Perché restare vecchi?

È la natura che determina la nostra età biologica, ci possiamo fare nulla, si invecchia di corpo e qualche volta di mente.

Però possiamo essere proattivi, non combattere vanamente il tempo, ma gestirlo con sapienza.

La mia memoria era balenga da giovane e di certo non è migliorata, però oggi sono molto più abile ad organizzarla e ringrazio Jobs per avere inventato lo smartphone: è la mia indispensabile memoria ausiliaria.

A volte però capita che vecchi non lo si è ancora eppure si sceglie di esserlo, cercando di bloccare nel tempo i bei tempi passati.

Non accettando i cambiamenti o pensando che riguardino solo gli altri.

Si sceglie di essere vecchi!

Quando ancora si può tanto dare e ricevere.

Il mercato odontoiatrico

Gran parte degli studi odontoiatrici italiani sono ancora organizzati e gestiti come venti o trent’anni fa, cambiano solo i riuniti, qualche attrezzatura digitale ed il colore dei capelli dei loro clinici.

L’ impostazione generale è però la stessa:

  • Vi è solo un clinico come titolare
  • L’80% del fatturato è sempre realizzato dallo stesso titolare
  • La gestione cartacea la fa ancora da padrona
  • I conti li fa il commercialista ogni sei mesi

Una situazione accettabile quando era tutto grasso che cola, ma sprecare tempo e denaro oggi è situazione assurda.

Incredibilmente assai praticata.

Perché dunque una gestione anti economica viene ancora perseguita dalla maggioranza degli studi?

Perché vi domina la convinzione che comunque vada tutto bene, benché non supportata da alcun concreto indicatore?

Perché comunque guadagnano bene!

Spiego questa frase, provocatoria solo come invito a riflettere sul futuro.

Troppo guadagno

Il campo odontoiatrico ha visto l’entrata in campo di molti competitor, non clinici ma imprenditori.

Che è un altro mestiere e lo dimostra il fatto che le tante iniziative volte a copiare l’impostazione manageriale di un network, gestite da odontoiatri, hanno tutte avuto breve e fallimentare vita.

Perché degli imprenditori si interessano del dentale?

Perché resta un settore con margini di utile assai elevati.

Per cui settore ricco mi ci ficco.

È chiaro che margini elevati restano interessanti anche se gestiti male.

Un odontoiatra che guadagna 90.000€ netti l’anno ha comunque un reddito cospicuo e tende ad accontentarsi, anche se lo ottiene in una situazione di spreco.

Anche se basta un’organizzazione efficiente, per aumentarli in breve di qualche decina di migliaia.

L’abitudine è una brutta bestia, il buon guadagno ottunde la mente e non fa percepire le maggiori potenzialità.

Spesso agli odontoiatri che mi interpellano per una “diagnosi preventiva” chiedo: lo sai che hai una Ferrari e non usi altro che la prima o al massimo la seconda marcia, vero?

Non lo sanno.

Troppa presunzione

Uno degli aspetti negativi quando ti avvicini alla vecchiaia è che presumi di essere bravo comunque, non vuoi giustamente considerare senza valore tutta la lunga pregressa esperienza.

Capita anche alle aziende, l’essere bravi e non considerare possibili cambiamenti è stata la fine per Kodak (che ha rifiutato il digitale perché guadagnava troppo con i rullini fotografici); per Blockbuster (che poteva diventare Netflix ed invece ha chiuso) o per Nokia (che ha considerato lo smartphone solo una scelta di nicchia).

Uno dei grandi aspetti positivi dell’esperienza è che può diventare il trampolino di lancio per nuovi successi.

Probabilmente l’IPhone non sarebbe nato se Apple non avesse prima venduto milioni di lettori Ipod (che poi con coraggio ha scientemente “ucciso” per un successo ancora maggiore).

Lo dico con tranquilla sicurezza, sino ad una quindicina di anni fa il mio attuale lavoro, di coach e consulente manageriale, agli odontoiatri non serviva: gli utili erano comunque più che soddisfacenti e il portafoglio ordini sempre rassicurante.

Bastava solo un po’ di sano marketing ed attenzione al mondo web.

Oggi il clinico che ritiene di essere un bravo imprenditore e di poter andare avanti da solo, senza consulenti esperti a dargli supporto, deve avere il coraggio di mettere da parte la presunzione e porsi 36 domande.

Quelle che a partire dal gennaio 2022 ho sintetizzato nelle regole basiche del management, quelle che applica qualsiasi “impresa” di successo.

Quasi mai ne trovo applicate il 50%, mentre quasi sempre l’illusione è che comunque lo studio abbia una buona organizzazione ed efficacia.

E’ solo un’illusione

Ogni attività rende molto di più se ognuno fa il suo mestiere: al titolare spettano quello di clinico e di imprenditore.

Per dare metodo manageriale spesso è indispensabile un coach, che lo supporta inizialmente per impostare:

  1. Un’organizzazione strutturata per obiettivi e delega
  2. Formando un DOM (Dental Office Manager) a gestirla nel fare

Il mio mestiere è questo.

La mia Consulenza Strategica Breve, costa meno di quanto uno creda e rende. O come rende!

In conclusione

Non ho ancora conosciuto odontoiatri titolari di studio che non guadagnassero decentemente.

Scegliere di occuparsi di odontoiatria è ancora una valida scelta ed è una balla dire che non rende più.

Però ci sono due metodi per gestirne l’area extra clinica, economica:

  1. Accontentarsi, finché dura e poi chiudi
  2. Immaginare un diverso futuro, possibile

In cui l’odontoiatra opera non più come centro operativo dello studio, che è anche essere imbuto, ma diventa il centro strategico: colui che guida il team.

Serve un minimo di formazione manageriale per il clinico, serve un DOM preparato per il fare, ma l’esperienza trova in questo ruolo il suo massimo risultato.

Con grandi soddisfazioni sia economiche che professionali, con piacevole linfa che rinvigorisce le nostre aspettative di una serena vita professionale.

L’importante è che la testa ascolti i sentimenti, quelli che ci spingono alla felicità, non accontentandosi della storia passata.

Progettando la futura, quella radiosa.

Gaetano

Post Sriptum

Non sono uno tra i centoerotti neofiti “esperti” di marketing, che risolvono tutto solo con il web marketing.

Dimenticando che tutto parte dall’organizzazione interna dello studio e dalla capacità e competenza del team e che il web viene dopo.

Io mi dedico a qualcosa di più impegnativo e gratificante: essere il coach personale per chi desidera impostare il suo studio in modo efficiente e redditizio.

Per capire se ne ho competenza guarda il mi profilo LinkedIn, fallo sempre per tutti quelli che si propongono a te come esperti!

Poi iniziamo, con lo sguardo dritto e aperto sul futuro.

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