Il presente si basa sul passato, il futuro meglio di no.
Ogni giorno noi programmiamo in vari modi il nostro futuro, od affidandoci inconsapevolmente all’abitudine:
“Metto la sveglia che domani alle 08.15 vado al lavoro”
O iniziando progetti nuovi:
“Venerdì programmo il primo appuntamento alle 9.30, che devo partecipare al webinair di Gaetano”
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Le nostre scelte si basano da un lato sull’esperienza, il passato, dall’altro sui desideri: quello che a cui non siamo ancora giunti.
(De sideri nella sua etimologia ci indica “l’andare verso le stelle” verso un qualcosa di speciale da raggiungere).
L’esperienza
L’esperienza, il passato, è indispensabile, da un lato ci fornisce il bagaglio culturale, tecnico ed emotivo per affrontare il quotidiano, dall’altro ci ricorda gli sbagli e le vie che è meglio smettere di percorrere: quelle che portano alla delusione.
(De ludere, quello che ci ha preso in gioco, ci ha traditi non rispettando le premesse e le promesse).
Però l’esperienza talvolta diventa il comodo rifugio, che riconosce le strade sbagliate, ma che senza l’innesto di una decisione nuova fatica ad indicarci quelle giuste.
Nei casi peggiori ci sussurra:
“Basta cercare nuove strade, tanto sono tutte sbagliate”.
Quel geniaccio di Einstein però ci ricorda:

Il futuro
Non basare il tuo futuro sul passato!
Basati invece sul presente, iniziando dalla domanda fondamentale:
Sono felice?
Ovvio, poiché scrivo e mi rivolgo ad una platea fortunata non sono più un problema i bisogni primari di Maslow o quelle che Graves e Cowan definiscono come le spirali beige: quelli della sopravvivenza fisica.
Però la felicità è una cosa strana, Agostino affermava che:
“Felicità è desiderare ciò che si ha”
ma consideriamo che lui era un santo.
A me piace assai un aforisma, non ne conosco l’autore, che dice:
Se fai quello che ti piace è libertà.
Se ti piace quello che fai è felicità.
Mia personale convinzione è che impostare la propria vita per fare quello che ci piace sia molto limitativo ed alla fine colmi solo parzialmente il cesto dei desideri, forse per il fatto che vi vedo un egocentrismo al cui valore non credo.
Tant’è che ho scritto “ Marketing Tucentrico”, libro in cui affermo che metodo e sentimento non possono essere isolati alla sola sfera lavorativa per crescere sinceri.

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Concludendo
Ho nessun dubbio sull’affermazione che la felicità risieda anche nel fare cose che ci piacciono.
Parlando per qualche riga di lavoro:
- Se hai studiato odontoiatria non solo per fare soldi, perché non stai il più possibile nello studio a fare il medico?
- Perché non organizzi la tua vita professionale per fare sopra di tutto quello che ti piace?
Trova qualcuno che non ci pensi proprio a stare nello studio operativo, io di certo sono tra quelli, e affidagli la cura dell’area extra clinica.
Questa persona non può essere una segretaria, esecutrice, ma deve essere un manager: che gestisce.
Poi certo che rimane anche da perseguire la funzione di imprenditore, il leader che conduce, ma senza tutto il fardello del FARE quotidiano e con una persona di fiducia al tuo fianco, scoprirai che il controllo sull’efficacia delle deleghe è veramente cosa di poco tempo.
Per tre anni ho diretto uno studio start –up, in cui l’imprenditore non era coinvolto tranne che per due ore al mese! In cui controllava statistiche e conti. In cui ci si confrontava per le tarature operative e per la strategia futura.
Ok all’inizio aveva un mega manager al suo fianco, ero io, ma gli è bastato un anno per avere un’altra DOM di valore e spessore: da me selezionata, formata, seguita.
Con cui anche adesso passa solo un paio d’ore al mese.
Con me invece si trova per immaginare il futuro.
Che si basa sul presente e che si pone sempre la stessa domanda:
cosa possiamo desiderare di più?
La risposta la danno metodo, esperienza passata e creatività intellettuale, quella cosa che ti fa dire:
Il passato è stato bello, ma come posso chiedere al futuro di esaudire il mio nuovo desiderio?
Metodo e creatività: il lavoro di un manager si basa su questo.
Impertinenti domande finali:
- Da quanto tempo nello studio non hai applicato un cambiamento?
- Sicuro che va tutto così bene che nulla vi è da migliorare?
- Davvero ti piace tutto quello che fai?
Nel caso avessi qualche insoddisfazione parlane con me che la risolviamo.
Ti assicuro che quest’ultima frase non è pubblicità, è coscienza che davvero ti posso essere utile per andare verso le stelle.
A presto sentirci
Gaetano