare un buon D.O.M.?
Capacità e competenza. La capacità perché bisogna credere in quello che si fa, la competenza perché è importante saper comunicare in modo convincente al paziente e non parlargli solamente, altrimenti sceglierà la concorrenza e non noi. Per fare questo bisogna partire da lontano, addirittura dal sapere come rispondere correttamente al telefono che, credetemi, non è così banale.
Regalaci un consiglio concreto: una leva per gestire meglio i preventivi?
Empatia in primis, bisogna entrare in sintonia con il paziente e saperlo ascoltare per andare a ricalcare le sue esigenze e dare così una risposta condivisibile. E l’empatia non può essere un bluff, ma deve essere reale o il paziente se ne accorge subito.
Nei miei corsi di marketing io affermo che uno studio odontoiatrico prima di tutto ha bisogno di applicare un metodo operativo, poi di fissarsi un obiettivo di budget. Condividi?
Certo un D.O.M. deve avere obiettivi ben precisi, anche economici. Come dici tu nel tuo corso “meglio un obiettivo sbagliato che nessun obiettivo”. Senza obiettivi non si arriva da nessuna parte, ma l’obiettivo primario deve essere uno, la convinta soddisfazione del paziente.
Ultima D.O.M.anda: vi è una raccomandazione che fai sempre alla fine di un tuo corso?
Direi di si, quella di lavorare con passione, di pensare al fatto che non stiamo curando dei denti ma stiamo curando delle persone.
Grazie Simone, come al solito sei stato concreto e stimolante, a presto vederci
Piccolo spazio pubblicità.
Fate formazione a chi vi deve aiutare nel gestire al meglio l’area extra clinica e farvi operare in pace, da medici. I corsi di Simone sono sempre ultra apprezzati, vanno esauriti rapidamente, qui il link al prossimo.
Oppure fai prima e fatti spedire il programma chiamando direttamente in Serimedical.
Intervista ad Alessandro Silva: esperto sul controllo di gestione.
Premessa
La premessa a questo post è che Serimedical, l’azienda di Renzo Revello specializzata nella formazione e nella consulenza in campo odontoiatrico, mi ha chiesto di partecipare al suo team di docenti per l’area marketing.
Ho accettato con piacere per due motivi, primo perché la ritengo la migliore scuola d'impresa del dentale, secondo perché oltre a Renzo Revello vi ho ritrovato alcuni colleghi e amici di cui ho ampia stima.
Uno di questi è Alessandro Silva, il responsabile dell’area Strategia di impresa e controllo di gestione.
Lo intervisto per farci spiegare l’importanza strategica che ha in uno studio odontoiatrico un buon controllo della propria gestione economica e finanziaria.
Quella cosuccia che può fare la differenza tra avere degli utili e no.
L'intervista ad Alessandro Silva
Buongiorno Alessandro e grazie per questa chiacchierata
Buongiorno Gaetano, grazie a te.
Innanzi tutto vuoi presentarti. Di origine sei un bocconiano vero?
Si mi sono laureato in Economia Aziendale in Bocconi, poi ho fatto il manager in azienda per 15 anni e da altrettanti lavoro nella consulenza e affiancamento per la gestione delle imprese familiari.
Come sei entrato in contatto con il mondo del dentale?
Ho conosciuto il dentale tramite un progetto di consulenza/ affiancamento con alcuni professori dello SDA Bocconi. Attraverso questa attività ho conosciuto l’azienda Revello e i suoi titolari Renzo e Gianni.
Sono quindi molti anni che lo frequenti, lo trovi molto cambiato?
Quando sono arrivato il dentale aveva appena recepito l’introduzione della legge Bersani, non si parlava di “digitale” e non era ancora iniziata la grande crisi economica. Quindi eravamo in un altro mondo, i cambiamenti sono evidenti.
Secondo molti dentisti quella odontoiatrica è una professione che non è più redditizia, tu sei d’accordo?
Assolutamente no, se guardiamo le performance di uno studio ben gestito dal punto di vista dei parametri economici questi sono ancora sicuramente a livelli molto alti. Soprattutto se confrontati con altri settori/ professioni.
Altri invece temono che l’avvento dei network “stia uccidendo” la classica libera professione, che ne pensi?
La libera professione sanitaria non morirà mai, perché offre un sistema prodotto/servizio diverso rispetto a quello dei network. Questo però impone dei cambiamenti, gli studi tradizionali dovranno evolversi ed esplicitare al meglio i propri vantaggi nei confronti dell’offerta dei network, ad esempio fornendo una diversa “customer experience”.
Da un punto di vista economico finanziario, se ben organizzato e gestito, uno studio tradizionale ha tutte le possibilità di poter controbattere adeguatamente sul territorio le mosse dei network.
Certo, per vincere bisogna cambiare mentalità ed attività. Cambiare è difficile, non cambiare può rivelarsi una tragedia per l'attività professionale.
Un dentista non può fare tutto, specialmente se desidera fare il dentista
Sinteticamente di cosa parli nei tuoi corsi?
Prima di tutto insegno con un linguaggio molto semplice quelli che sono gli elementi di base per capire l’economia di uno studio dentistico. Per poter avere una visione chiara delle aree su cui eventualmente intervenire e per ottenere migliori performance economiche. Una cosa che mi preme sempre ricordare è che il controllo dei numeri non è il fine, ma è il mezzo. In sintesi i numeri e la loro analisi devono servire per attivare delle azioni mirate e verificare l’effetto delle stesse.
Un semplice resoconto mensile non serve a niente se non viene utilizzato per prendere eventuali decisioni. Un altro aspetto importante è distinguere la produzione dei numeri dal processo di analisi e decisione, che è la vera area di attività del titolare.
Ma allora chi la deve fare la produzione dei numeri?
Vista la tipicità caratteristica degli studi dentistici la completa produzione dei numeri può avvenire solo coinvolgendo il personale interno, molti parametri chiave sono infatti residenti nel software gestionale.
Una corretta alimentazione del software gestionale, secondo regole formalizzate e tenute sotto controllo, non solo fornisce dati più precisi, ma permette consistenti risparmi di tempo a chi deve poi generare i report. La nascente figura del DOM (Dental Office Manager) ha tra le sue mansioni più importanti quella di produrre dati affidabili definendo le regole e controllando l’adeguato input del software gestionale.
Dici che il DOM è una figura nascente, che caratteristiche deve avere?
Il DOM è un evoluzione della vecchia “segretaria factotum” quindi non solo deve essere una figura di provata affidabilità, ma deve anche possedere delle conoscenze specialistiche di area gestionale ed organizzativa. Questa figura sarà sempre più indispensabile in studi tradizionali con elevate potenzialità di crescita, in quanto dovrà organizzare e gestire la crescente complessità dell’area extra clinica, liberando il titolare dalle incombenze organizzative quotidiane.
Ma la "vecchia" segretaria può diventare una DOM?
Avendo il potenziale, le capacità, sicuramente sì; esistono affidabili sistemi per verificarne le capacità.
Una volta confermato questo aspetto occorre sicuramente seguire dei piani formativi specializzati, che mettano le persone in grado di operare immediatamente all’interno dello studio, con nuovi e funzionali metodi e strumenti.
Parlando invece delle consulenze individuali qual è la criticità più frequente che riscontri?
La mancanza di dati in generale e nel particolare, se esistenti, l’affidabilità degli stessi. Come detto prima qualsiasi azione attivata in un’impresa parte dall’analisi dei dati. Un'altra frequente criticità è la poca chiarezza dei ruoli ed attività nel team.
Regalaci un consiglio concreto: qual è una leva per agire sulla redditività di uno studio?
Il primo processo critico che suggerisco mettere sotto controllo è quello relativo agli incassi, con regole e procedure chiare, formalizzate e condivise. La gestione del credito non può basarsi su “fogliettini” post-it, comunicazioni verbali tra le ASO eccetera, come troppo spesso mi capita riscontrare.
Ricordatevi che i crediti più difficili da recuperare sono quelli di piccolo importo.
Nei miei corsi di marketing inizio dicendo che uno studio odontoiatrico prima di tutto ha bisogno di applicare un metodo operativo, poi di fissarsi un obiettivo di budget. Condividi?
Il budget è l’essenza del buon controllo. Come faccio a dire che sono andato bene se non mi sono fissato un obiettivo? L’obiezione principale verso la stesura di un budget è che “tanto sarà sbagliato”, questa è un ovvietà che non ci deve fermare. Trattandosi di una previsione sul futuro è impossibile/ molto improbabile centrarla, però l’esperienza la rende ogni anno più vicina alla realtà consuntiva. Ricordo ancora una volta che lo scopo del budget è quello di porsi un obiettivo: che deve essere misurabile, realistico, ambizioso e tempificato.
Ultima domanda: vi è una raccomandazione che fai sempre alla fine di un tuo corso?
Durante il corso do alcune indicazioni pratiche che possono essere attivate dal lunedì mattina successivo e che permetteranno di ottenere un ritorno sull’investimento del corso in tempi rapidissimi.
Una di queste riguarda il “prezzo” e come si possa anche aumentarlo, senza creare scompensi.
Grazie Alessandro, come al solito sei stato concreto e stimolante.
A presto vederci
Gaetano
PS
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Io però ti consiglio di conoscerlo personalmente, ha un esperienza unica nel suo campo: è un uomo con competenza “aziendale” che conosce perfettamente il dentale.
Per informazioni sui suoi corsi o per contattarlo se ti serve una consulenza ti ricordo il sito Serimedical.
Per contattare me, hai vari opzioni, a presto vederci
Gaetano
Il professor Caccianiga e il LASER
Chi legge i miei post sa che considero la creatività una molla potentissima per emergere in ogni attività, ivi inclusa quella del medico odontoiatra.
È molto piacevole quindi intervistare dei medici che hanno successo grazie a strategie e tattiche personali ed originali.
Ho conosciuto il professor Gianluigi Caccianiga recentemente, grazie ad un comune ruolo di relatori –lui come medico esperto di laser io come giovane uomo di marketing - in una bella serie di iniziative che ci ha proposto la ditta Doctor Smile, produttore italiano di laser di qualità.
La prima impressione è stata: questo medico lo ama davvero molto il suo mestiere!
Poi ho visto i suoi casi, visitato lo studio, conosciuto lui e capito che Gianluigi è diventato un uomo di successo grazie alla forza della sua “immaginazione”. Questa è l’intervista in cui Gianluigi spiega la sua scelta di essere un medico della bocca. Confido che ti sia utile come le precedenti.
Buongiorno Gianluigi: ma quanto ami il tuo lavoro?
Moltissimo. E lo devo a mio padre, anche lui odontoiatra. Il mio primum movens in questa professione è stato infatti l'amore e la stima infinita per il mio Papà. Volevo stare vicino a lui anche nel lavoro e così è stato, sino al giorno in cui se ne è andato per un infarto. Ho iniziato accompagnandolo nello studio e il suo esempio professionale e umano mi ha guidato nel percorso successivo.
Qual è l’insegnamento principale che ricordi?
Mi ha insegnato che al centro della nostra attività esiste il Paziente, a lui deve essere rivolto lo stesso amore che sentiamo per la nostra professione. Nostro compito è aiutarlo a guarire dalle sue malattie della bocca e dalle sue paure, spesso connesse ad esse. Aiutarlo, non solo metaforicamente, a terminare la cura con il sorriso sulle labbra.
Qual è l’ambito terapeutico che prediligi?
Sin dai primi anni novanta mi sono dedicato molto all’area parodontale, scontrandomi subito con una realtà in cui -con le tecniche ed i prodotti disponibili all'epoca- erano purtroppo molto frequenti gli insuccessi. Io di carattere sono un agonista e questo dato, valutato allora come naturale, non l’ho voluto accettare.
Ne ho allora ricercato la ragione principale, riconoscendola in alcuni gruppi di batteri particolarmente aggressivi, resistenti a terapie mediche e chirurgiche. Ho quindi studiato quanto era all'epoca presente sul mercato e nella tecnologia medica, ritrovando nell'utilizzo dei laser chirurgici una potenzialità ancora non esplorata in modo adeguato dai ricercatori.
In effetti se quasi un collezionista di LASER...
Laser ne ho avuti molti e ne ho di ogni genere. In ogni blocco operativo della mia clinica sono sempre presenti almeno due laser , ciascuno con specifiche lunghezze d’onda, che possono essere impiegati in ogni procedura terapeutica.
Consapevole che solo laser in grado di penetrare nei tessuti in profondità e con elevate potenze potessero avere efficacia sulle specie batteriche più aggressive della bocca, in combinazione con il dottor Gérard Rey, dell’Università Paris Diderot, abbiamo iniziato a ricercare laser idonei allo scopo.
Nel corso degli anni, grazie alla interazione con i migliori produttori mondiali (e li abbiamo “made in Italy”) siamo riusciti a sviluppare moderni laser a diodi che abbinano le elevate potenze alla soppressione dei tanto temuti surriscaldamenti dei tessuti orali.
In abbinamento ai laser penetranti, ottimi per decontaminare i tessuti, in questi anni abbiamo sviluppato procedure mini-invasive mediante laser specifici. Gli Erbium:Yag sono in grado di entrare nei tessuti duri e molli solo per pochi micron, quindi in grado di effettuare delle procedure davvero micro-chirurgiche.
Ciò ci consente, ad esempio, di curare i denti senza l’uso del tanto temuto trapano e di effettuare talune chirurgie senza il ricorso ai punti di sutura. Quindi di ridurre l’impatto psicologico delle nostre cure su tutti i pazienti, grandi i piccini che siano.
Quando hai iniziato ad utilizzare il LASER?
L’ acquisto del mio primo laser di alta potenza è stato nel 1994 ossia 6 anni dopo la mia laurea.
Acquistai un laser pulsato, Nd:Yap, che appariva molto innovativo, ma che aveva anche importanti effetti termici, che ho imparato a tenere a bada con l’esperienza!
Nei mesi successivi la collaborazione con una equipe di colleghi transalpini, a capo della quale c'era il dottor Gerard Rey, ci ha portato a sviluppare una notevole interazione tra i laser di alta potenza e il perossido d'idrogeno (l’acqua ossigenata 10 volumi 3%). Questa procedura ha dimostrato un importante potere battericida nei confronti dei complessi batterici responsabili della parodontite recidivante. Finalmente vi erano le premesse per arrestare la malattia parodontale.
Direi che sei stato un precursore.
Ormai sono passati più di 20 anni, ed il follow up delle cure, effettuate con protocolli che si sono sempre più affinati, ha mostrato l'efficienza e l'efficacia dell'approccio laser-assistito.
I primi anni della mia esperienza laseristica, sia nell'ambito universitario-ospedaliero sia in quello libero-professionale, si sono accompagnati ad una intensa crescita professionale. Il che mi ha portato ad approcciare anche la chirurgia ossea ricostruttiva delle ossa mascellari, andate distrutte con la malattia dei denti e delle gengive, e la chirurgia implantare avanzata.
Interventi di grande invasività!
Assolutamente sì, tuttavia la grande invasività determinata dai prelievi ossei extra-orali o intra-orali non era per me fonte di soddisfazione. L'inabilità temporanea cui spesso i miei pazienti erano costretti dopo le nostre chirurgie mi dava profonda tristezza.
Ma proprio verso la fine degli anni novanta ho iniziato a verificare che la laser-terapia aveva, oltre alle sue ormai evidenti proprietà di decontaminazione batterica, anche una grande capacità biostimolatoria. Ovvero favoriva la guarigione delle ferite e migliorava il decorso post-operatorio dei pazienti dopo un intervento chirurgico laser-assistito.
Dunque la tua struttura è basata sull'utilizzo del LASER?
Certo, oggi ho messo a punto codificati protocolli di biostimolazione che aiutano il paziente odontoiatrico non solo in chirurgia ricostruttiva parodontale ed ossea, ma anche tutti gli altri campi. In ortodonzia ad esempio, riducendo le durate dei trattamenti ortodontici ed il discomfort delle sedute cliniche. Il laser è stato dunque il motore tecnico ed il traino che mi ha guidato nella mia formazione.
Ho notato che in ogni studio è presente anche il microscopio.
L'abbinamento con la microscopia operatoria è nato dal fatto che il laser è utilissimo nella microchirurgia, ma va da se che per fare la microchirurgia è necessario vederci bene. Ecco perché da molti anni ho scelto di avvalermi anche dei microscopi operatori, che ormai io e la mia equipe usiamo abitualmente e per qualsiasi procedura odontoiatrica si svolga nello studio.
Tu definisci la tua struttura paziente – centrica, come mai?
Quando, nel 2004, è iniziato il progetto di una nuova struttura, più grande e confortevole dello studio dove il mio Papà iniziò ad operare nel 1963 (mio anno di nascita, forse un segno del destino), era evidente che sarebbe dovuta essere paziente-centrica, con in ogni studio i migliori servizi per il paziente.
Il paziente quando entra nel nostro studio si sente "sicuro". Sicuro che vengono adottati tutti i presidi volti a proteggerlo, a partire dall'uso dei calzari obbligatori da indossare prima di accedere alla struttura.
Certo che venga impiegata la miglior tecnologia attuale per dargli il minor discomfort possibile nell'esecuzione delle cure odontoiatriche. Diventa quindi ottimista nel raggiungimento degli obiettivi prefissati e promessi, grazie all'osservanza rigorosa dei nostri protocolli.
Quali sono le linee guida etiche del tuo studio?
PAZIENZA E RIGORE, con queste due parole definiamo l’applicazione di protocolli certificati per risolvere con successo le patologie del cliente.
SORRISO E L'OTTIMISMO sono quelle che ci guidano verso la soluzione dei casi, dal più semplice a quello veramente complesso, che spesso mi mandano i colleghi. Sono intimamente orgoglioso nel poter affermare che i risultati raggiunti ed i feed back dei nostri pazienti sono statisticamente eccellenti.
Qual è la cosa che fa la differenza nel tuo studio?
Certamente la cura della malattia parodontale e la chirurgia -con i nostri protocolli brevettati a base di laser di alta potenza e soluzione ossigenata biostimolatoria- sono il nostro cavallo di battaglia, il nostro "riempi-studio", ma l'attenzione e la meticolosità di ogni operatore per lo "stare bene" dei nostri pazienti è il miglior passaparola per l’arrivo di nuovi clienti. Il nostro progetto di marketing è rassicurare il paziente, e spiegargli che anche se gli hanno detto che perderà 20 denti in due anni, seguendo le nostre indicazioni e con le nostre cure potrà forse perdere due denti in 20 anni.
Non dimenticando che estetica e funzione vanno di pari passo, come mi ha insegnato il mio Maestro professor Ennio Giannì, recentemente scomparso. Quindi anche l'estetica e l'armonia del sorriso sono curate presso la nostra struttura, ma sempre legandole alla ottimale funzione dell'organo della masticazione, vero centro della nostra Mission.
Vi è un forte entusiasmo in quello che affermi.
Gaetano, io ho una grande fortuna: sono arrivato alla metà del mio percorso professionale, con l'entusiasmo di un neo-laureato. Ogni volta che saluto un paziente felice, che può toccare con mano risultati che sembravano per molti impossibili, ottengo la risposta al mio primo quesito: perché faccio il medico odontoiatra?
La risposta è nella felicità che mi offre.
Grazie Gianluigi è stata una bella intervista. Invito chi ti vuole conoscere di persona a partecipare ad un appuntamento MIDD (Mini Invasive Dentistry Day) od a uno dei tanti corsi cheti vedono come relatore, a presto vederciGaetano Toffali
Gianluigi ha trovato con l'uso del Laser una via “immaginifica” per ottenere successo dal suo lavoro, ma l’”AMORE” per il Paziente è stata la sua leva principale: un vero "medico della bocca"!
Se anche tu hai trovato un percorso che vuoi condividere con i tuoi colleghi contattami e conosciamoci.
Lo stai ancora cercando e hai bisogno di un coach forte al tuo fianco per liberare e potenziare il tuo talento? Contattami e scopri come nulla sia facile ma tanto sia possibile.
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Il Galateo in studio è moderno.
Il galateo è moderno.
Con il termine Galateo non intendo solo la cortesia nei confronti delle donne, ma proprio l’utilizzo consapevole di una serie di strumenti che la mia amica Helene definisce con il bel termine etiquette.
Dell’importanza della “cura” anche esteriore verso gli altri ne sono convinto da sempre ed Helene di questo ha fatto addirittura un componente della sua professione.
Le ho quindi chiesto di condividere le ragioni che l’hanno spinta ad occuparsi anche di galateo e quali ne sono le regole principali.
Buongiorno Helene, è davvero moderno il galateo?
Certo che si Gaetano, oggi la nostra società è sempre più individualista e poco educata nei confronti dell’altro. La mancanza di rispetto e la volgarità sono allineatore del giorno. Le persone si aggrediscono e si insultano con molta facilità, gli uomini lasciano le loro compagne/mogli affaticarsi con borse troppo pesanti perché «le donne hanno voluto la parità, quindi si devono arrangiare». Altri regolarmente telefonano al tavolo del ristorante o maneggiano abitualmente il proprio smartphone davanti al partner. Sono comportamenti ineleganti e maleducati.
Aggiungiamo infine i turisti che criticano, si lamentano e prendono in giro deliberatamente la cultura del paese che li ospita in vacanza: ecco, tutto questo mi porta a pensare che più che mai il galateo è moderno e utile.
E’ chiaro che la nostra epoca è caratterizzata da una mentalità più aperta ed è sicuramente una buona cosa. Il problema è che abbiamo di fronte un numero tale di scelte, di consigli e d’esempi che diventa difficile capire qual è il comportamento ottimale in tale o tale altra situazione. Quindi mettere un po’ di ordine segnalando come alcuni gesti, parole e atteggiamenti attrarranno risultati diversi e più o meno efficaci è sicuramente un obiettivo da considerare.
Tu sei consulente di immagine, esiste un galateo commerciale?
Sicuramente, è una forma di comunicazione che è sempre presente nelle aziende, in modo più o meno accentuato. La possiamo chiamare “eleganza relazionale” ed è una risorsa supplementare per:
- Provare piacere nell'esercizio del proprio mestiere e quindi diventare consapevoli delle emozioni vissute e trasmesse
- Creare immediatamente e in modo durevole un legame con i clienti
- Distinguersi positivamente dalla concorrenza
- Addirittura vendere di più e meglio
Qual è il primo suggerimento?
Curare il proprio comportamento, analizzarlo e migliorarlo con costanza!
La relazione autentica deve qualificarsi grazie ad una sincera dimensione umana: il bello, la delicatezza, il piacere e la scelta delle parole per esprimere e sublimare le situazioni richiamando tutti i sensi. Il commerciale che vuole essere positivamente ricordato, deve quindi sviluppare anche questa dimensione estetica.
Ricordi un errore comune presente nella comunicazione alla clientela?
L’errore più comune è lo scorretto utilizzo della lingua italiana con formule inappropriate, troppo o troppo poco formali, la familiarità eccessiva; inaccettabili gli errori di grammatica e ortografia. Occorre sempre rileggere con molta attenzione i propri scritti prima di spedirli. L’immagine percepita conta quanto il significato. La sciatteria di una comunicazione ne elide gran parte del suo valore.
Sono tecniche rivolte solo ai clienti o parliamo anche di galateo aziendale?
All'interno dell’azienda ci sono codici del bon ton sanciti da regole non scritte, ma tuttavia da non omettere. I rapporti di lavoro dovrebbero essere improntati alla massima lealtà e correttezza, sia verso i superiori sia verso i subalterni. Ad esempio, il capo non ha solo diritti ma anche doveri come creare un clima di lavoro sereno e collaborativo. Il dipendente non deve contraddire il proprio superiore davanti ad un esterno. Tra colleghi, se si deve spiegare il lavoro a un nuovo arrivato, bisogna farlo senza che quest’ultimo possa sentirsi inferiore o incapace; mentre costui dovrà imparare con umiltà mettendo da parte l’arroganza.
Esiste anche un galateo relativo al web?
Certamente! Esiste addirittura un Etica dei Computer che stila ben 10 comandamenti tra cui: non usare il web per danneggiare altre persone, usare sempre il computer in un modo che mostri considerazione e rispetto.
Ricordo inoltre che non si devono mai pubblicare articoli o commenti su argomenti come sesso o religione in un sito o social lavorativo. Neppure di politica, questo lo fai eventualmente sul tuo social personale e privato.
E' un bene allora creare due profili Facebook, privato e professionale?
Certamente, se sono tua amica mi interessa leggere di tua figlia che fa teatro, mentre se mi interessano i tuoi consigli professionali desidero trovarli raggruppati, sul profilo aziendale. Facebook deve permettere a chi ci conosce o ci vuole conoscere di trovare su di noi informazioni pertinenti in grado di mettere in risalto la nostra personalità.
È un mezzo di comunicazione a nostro servizio e quindi lo dobbiamo curare con estrema attenzione, per non renderlo addirittura controproducente.
Puoi darci qualche consiglio sull’“etiquette” per i social?
La regola di base è essere sintetici. Vietato usare un linguaggio volgare o irrispettoso, il rispetto è essenziale. Non iniziare o partecipare a polemiche violenti o ingiuriose. Usare le emoticon poiché sono un grande aiuto per capirsi meglio ed evitare fraintendimenti. Attenzione: nelle comunicazioni via web o e-mail, scrivere in maiuscolo vuol dire URLARE.
Senti Helene, io mi stupisco quando non ho feed-back dalle mie e-mail, ho ragione?
Distinguiamo: vi sono due tipi di mail, quelle generali che ti arrivano perché fai parti di una lista di MailChimp o altro e quelle invece personali dirette solo a te.
Nel primo caso, è ovvio che si risponde solo se si è interessati, mentre nel secondo caso, anche se non è obbligatorio, è consigliato un feed-back. Non si tratta in questa circostanza di maleducazione o di superficialità ma di coerenza con una regola che raramente viene rispettata: si dovrebbe chiedere l’autorizzazione di mandare una mail ad una persona per poter pretendere una risposta.
La nostra mail inviata senza preavviso a persone che non ci conoscono “inquina” la posta del nostro destinatario e può dispiacergli. Quindi è buona norma chiedere il permesso di “entrare in casa” prima di inviare una mail. Tutto bene quindi quando la mail ci viene fornita dal destinatario, ma capiamolo se non risponde quando riceve una mail –recuperata in vari modi- inviata da chi non conosce.
Io rispondo a tutte le mail di persone che conosco.
Diciamo che usi delicatezza nei loro confronti, anche se loro hanno invaso la tua posta con, magari, una mail poco gradita. Sempre lodevole mostrare benevolenza piuttosto che indifferenza.
La cortesia è sempre efficace e viene ricordata.
Parliamo delle signore: galateo e femminismo sono un antitesi?
La cortesia è un valore da cui il femminismo non può, non vuole e non si deve dissociare. E deve essere da entrambe le parti! Infatti, la cortesia e galanteria dell’uomo nei confronti della donna richiedono, da parte del gentil sesso, la stessa attenzione e lo stesso rispetto nei confronti dell’uomo. E’ un capitolo fondamentale della società odierna. Una condizione da non sottovalutare se vogliamo la parità, anche se può sembrare che galateo e femminismo possano essere in antitesi.
Allora posso continuare ad aprire la porta alle signore?
Non è che puoi… devi!!! Molti uomini si sentono inadeguati nel farlo, altri non osano nemmeno, altri ancora si rifiutano. Ma una donna, davanti a questa cortesia rimane sempre colpita favorevolmente, magari qualcuna si stupirà ma in fondo si sentirà lusingata per una gentilezza nei suoi confronti.
Non dimentichiamo che il galateo ha come scopo quello di favorire le relazioni sociali, cercando di semplificare la quotidianità delle donne e qualificare gli uomini da gentiluomini.
Un ultimo consiglio un po’ speciale per chiudere in bellezza?
Concluderei con alcune regole di base, spesso dimenticate nel nome della modernità e della voglia di differenziarsi:
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Curare il decoro del corpo, che chiede un abbigliamento consono ad età, corporatura, ruolo sociale, luogo in cui ci si trova
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L’autocontrollo: ricordarsi di non dire tutto quello che si pensa ma di pensare a quello che si dice
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Discrezione nel comportamento personale e sociale, in special modo nella differenza tra i sessi
-
Moderazione nell'azione, meditare prima di agire migliora l’efficienza della nostra azione
Ringrazio Helene per la sua cortesia, se desideri conoscere meglio di cosa si occupa visiona direttamente il suo sito web.
Se invece sei già mio cliente ne hai già sentito parlare, fa parte di quel Marketing Hub di esperti con cui collaboro e che consiglio per esperienza diretta sulle loro capacità e competenze.
Lei in particolare cura l'immagine aziendale come Interior e Communication Designer. Inoltre si occupa di Lifestyle - Etiquette - Organizzazione di eventi e Pubbliche relazioni.
Come avrai notato dalle interviste in altri post, gli esperti che intervisto sono veri professionisti: lascia perdere i dilettanti. Chi ti rende davvero è chi conosce il suo mestiere. Meglio ancora se lo ha fatto con competenza specifica nel settore dentale.
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Gaetano
Ortodonzia: ne parlo con il professor Di Blasio
Ho conosciuto il professor Alberto Di Blasio per il suo invito cortese: tenere una docenza sul marketing in odontoiatria, durante il Master di Estetica Periorale di II° livello che dirige a Parma.
In realtà Alberto è un luminare della ortodonzia -che insegna da anni a Parma- con una casistica di oltre 7.000 casi risolti, è inoltre autore di alcuni libri che sono di testo in varie università e nel suo curriculum sono presenti oltre 90 pubblicazioni. Di ortodonzia se ne intende!
Essendo io il felice genitore di Gaia – giovine adolescente- ho chiesto spudoratamente alcuni consigli al professor Di Blasio, che poi si sono trasformati in questa intervista sull'ortodonzia. Sono domande di un padre, che di certo saranno utili a tutti i genitori.
Buongiorno professor Di Blasio, la prima domanda è semplice:
A che età è meglio fare il primo controllo ortodontico?
In presenza di patologie complesse la prima visita va fatta prestissimo, a volte anche alla nascita. Nei casi “normali” sarebbe bene comunque vedere i bimbi verso i 4-5 anni. Non è frequente dover intervenire così presto, tuttavia il vantaggio di scoprire precocemente eventuali anomalie dentali o della crescita del viso è a volte cruciale. Quando poi non vi dovesse essere motivo per un trattamento così precoce, lo specialista sarà ben lieto di programmare soltanto controlli regolari di crescita.
Bisogna partire così presto con l’ortodonzia?
Dipende dal tipo di problematica. Ai miei studenti ricordo spesso una frase di R. Ricketts –un luminare della moderna ortodonzia- che consiglia:
“Prima esegui la cura e più il viso si adatterà ai tuoi ideali, più tardi lo fai e più sarai tu a doverti adattare ai problemi del viso del tuo paziente”
Per cui: una visita precoce è sempre consigliabile. A volte diventa la programmazione di una cura futura ma spesso è solo un controllo rassicurante.
Possono quindi passare degli anni prima di iniziare la cura?
Certo! In molti casi ci pensa “mamma natura” e quello che poteva sembrare un problema si risolve da se. Tuttavia meglio tenerlo sotto controllo: lo specialista in ortognatodonzia sa bene quali sono i problemi che tendono a risolversi da soli e quali invece possono peggiorare con la crescita. Può quindi spiegare bene ai genitori la situazione reale e fornire loro le indicazioni su come agire in futuro: se e quando fare un ulteriore controllo ortodontico.
In cosa consiste il primo controllo?
Nel mio studio - Centro Medico Di Blasio a Parma- la visita consiste nella compilazione di una cartella clinica, alla quale segue un colloquio approfondito per comprendere la storia del paziente ed eventuali trattamenti precedenti, se è un caso complesso inviatomi da un collega. Segue la visita facciale e quella del cavo orale che permettono di capire se esiste qualche problema che vada ulteriormente approfondito tramite esami radiografici. Quando si reputa utile si stabilisce un secondo appuntamento, in cui vengono rilevate le impronte delle arcate dentali, le foto facciali e dentali e le radiografie necessarie (in genere la “panoramica” del cavo orale e la teleradiografia, visione radiologica dell'intero viso). Sulla base di questi dati lo specialista fonda la diagnosi, le previsioni di crescita del viso ed infine redige un piano di cura che viene illustrato al paziente (o ai genitori).
Direi che la diagnosi è fondamentale?
La diagnosi è il 90% del mio lavoro. Una diagnosi errata porta anche il medico più attento a non poter risolvere i problemi dei propri pazienti. Una diagnosi corretta offre già da se ampie possibilità di risolvere ottimamente il caso.
Domanda maliziosa, ma come faccio a capire se la diagnosi è corretta?
Purtroppo è solo una questione di fiducia, una cura ortodontica dura anni ed i risultati si intravedono e consolidano solo con il tempo. Vi sono però vari modi per capire se la tua fiducia è ben riposta.
Primo: scegli sempre di affidare tuo figlio ad uno specialista in ortognatodonzia! Poi informati, chiedi a chi è stato già curato da lui in passato, controlla il suo curriculum professionale e didattico –oggi internet fornisce tantissime notizie in merito- e cerca di capire come opera. Un esempio di metodologia di lavoro è il “codice etico” che ho voluto per il mio centro.
L’ortodontista è uno specialista “speciale”?
Si, legalmente ogni odontoiatria può effettuare delle cure ortodontiche, ma solo l’ortodonzia e la chirurgia orale prevedono ulteriori tre anni di specializzazione post laurea. Infatti la materia è troppo complessa per potersi esaurire nel corso di laurea in odontoiatria. Anche nella mia attività universitaria, durante questo percorso di studi, insegno la metodologia di diagnosi e in generale di terapia. Tuttavia il neolaureato non è ancora in grado di gestire concretamente un caso prima di aver ulteriormente approfondito in senso teorico e pratico la materia.
Allora è semplice: basta guardare se ha appeso il diploma di specializzazione?
Quasi, perché io parlo di diploma ufficiale –quello universitario- di specializzazione triennale non di attestati di frequenza che purtroppo alcune aziende private concedono con solo pochi giorni di corso. Aggiungerei anche che un professionista, anche se specializzato, non raggiunge la piena maturità clinica prima di 10-15 anni dalla specializzazione proprio a causa della complessità della materia. Infatti le tecniche che occorre conoscere sono molteplici e ognuna richiede alcuni anni di apprendimento. Per esempio non è raro che io utilizzi tecniche differenti all'arcata superiore e inferiore o addirittura in aree diverse della stessa arcata. Questo agire prevede lunghi studi e competenza.
Ulteriore domanda maliziosa, ma la tecnica Invisalign non risolve tutto?
Per “tecnica Invisalign” si intende l’utilizzo di mascherine invisibili in sequenza per ottenere movimenti ortodontici progressivi. In ortodonzia ogni tecnica ha pregi e difetti e lo abbiamo già detto, lo specialista deve conoscerli per poterli proporre quando vantaggioso e sconsigliare in caso contrario. Questa tecnica, assieme alla cosiddetta “linguale”, ha il vantaggio di essere molto rispettosa dell’estetica del paziente, ma come tutte le altre va consigliata solo in casi precisi: quando sia adeguata a risolvere completamente il problema per il quale la persona ricorre al medico.I
Soluzione facile e semplice, all'apparenza!
Certo, ma come ho letto nel tuo libro:
Ogni problema complesso ha una risposta semplice. Che spesso è sbagliata.
A volte esistono soluzioni ortodontiche semplici per problemi complessi, ma purtroppo questo accade di rado. Anch'io a volte consiglio le “mascherine”, quando non ho particolari difficoltà da risolvere, ma ovviamente molto meno nei i bambini e più spesso negli adulti.
Ortodonzia anche per adulti?
Si certo, per gli adulti l'ortodonzia è scelta terapeutica che spesso non è motivata da esigenze funzionali ma ha soprattutto ambizioni estetiche. Penso che la motivazione estetica sia assolutamente legittima, anche se spesso il paziente quasi avverte il pudore di richiedere al medico “la bellezza”, come se il medico dovesse risolvere solo “la malattia”. Così non deve essere: se un inestetismo viene vissuto con disagio questo va, quando possibile, assolutamente rimosso per permettere alla persona una piena situazione di benessere psicologico oltre che fisico.
Questa affermazione mi piace molto!
Lo immagino, tu come consulente marketing di Poiesis –l’associazione scientifica che riunisce gli odontoiatri che effettuano l’estetica periorale- ed io come direttore dell’unico Master in Italia in estetica periorale, siamo oggettivamente degli innovatori.
Nel Centro Medico Di Blasio – che dirigo a Parma- quasi sempre l’ortodonzia per adulti è completata dall'intervento medico-estetico sul viso. Che ovviamente effettua uno specialista apposito, un docente presso il Master universitario.
Grazie professore peccato che Parma sia un po’ lontana da Verona ma i consigli che mi hai dato sono preziosi davvero.
Grazie a te, fortunatamente tua figlia non ha grandi interventi da effettuare, guarda invece questa foto.
A volte gli interventi sono veramente complessi, questo ad esempio è un caso di una paziente inviata da un collega di altra città, come spesso mi capita. La mia casistica, molto densa di casi gravi provenienti da tutta Italia, non è quella di un normale specialista, però devo confessarti che è molto stimolante risolverli.
Oggi questa ragazza ha una dentatura funzionale ed un viso armonico, il caso è felicemente risolto.
Woow, direi di sì: ha ragioni ottime per essere felice!
Grazie ancora per l'intervista Alberto e congratulazioni sincere.
Per contattare il professor AlbertoDi Blasio o conoscerlo meglio dai un occhiata nel suo sito - molto professionale- dove spiega un sacco di cose in ortodonzia, da cos'è una malocclusione a cosa fare quando vi è un forte “affollamento” dei denti in tuo figlio.
Informazioni chiare e semplici, in cui si vede la vera competenza (io diffido sempre da chi usa paroloni).
Altre informazioni sulla mia specialità –il marketing- le trovi invece nei post del mio sito o acquistando il libro:
Marketing per iniziare a farlo
L’ho scritto e pensato per un neofita, però ambizioso, con il desiderio di capire cosa significa davvero la parola marketing e come applicarlo gli possa essere utile.
Un bel sorriso vuole cura.
Parliamo di quella particolare attenzione per ogni sorriso, in tutti i suoi aspetti, a 360 gradi, ricercata all'interno dello studio odontoiatrico, ma che deve essere perseguita anche a domicilio.
Ho chiesto ad una ottima igienista di regalarmi i suoi suggerimenti per avere denti belli e sani, risparmiando soldi dall'odontoiatra.
Parlo della dottoressa Catia Antonelli, laureata in igiene dentale, che collabora con alcuni prestigiosi studi in Brescia, dove inoltre svolge la sua professione anche in autonomia .
Buongiorno Catia, ci puoi elencare quali sono gli strumenti base per una buona igiene orale?
Gli strumenti base per una efficace igiene orale domiciliare sono lo spazzolino affiancato ad un ausilio per la detersione delle zone interdentali. Aggiungo ancora l’utilizzo di un buon dentifricio, possibilmente remineralizzante e di gusto gradevole.
Oggi sul mercato troviamo spazzolini sia manuali che meccanici sempre più perfezionati, tecnologicamente studiati e di altissima qualità.
Nella pratica quotidiana è bene farsi suggerire un appropriato tipo di spazzolino dal proprio igienista dentale abilitato, che lo sceglie facendo riferimento non solo alla tipologia di persona (ad es. diverse fasce d’età), ma anche a parametri biometrici del parodonto (spesso, sottile, infiammato, ecc) nonché alla manualità e allo stile di vita di ogni singolo individuo.
Gli altri fattori importanti per mantenere una bocca sana e un bel sorriso sono la costanza di ogni giorno, il giusto tempo di spazzolamento e le abitudini alimentari corrette.
Quando consigli lo spazzolino elettrico?
Lo spazzolino elettrico ormai è più che dimostrato sia efficace e consigliabile per chiunque perché rimuove la placca batterica in zone difficili con un minimo impegno muscolare da parte di chi lo utilizza. Questo vale sia per lo spazzolino oscillante sia per quello sonico.
Lo spazzolino elettrico è un piccolo investimento per chi lo acquista, nel senso che il costo iniziale è certamente superiore a quello di uno manuale e pur suggerendolo spesso, non tutti oggi possono permetterselo, oppure molti acquistano lo spazzolino elettrico ma perdono continuità quando devono rifornirsi di testine nuove. Diviene quindi fondamentale sottolineare come il suo costante utilizzo aiuti a prevenire carie e malattia parodontale in modo scientificamente provato e ad evitare perciò cure odontoiatriche necessarie nel tempo.
Soggetti con poca manualità, con una vita frenetica, portatori di impianti e dispositivi ortodontici, soggetti di una determinata fascia di età (vedi adolescenti) e persone molto ben motivate a mantenere sani i loro denti e che vogliono fare qualcosa in più.
Questi sono fra i soggetti ai quali suggerire lo spazzolino elettrico.
Ci puoi dare qualche consiglio anche sui dentifrici?
Come per lo spazzolino anche per il dentifricio il mio consiglio è di personalizzare la scelta di un prodotto in base alle problematiche cliniche evidenti. A seconda del caso suggerisco le varie possibilità: dentifrici con fluoruro o senza, con idrossiapatite, enzimatico e così via insistendo sulla specificità. In una situazione di salute insisto più sul corretto e costante utilizzo dello spazzolino e lascio che le persone acquistino il dentifricio che più gradiscono. In commercio è disponibile una vastissima gamma di dentifrici altamente formulati per soddisfare ogni esigenza. Evitare certo i più abrasivi e per chi lo ritiene necessario quelli senza parabeni, conservanti, SLs, biossidi ecc.
Veniamo al filo interdentale, io non riesco ad usarlo e uso gli scovolini, sbaglio tutto?
Filo interdentale e scovolino sono per me due strumenti complementari, il primo controlla efficacemente la placca cariogena nel punto di contatto dei denti il secondo deterge lo spazio interdentale. La tendenza di tutti è quella di utilizzare lo spazzolino quotidianamente e saltuariamente uno strumento interdentale. Anche per questi strumenti l’importante è la continuità dell’utilizzo, quindi lo strumento deve essere pratico e comodo e solitamente lo concordo basandomi anche sulla dentatura e i suoi spazi.
Gli idropulsori sono una soluzione alternativa?
Personalmente scoraggio le persone all’utilizzo dell’idropulsore classico per la probabilità che in presenza di infiammazione gengivale la placca venga spinta nel solco gengivale provocando ulteriori problemi parodontali. So anche che anche in questo campo la tecnologia ha studiato dispositivi molto rispettosi ed efficaci. Ma lo vedremo nel tempo. Certo è che l’idropulsore è facile ad essere utilizzato e la sensazione percepita è di bocca fresca e pulita.
E i collutori servono veramente?
Vorrei distinguere i collutori in diverse categorie che hanno differenti, principi attivi come clorexidina, olii essenziali, altri antibatterici, fluoruri ecc. Ogni tipo di collutorio andrebbe consigliato da un professionista del settore e il suo tempo d’utilizzo concordato sulla necessità individuale.
Scoraggio l’utilizzo quotidiano e prolungato nel tempo di ogni tipo di collutorio e considero la normale ed equilibrata produzione di saliva molto efficace e insostituibile. Quindi è bene effettuare in ogni persona un’attenta e scrupolosa indagine salivare, a livello quantitativo e qualitativo e ricercare le cause di eventuali anomalie.
Grazie Catia, per cui applicando queste tecniche … niente più dentista?
Ciò che ho potuto raccontarvi in queste poche righe è solamente una guida generale da seguire. Nella realtà esistono tanti fattori che rendono insufficienti questi punti fermi, come ad esempio il fumo, le malattie sistemiche, l’ambiente in cui si cresce e tante altre variabili ancora. Solo una piccola percentuale di popolazione va regolarmente dal dentista o dall’igienista e la prevenzione delle malattie del cavo orale nel nostro paese non viene efficacemente concretizzata, quindi c’è ancora tanto tanto da fare.
Ogni quanto è consigliabile effettuare una buona igiene professionale?
È buona regola almeno una volta all’anno sottoporsi ad un controllo odontoiatrico oppure rivolgersi ad un igienista dentale e conseguentemente all’odontoiatra di riferimento.
La personalizzazione degli intervalli dei controlli di igiene professionale è doverosa.
L’ultima domanda te la faccio sottovoce, ma come fanno i low cost a farti spendere così poco per un igiene orale?
Sono convinta che la fase di inizio di un low cost sia spesso un operazione di marketing progettata e preventivata. Proporre la seduta di igiene a costo quasi pari a zero credo sia uno specchietto per attirare clientela.
Per questo dico che la prevenzione come necessità e il prendersi cura di ogni persona con una qualità crescente delle prestazioni siano lo zoccolo duro di ogni studio o centro odontoiatrico che usa testa e cuore verso i suoi pazienti.
Ciò che per me è più gravemente sottovalutato è il tempo dedicato dagli operatori alla seduta di igiene.
Un’ora per l'igiene orale è più che stretta.
Parte del tempo deve essere dedicata dialogando e comunicando con il cliente: per motivare, istruire, informare ed insegnare, solo dopo questa fase motivazionale si procede ad effettuare correttamente l’ablazione del tartaro e della placca batterica. Preceduta da una analisi della bocca ed attuata attraverso l'utilizzo di strumenti sia ultrasuonici sia manuali.
Il paziente che si è sottoposto a questo trattamento deve percepire, primo la sua bocca ben pulita e secondo deve essere in grado di mantenerla nel tempo seguendo le indicazioni dello specialista.
Spesso non viene fatta attenzione a questo tempo e la seduta di igiene viene proposta in mezz’ora. Insufficiente per fare correttamente un’igiene professionale.
Sul costo si potrebbe discutere a lungo.
Un buon e semplice consiglio: controlla e accertati sempre che sia un laureato in igiene dentale che si prende cura di te e fidati della sensazione che ti lascia la tua bocca, deve essere di una piacevolezza.
Una sensazione che vorrai mantenere e a cui non riuscirai a farne a meno.
Grazie Catia sei stata più che esauriente e credo avrò molti amici che mi ringrazieranno per i tuoi consigli.
Grazie a te. Come ripeto, c’è effettivamente molto da fare ancora per portare un accento luminoso su ogni sorriso e in questa intervista mi avete dato l’occasione per esprimere ciò in cui credo fermamente e ogni giorno sostengo. Grazie ancora
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Immaginare in grande: incontro con Paolo Andriolo
“Da figlio di un piccolo imprenditore quando nel 1992 ho aperto il mio primo studio con una assistente l’ho fatto sapendo da subito che non mi sarebbe bastato essere solo un nuovo dentista in Creazzo.
Come pure non mi volevo accontentare di essere solo un dentista, di fare una professione dente-centrica, è per questa costante voglia di crescere che oggi sono qui.”
Conosco Paolo Andriolo da molto tempo, è un giovane medico odontoiatra che ha uno studio odontoiatrico di ben 1.100 mq. a Creazzo, piccolo paese nella cintura di Vicenza; che mi ha francamente stupito la prima volta che l’ho visitato.
Inevitabile chiedergli una:
“Intervista all’immaginazione”
Quelle che dedico ai medici visionari che erano dentisti, ma che hanno percorso strade nuove e originali per arrivare a cambiare radicalmente l’approccio alla propria professione.
La strada scelta da Paolo Andriolo ha un primo elemento di stupore.
Ciao Paolo, il tuo studio è enorme e tu invece di essere preoccupato da questa gestione complessa dici sempre che è il tuo orgoglio, ce lo spieghi?
Come sempre tutto parte da un'idea: dando per scontata l'eccellenza delle cure, la cosa in cui ho creduto è quella di creare un Centro di riferimento nel territorio dove le persone, sia il paziente che chi ci lavora, si sentano accolte, capite, in un ambiente di assoluto confort, con una proposta di cura combinata ad altre specialità mediche ed una possibilità di interattività formativa, che permetta a chiunque di conoscere e sperimentare cose che rendano la vita migliore.
L'entusiasmo ed il coraggio di portarla avanti con determinazione e perseveranza fanno il resto.
Alla base di tutto però ci sta il creare un gruppo; la squadra, le persone con cui condividi il percorso sono fondamentali se vuoi realmente crescere.
I Valori di fondo che devi condividere con il gruppo, costituiscono l'identità di chi sei e dove vuoi andare, ti aiutano a scegliere e far rimanere con te le persone che condividono proprio questo.
Questo mi è sempre piaciuto, circondarmi di belle persone che possano dare e ricevere, sia lavorativamente che umanamente.
Che ci fa uno studio ampio come il tuo nella piccola Creazzo?
Ho voluto essere un centro di riferimento per il territorio, per casa mia; proprio per questa proposta di valore, intesa sia nel Centro, sia nel servizio e nelle persone.
Il Centro Andriolo è una struttura fisica ed umana ben integrata con i bisogni di una medicina radicata nella fiducia della gente, ben recepita perché percepita come un servizio alla comunità.
Se devo pensare a quello per cui ho fatto qualcosa di grande, al sentimento profondo che mi ha animato, ti rispondo che è perché a me piace stare con la gente, conoscere nuove persone con nuove energie, fare crescere chi sta intorno a me.
I tuoi pazienti, clienti, ospiti, amici, quale che sia il loro nome, di questo spirito che ci anima se ne accorgono e lo apprezzano; si affidano a noi proprio sulla base di questa fiducia, che devi essere bravo a far percepire.
Quindi la tua clientela non dipende solo da Creazzo?
Siamo in contesto piuttosto felice, a due passi dalla città e dall'autostrada. Il paese è una realtà quasi cittadina, se così si può definire Vicenza, ed intorno a noi abbiamo un grande bacino di utenza.
Ciò non toglie che abbiamo pazienti che arrivano anche da più lontano, Lago di Garda, Verona, Altopiano di Asiago ad esempio, per alcune particolarità che siamo in grado di offrire.
Parlaci di queste particolarità distintive.
Distinguerei l'offerta clinica da quella extraclinica:
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Per la clinica odontoiatrica ci siamo attrezzati nel modo più completo possibile sia per le specialità che per dare la possibilità di servizio al meglio, quindi Laser, Cerec, Tac, ozono, uso di sedazione con protossido e di analgesia endovenosa sono tutte attrezzature che utilizziamo giornalmente.
Carico immediato, ortodonzia estetica, smile design per l’estetica con faccette sono le specializzazioni originali ed in grosso sviluppo di domanda che proponiamo.
Per la cura dei bambini siamo sicuramente una vera eccellenza.
Abbiniamo anche la possibilità di integrare la cura con la nutrizione, la medicina estetica, la psicologia per poter affrontare più serenamente le cure, il controllo di allergie e nel prossimo futuro la naturopatia.
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Per l'extraclinica abbiamo varie attività: un servizio taxi da più di 10 anni, eventi su svariati target, dal bambino all' anziano; Da corsi di conoscenza del vino ad attività formative su vari aspetti medici e non, questo per aiutare le persone a stare meglio e creare complicità con chi ci vuole già bene e farci conoscere queste opportunità all' intero territorio.
L' attività di back office e di customer relationship management in continua evoluzione è diventato il cuore pulsante dell'attività.
Il tutto con un'offerta di orari di apertura piuttosto ampi, dalle 8,00 alle 19,00 tutti i giorni più il sabato mattino, con reperibilità telefonica 24h.
Sei odontoiatri, tre ortodontisti, cinque igienisti, come fai a gestire tutto?
È vero in tutto siamo 25 persone dedicate all'odontoiatria e di attività chiamiamole di segreteria, più almeno altri 5 medici di specialità non odontoiatriche e puntiamo a crescere ancora. Abbiamo figure ben specifiche: amministrativa, addetta alla qualità, addetto al marketing e fb, responsabile del servizio clienti, responsabile dell'area clinica.
Ci sono dei numeri che fanno, come si dice, da spartiacque: fino a cinque- sei persone in totale da gestire puoi riuscire, se sei bravo, a farlo da solo.
Quando cresci tutto è esponenziale, comprese però anche le opportunità.
Una persona è innanzitutto una risorsa e le risorse sono preziose.
Guarda è facile inserire nuovi collaboratori: devi solo selezionarli bene (e trovare chi lo sa fare); addestrarli a 360° dal punto di vista tecnico in modo che siano indipendenti; condividere la filosofia del gruppo, perché è solo un gruppo ben integrato quello che funziona; dargli motivazioni che gli facciano amare il lavoro e poi obiettivi sui risultati. Perché le persone in gamba amano avere risultati da raggiungere. Tutto qui.
Facile in effetti Paolo, però devo avvisare i nostri lettori che stai ridendo mentre lo dici!
Ok lo ammetto non è facile, ma quando ci riesci poi le cose vanno a meraviglia.
Nel tuo Centro si propone solo odontoiatria?
No, certo, come ti dicevo già in precedenza abbiamo ben comunicato il concetto di sorriso a tutto tondo, abbinando la parte estetica del periorale, la parte psicologica dei denti, la parte di salute orale abbinata alla nutrizione ed allergie.
Il tutto con una filosofia ben precisa, che esponiamo sulla nostra carta dei servizi.
Io affermo che nel tuo Centro si propone anche un ottimo marketing.
Grazie, se lo intendi come valore aggiunto alla professione, ebbene sì studiamo costantemente buone azioni di marketing.
Oggi non si può vivere solamente di passaparola anche se lo ritengo e lo vedo anche dai numeri, la parte più importante per realtà come le nostre, fondate sulla fiducia accordataci dai nostri pazienti negli anni.
E' proprio questo il punto più importante da capire chi si accinge a fare del marketing, della pubblicità, fai attenzione a non mischiarti con quello che vedi in giro, differenziati e soprattutto sii te stesso.
Se sbagli questo manderai un messaggio completamente dissonante che si ritorcerà contro amaramente.
Ci parli della ultima iniziativa di marketing che hai realizzato?
Se per marketing prendiamo questa definizione da Wikipedia:
" Il marketing viene definito come quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. È l'arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto. "
in realtà lo facciamo quasi in ogni istante.
Se parliamo di vere e proprie attività in questo momento stiamo preparando le Offerte Natalizie ed a ruota un bellissimo progetto sugli anziani, ma ti posso parlare di qualcosa di straordinario, di cui sono orgoglioso soprattutto per i risultati e perché lo ha realizzato un gruppo della squadra senza la mia presenza.
Riguarda i bambini da 4 a 8 anni, abbiamo creato pupazzi, percorsi, attività condivise all'interno del centro facendo passare ben 150 bambini con i propri genitori.
Una cosa che ha condiviso valore, non semplice pubblicità.
In poco più di vent’anni hai realizzato un capolavoro, hai un consiglio per i giovani colleghi?
Certo, riassumerei in alcune parole: Entusiasmo, Valori, Gratitudine, Focus, Coerenza, Gioia e Follia
Se ti manca l'Entusiasmo avrai un ambiente cupo e dove nascono i problemi piuttosto che le soluzioni, attirerai persone negative e ti sembrerà tutto difficile.
Devi invece scoprire i tuoi veri Valori, continuare a verificarli, scrivere le mete che devi raggiungere.
Non dimenticarti che sto parlandoti anche della famiglia, degli amici e del sociale. Comunica questo alle persone che sono vicine a te, altrimenti verrai frainteso e più grande diventi più questo accadrà se non fai chiarezza. Sii Coerente se pur un po' folle (quest’ultima cosa mi viene naturale).
Mantieni il Focus, quello che sei, quello che sogni, non lasciarti influenzare da quelli che ti dicono che non è possibile, soprattutto se hanno fatto gran poco nella loro vita.
L' ultima cosa ma non meno importante: sii grato ogni giorno di quello che hai, di quello che sei (un po' di autostima non guasta), di quello che ogni persona può darti, la Gioia vera è rara ma se riesci ogni tanto a gustarla, magari in una caso venuto bene, in un sorriso di un pazienti a cui tieni particolarmente, in una dimostrazione di stima di un tuo dipendete, è fatta.
Grazie Paolo per i sempre piacevoli incontri che mi regali, concludendo?
Grazie a te Gaetano, una mia massima che è un misto di esperienza vissuta, di musica, di spiritualità:
vivi in modo assoluto il presente, lascia stare il passato, quelli che chiamiamo errori in realtà non sono che scelte che abbiamo fatto, a volte vanno bene altre volte meno.
Mettiti obiettivi ben definiti, condividili, fai vincere soprattutto gli altri e sappi che il meglio deve costantemente ancora venire.
È sempre un piacere passare del tempo con te Paolo, anche se l’ultimo nostro appuntamento è stato alle sette del mattino!!
Ti ringrazio, un abbraccio e continua così.
Hai apprezzato l'intervista all'immaginazione con Paolo Andriolo?
Leggi anche quella ad Ezio Costa.
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Fotografando: intervista con il dottor Roberto Favero
In un post precedente abbiamo parlato di radiologia digitale, condividendo l’importanza diagnostica dell’esame endorale e extraorale, TAC in primis.
Oggi parliamo di un argomento correlato: la
fotografia
Come sempre per approfondire argomenti di cui non sono molto competente cerco un esperto.
Fortunatamente conosco il migliore: il
dottor Roberto Favero.
Il dottor Roberto Favero è Laureato in Medicina e Chirurgia, Socio Fondatore SICOI; Socio Fondatore POIESIS e Socio dell’Associazione Italiana Fotografi Professionisti.
Attualmente è docente di “Fotografia clinica” presso la Scuola Superiore Post-Universitaria di Medicina Estetica Agorà di Milano e l’Università di Parma.
Per cui senza dubbio è più che competente in materia.
Buongiorno Roberto, ti definisci un fotografo imprestato alla odontoiatria?
Sì, prima di tutto sono un medico odontoiatra, ma con la grande passione per la fotografia.
Mi dedico alla fotografia odontoiatrica da più di trent’anni.
Tu sei spesso relatore in congressi, quanto è importante fornire una buona documentazione fotografica?
Al giorno d’oggi la documentazione fotografica non deve essere più considerata un optional. La fotografia rappresenta un mezzo diagnostico fondamentale e potremo dire al pari di altre metodiche come l’esame radiografico, la risonanza magnetica etc.
Ritieni la documentazione fotografica una necessità clinica?
Sì, numerose sono le indicazioni ed applicazioni della fotografia in ambito dentale, o se vogliamo in senso lato le applicazioni della fotografia clinica.
Facciamo degli esempi: documentare il paziente prima e dopo il trattamento permette a noi clinici di valutare il risultato ottenuto coinvolgendo non solo il paziente, ma tutto il nostro staff, il laboratorio odontotecnico eventualmente il pubblico.
Nel caso del nostro odontotecnico mi è difficile pensare di poter trasferire verbalmente o per mezzo di uno scritto la quantità di informazioni che la fotografia mi permette di fare (colore, forma, composizione). Dobbiamo anche aspettarci che in caso di contenzioso ci venga richiesta una documentazione fotografica del caso.
Io la vedo anche come strumento di marketing, che ne dici?
Sì, hai ragione Gaetano, la fotografia è uno strumento di marketing favoloso.
Tutti conoscono, ad esempio, lo Smile Design, che ci consente di simulare al computer quello che sarà il risultato finale.
E’ un approccio, questo, che io ritengo fondamentale per comunicare e fidelizzare il paziente, come il mock-up ed il test drive.
Il paziente oggi è molto più attento e preparato; legge riviste, si documenta su internet e desidera conoscere a priori se l’investimento che andrà a fare sarà utile in termini di tempo e denaro.
Ci chiede spesso se abbiamo esperienza di quello che gli proponiamo.
Quando, tramite la documentazione fotografica, presento ai pazienti i casi che abbiamo affrontato e risolto nel nostro studio ottengo uno straordinario impatto emotivo. Ritengo che discutere un piano di trattamento senza far vedere al paziente di che cosa stiamo parlando sia paragonabile ad un relatore che nel suo corso/congresso non usa il videoproiettore.
So che tu ti dedichi anche alla estetica periorale, qui documentare è la prassi?
Sì, quello che ho detto riguardo alla fotografia clinica vale allo stesso modo per chi fa estetica periorale. In quello che ad oggi è uno dei migliori volumi sull’estetica periorale, scritto dall’amico Ezio Costa, il presidente di Poiesis, un intero capitolo è dedicato alla fotografia in medicina estetica.
Il libro lo conosco molto bene e so che il capitolo sulla fotografia è stato scritto da te, non essere modesto
E’ vero, Ezio ha coinvolto molti amici nel libro e a me ha fatto l’onore di trattare l’argomento riguardante la documentazione fotografica.
Roberto ma come si impara a fotografare bene?
Ti rispondo con una frase che Dudu Medeiros, a mio avviso uno dei più bravi e geniali fotografi odontoiatrici, mi ha riferito in occasione di un corso che ho fatto con lui in Brasile, proprio in agosto di quest’anno, 2015.
La passione, prima di tutto, in una data disciplina rappresenta la spinta, il motore.
E’ necessario, poi, applicarsi costantemente.
E’ come suonare uno strumento; si affina di giorno in giorno la sensibilità e la tecnica, si diventa in qualche modo più critici verso se stessi, evitando, così, di ripetere gli errori del giorno prima.
E come impara a fotografare professionalmente un odontoiatra?
E’ fondamentale, comunque, seguire dei corsi specifici.
Come per tutte le altre attività, il tutor, soprattutto, nelle fasi iniziali, rappresenta la guida, insegna quello che è utile sapere con notevole risparmio di tempo e di denaro.
Consentimi una piccola pubblicità; io faccio spesso corsi di fotografia: spesso in ambito Poiesis a Verona o nel mio studio, le date le trovi su l mio sito personale
Roberto Favero Photography
Sono corsi di fotografia odontoiatrica a 360°.
Durante questi corsi, ad ogni sessione teorica segue una sessione pratica da parte di tutti.
Sono giornate molto interattive, durante le quali parliamo di fotografia extra ed intra orale, di presa del colore, di fashion photography etc.
Parlando di strumenti di lavoro, attrezzarsi è complesso?
L’attrezzatura di base che io consiglio, e che consiglia la maggior parte di chi come me tiene corsi di fotografia odontoiatrica, consiste in un corpo macchina (possibilmente reflex), in un obiettivo macro con lunghezza focale di 100-105 mm, e in un flash anulare o meglio twin.
Oggi c’è chi consiglia l’uso di compatte o smartphone, ma per il momento nutro un certo scetticismo per il risultato che questi dispositivi possono offrire, almeno per ora.
Una curiosità, nel tuo corso parli di Smile Design?
Sì, nel mio corso parleremo di Smile Design perchè è tecnica utilissima.
Come ti avevo anticipato, questa tecnica ci permette di simulare al computer il risultato finale.
Oltre ad essere un mezzo di comunicazione importante esso rappresenta un ottimo prodotto di marketing.
Il corso si conclude con l'Emotional Phothography.
Di la verità qui esageri?
No, Gaetano non esagero affatto!
Bene, partiamo da questo punto: in generale la visione di un’immagine crea in tutti noi un’emozione. La fotografia, anche in questo caso ci dà una mano.
Dobbiamo essere capaci di trasmettere ai nostri pazienti ed al pubblico le emozioni che proviamo noi stessi quando valutando un sorriso ne proponiamo le modifiche.
Va da sé che più conosciamo lo strumento, in questo caso la fotocamera, maggiormente saremo in grado di esprimere i nostri stati d’animo, le nostre emozioni coinvolgendo chi ci sta vicino.
Grazie Roberto hai “messo a fuoco” l’argomento fotografia in modo perfetto.
Auguri per il tuo prossimo corso.
Credo di fare inoltre cosa gradita a tutti i medici odontoiatrici che ci leggono inserisco il link per vedere il programma.
Ricordo che sul mio sito www.gaetanotoffali.it sono inoltre presenti altri post dedicati a:
Marketing
Comunicazione
Intervista con l'esperto sulla radiologia digitale.
Intervista con l'esperto sullo sbiancamento.
Tutto nasce da un sorriso: intervista a Ezio Costa
“Tutto nasce da un sorriso” è il libro/biografia scritto da Ezio Costa, questo ne è l’incipit:
Sono un dentista, o meglio lo ero
Da questo incipit e dalla sua attività quotidiana che ne è derivata, nasce la prima:“Intervista all'immaginazione”
Dedicata a quei medici che erano dentisti, ma che hanno percorso strade nuove e originali per arrivare a cambiare radicalmente l’approccio alla propria professione.
La strada scelta da Ezio Costa, medico ed odontoiatra, ha come sua base una considerazione molto semplice.
Buongiorno Ezio, perché tutto nasce da un sorriso?
Tutto nasce da un sorriso perché quando stiamo bene e lo vogliamo dire con un sorriso, ci apriamo ad emozioni nuove. Sorridere è comunicare a noi stessi e agli altri la voglia, la gioia di vivere. È entusiasmo e passione. Conoscenza della vera essenza delle cose. Sorridere è un dono che crea condivisione, amicizia, amore. Sorridere, continuare a sorridere, ritornare a sorridere. Noi dentisti siamo i medici del sorriso e occuparsi del sorriso dei nostri pazienti è proteggere il loro benessere, non perché curiamo i loro denti, ma perché ci interessiamo della persona che sta attorno a quei denti.
Tu dai un importanza straordinaria alla prima visita con il paziente, perché?
Il tempo di prima visita è un momento di incontro e di conoscenza di fondamentale importanza per l’inizio di un rapporto medico-paziente. Io sono passato dalla veloce comprensione del problema dentale specifico, lasciando pochi minuti al primo contatto e posticipando la vera prima visita a dopo l’acquisizione di tutti i rilievi diagnostici del caso, ad uno spazio ampio e definito di almeno 40 minuti-1 ora.
Dobbiamo stabilire una sorta di alleanza col cliente-paziente attraverso attenzioni e modi di fare congrui, autentici. Occorre mettersi dal punto di vista dell’altro, capendo il suo mondo «come se» fosse il proprio, creare empatia quindi. Sospendere il giudizio e ascoltare con grande disponibilità. Insomma, prima visita è parlare di noi ascoltando gli altri. Non facile…
Tu hai inserito all'interno del tuo studio anche l’estetica periorale, ce ne parli?
Da sempre gli odontoiatri si occupano di estetica facciale, di armonia, di proporzioni, di supporto dei tessuti molli, di dimensione verticale. Un sapere e un studio approfonditi che avevano un limite però: non si sapeva come intervenire direttamente sulle varie zone del viso che condizionavano l’estetica periorale e non si sapeva come affrontare l’aging.
L’invecchiamento dei tessuti è un aspetto molto importante che ne condiziona salute ed estetica. La mia curiosità mi ha portato ad affacciarmi all’affascinante mondo della medicina estetica. Ho seguito per anni corsi, master, congressi e frequentato una delle due scuole che in Italia sono riconosciute per la formazione dei medici estetici.
Con attenzione ho introdotto queste nuove conoscenze nella mia professione e l’ho fatta diventare innovativa. Quando ho avuto le competenze ho proposta questa “visione” in tutta Europa, riscuotendone grande successo. Ho scritto due libri, uno che spiega il perché faccio quello che faccio, l’altro per insegnare le tecniche.
Però sei ancora odontoiatra vero?
Certo che sì. Il mio “lavoro” principale rimane l’odontoiatria intraorale.
La medicina estetica del viso è una notevole, fondamentale opportunità di crescita, di innovazione e cambiamento. È l’affermazione del nuovo medico sul vecchio dentista.
Oltre che libero professionista tu sei anche presidente di Poiesis, cos'è?
Poiesis è una società scientifica nata nel 2009 da un sogno, da un’intuizione, supportata da un gruppo di amici appassionati come me alla medicina estetica del viso.
“Si propone come punto d’incontro qualificato per tutti i professionisti coinvolti nel trattamento dell’estetica facciale. L’intento è quello di creare un circuito di professionisti attenti e preparati nelle tecniche più avanzate e scientificamente validate nei trattamenti d’ogni settore del viso e soprattutto di stimolare la crescita d’una nuova attenzione e sensibilità al benessere delle persone.
Tu ti definisci un medico del sorriso, può esistere anche un odontoiatra del sorriso?
L’odontoiatra è un medico che può occuparsi del sorriso dei suoi pazienti, intervenendo sia intraoralmente che nel periorale.
Questa è la novità, la rivoluzione che cambierà la nostra professione. Medico del sorriso quindi. Medico del benessere dei nostri pazienti e sarà vero successo quando verrà valorizzata una formazione di alto livello anche nelle Università, accanto alle realtà formative che già esistono.
Ci sono molti dubbi legati alla normativa, circa la possibilità di fare estetica periorale per gli odontoiatri, qual è il tuo parere?
Io credo che la cattiva informazione a cui stiamo assistendo in questi giorni sia la fonte primaria di disorientamento e vulnerabilità dei pazienti e degli operatori.
Lo riscontriamo quotidianamente quando i tabloid diffondono notizie e immagini prive di scientificità.
Il diritto alla salute e all'accessibilità delle cure è sancito dalla nostra Costituzione. Il parere espresso del Consiglio Superiore di Sanità dichiara che l’odontoiatra ha le conoscenze e le competenze tecniche per effettuare trattamenti estetici sui tessuti molli nel distretto di sua competenza.
Gli odontoiatri seguono percorsi formativi post laurea in materia di medicina estetica al pari dei medici chirurghi e dei medici estetici.
Il Distretto di competenza è quello che viene espressamente enunciato dalla legge 409/85 che istituisce la figura professionale di Medico Odontoiatra.
La Consensus Conference organizzata da Poiesis, nell'Aprile del 2014, ha fatto chiarezza su questi temi e ha portato alla stesura di un documento a tutela della salute dei cittadini e della serenità degli operatori sottoscritto In maniera unanime dai maggiori sindacati e dai maggiori esperti di medicina legale e odontologia forense.
Alcuni medici odontoiatri sono perplessi nel proporre una procedura estetica, tu che approccio consigli?
Di continuare a fare i medici odontoiatri, che vuol dire prendersi cura del sorriso e del benessere psicofisico dei nostri pazienti, delle loro esigenze di "star bene" che passano anche dalla volontà e dal desiderio di piacersi. Tutto passa dall'ascolto attento di quello che i nostri pazienti vogliono dirci, e alla fine ci accorgeremo che sono loro a chiederci di aiutarli a sorridere!
Come si può imparare bene l’estetica periorale?
I percorsi formativi in medicina estetica per i medici odontoiatri sono tanti e attivi sin dal 2006 con Corsi accreditati dal Ministero della Salute tramite L’Educazione Continua In Medicina.
Nel 2009 l’Università di Padova ha istituito il primo Master Universitario di II livello per i trattamenti estetici dei tessuti periorali; e oggi numerose Università hanno provveduto ad attivare similari percorsi formativi tramite Corsi di Perfezionamento o Master.
Anche Poiesis ha la sua offerta formativa in collaborazione con Stomygen, un'azienda che produce un filler tutto italiano con standard di purezza e sicurezza elevatissimi. Pensa che il progetto corsi nato con loro nel 2012 si chiama proprio "Bellezza con Sicurezza" .
E poi c'è l'Academy Ezio Costa ….
Academy Ezio Costa è un percorso formativo rivolti a medici chirurghi e medici odontoiatri che vogliono apprendere le conoscenze per proporre piani di trattamento di estetica dei tessuti molli facciali. Si articola in 10 weekend (da febbraio a dicembre) in cui sono forniti gli strumenti teorici e pratici per conoscere l’Estetica dei Tessuti Periorali. Dallo studio del paziente, alla prima visita e piano di cura integrati.
È un percorso molto esclusivo, ristretto a dieci partecipanti ogni anno, molto pratico. Per chi vuole seguirmi e davvero è determinato e convinto di entrare in questo "favoloso mondo".
Diamo qualche riferimento ai colleghi interessati?
Certo! Le lezioni di Academy si svolgono presso la mia clinica a Verona. Dettagli e riferimenti sono disponibili sul sito oppure contattando l'indirizzo mail: martino@dottoreziocosta.it.
Grazie Ezio per i sempre piacevoli incontri che mi regali, concludendo?
Grazie a te Gaetano, permettimi un autocitazione concludendo questa intervista con le stesse parole del libro:
Chi vuole migliorare il proprio sorriso vuole migliorare la propria vita a beneficio di tutti.
È un individuo che esprime un gusto estetico cui non intende rinunciare.
Diamogli il benvenuto tra noi, salutiamolo con un sorriso.
Ringraziando il dottor Costa per l'intervista ti ricordo che vi sono alcune pagine Facebook interessanti da inserire come "amici" per essere tenuto informato sulle attività relative alla estetica periorale.
La pagina di POIESIS, quella di EZIO COSTA e la pagina ESTETICA PERIORALE che ho creato in qualità di consulente marketing di Poiesis.
La prossima intervista sarà con Paolo Andriolo, che in 20 anni ha realizzato uno studio di 1.100 mq; a Creazzo provincia di Vicenza.
Contattami se vuoi un consulente marketing che ti segua per iniziare a fare estetica periorale nel tuo studio in modo proficuo o potenziare la redditività di quella che stai già facendo.
Radiologia digitale: intervista con l'esperto
Non ascoltare i consigli di nessuno.
Neppure i miei.
Questo lo diceva André Gide e avrà avuto le sue buone ragioni. Io però i consigli dei veri esperti li ascolto sempre con piacere e quando mi sono chiesto:
“Ma come fanno gli odontoiatri a gestire tutta questa radiologia digitale che c’è nello studio?”
A chiarirmi le idee ho chiamato un amico super esperto: Daniele Godi.
Daniele Godi è Category Manager delle Apparecchiature Digitali presso Revello S.p.A. e, grazie al suo passato di sviluppatore software di imaging radiologico e ideatore della Cone-Beam 3D, è preparatissimo sulla radiologia digitale.
Credo che neppure lui si ricordi quante le serate, conferenze, corsi che ha tenuto sull'argomento.
Ho quindi preso un appuntamento con Daniele, mi sono preparato un po’ di domande e lui cortesemente mi ha risposto.
Ciao Daniele, dimmi la verità, ma la radiologia analogica è proprio morta?
Quasi, vi è ancora l’utilizzo di lastre tradizionali in ambito endorale ma cresce costantemente il numero degli odontoiatri che passa ai sensori digitali o di pellicole ai fosfori per sfruttare il principale vantaggio del digitale, che consiste nella immediatezza e accuratezza della diagnosi.
La radiografia panoramica o teleradiografia è invece ormai quasi completamente digitale.
Come mai oggi i più evoluti studi odontoiatri inseriscono nel loro studio una Cone-Beam 3D?
Il radiografico endorale, utilizzato con un sensore digitale o un sistema ai fosfori, continuerà ad essere un inseparabile compagno di un ortopantomografo o di una Cone-Beam 3D nello Studio Odontoiatrico.
Indipendentemente dalla tecnologia 2D o 3D cresce però l’esigenza del medico nell’avere anche una immediata ed accurata diagnosi extra orale.
Diamo un consiglio sincero, qual è la tipologia di odontoiatra a cui è utile un Cone Beam 3D?
I benefici generati da immediatezza e accuratezza della diagnosi sono tali che, secondo me, ogni studio dovrebbe dotarsi di un ortopantomografo 2D.
Però già gli studi che fanno regolarmente chirurgia implantare, possono trarre significativi giovamenti dotandosi di una radiologia Cone-Beam 3D.
Acquistare una Cone Beam è un impegno economico rilevante, ma all'odontoiatra non conviene affidarsi ad una ASL o centro esterno?
Sono d'accordo con te, dotarsi di un apparecchio radiologico digitale comporta un investimento significativo.
Affidarsi ad un centro esterno è sicuramente la prima e più semplice opzione, quella che storicamente veniva prescelta in passato.
Negli ultimi anni, però, molti studi hanno iniziato a fornire ai loro pazienti un servizio più attento alle loro esigenze.
Un offerta che insieme alla clinica comprende anche servizi come la radiologia in studio, evita al paziente noiose e costose perdite di tempo.
Questo permette loro di differenziarsi e di fidelizzare i pazienti.
Intendi che i clienti apprezzano questo investimento?
Certo, lo apprezzano molto.
Queste apparecchiature di radiologia sono dotate di software che permettono di migliorare di molto la comunicazione con il paziente, sia per spiegare la patologia, sia per illustrare il piano di cura proposto.
Parlando al paziente e visualizzando parole e concetti che gli appartengono la comprensione aumenta e di conseguenza la propensione all'accettazione della cura è più elevata.
Grazie e allora: bravo bravissimo a ogni studio odontoiatrico che si dota anche di Cone Beam 3D