Essere ottimista non aiuta a risolvere i problemi, è solo un’illusione. Molto meglio essere pessimista.

Pessimista non è pessimo

Anzi ritengo che essere razionalmente pessimista sia per un manager un ottimo valore aggiunto.

E lo dice uno che sembra ottimista.

Sembra, come quella vecchia e divertente battuta che dice:

“Se ti sembra di conoscere le donne hai ragione.

Ti sembra.”

Presupposto

L’apparenza è il risultato di una scelta più o meno voluta: noi scegliamo come apparire, decidiamo la nostra mimica, la pantomimica e il come vogliamo essere percepiti.

Scegliamo come desideriamo sia riconosciuta la nostra immagine pubblica e siamo bravi assai se questa risulta coordinata, credibile ed in sintonia con la nostra intima realtà.

Noi siamo forma ed apparenza. Sostanza ed immagine.

Siamo il risultato del nostro dire e del nostro agire.

Ottimista

Perché appaio ottimista?

Perché nelle consulenze, nei corsi, negli incontri mi propongo agli altri con un atteggiamento positivo e propositivo.

Posso permettermelo perché spesso parto con un vantaggio rispetto ai miei interlocutori: quello di essermi preparato prima.

Sia con una gentile signora o con un amico, con un cliente storico od uno potenziale cerco sempre di arrivare all’incontro pre- parato: cercando di prevedere ed eliminare eventuali fattori negativi che possono sorgere e minare il rapporto.

Diceva un tale:

bisogna prevedere l’imprevedibile.

Ad essere così bravi lo si diventa con una buona formazione manageriale, però vi è una cosa che è alla portata di tutti:

prevedere il prevedibile.

Che è il tipico fattore a cui un ottimista non dà importanza, fidando su se stesso in modo acritico non affronta le situazioni con la necessaria cura.

Nei casi migliori farà più fatica a raggiungere il proprio obiettivo, dovendo reagire istintivamente per superare ogni ostacolo, nei casi peggiori non lo raggiungerà perché il “Volere è potere” è una emerita balla.

Fosse così saremmo tutti dei Bezos, fidanzati con Scarlett Johansson. O con Bradley Cooper, per chi preferisce.

Volere è indispensabile per la corretta individuazione dell’obiettivo, perché bisogna avere chiara la differenza tra sogno (Scarlett) e desiderio (Lei o Lui, quello che merita la maiuscola).

Il sogno non è realistico, non ha risultati concreti da raggiungere, un metodo d’azione ed una tempificazione a darne lo stato d’avanzamento ed il controllo finale.

Il sogno è per gli ottimisti ed è molto raro a raggiungersi.

Pessimista

Il pessimista ha invece ben chiari gli aforismi di Oscar Wilde e William Shakespeare

“Non c’è mai una seconda occasione per fare una buona impressione” (Wilde)

“Abbi più di quanto mostri. Parla meno di quanto sai” (Shakespeare)

Per cui prima di un’azione, di un progetto, analizza tutte le eventuali variabili negative e immagina vari scenari, cercandovi le soluzione migliore.

Soprattutto cerca di conoscere meglio il suo interlocutore o la problematica che dovrà affrontare.

In questo internet fornisce un vantaggio enorme, spesso non capiamo quante informazioni su di noi circolino e come foto o post, diretti od indiretti, parlino e raccontino di noi.

Leggere, domandare, informarsi è il passo indispensabile per capire. E solo se hai capito dove intervenire puoi cercarne il come.

Non c’è trucco ne inganno.

Quando la tua compagna si fa bella per te o il tuo uomo ti apre la porta della macchina è un agire che ha l’obiettivo più completo al mondo: essere felici entrambi.

Non facciamo gli ipocriti, in modo inconscio tutti cerchiamo di apparire al nostro meglio.

Perché non farlo in modo metodico?

Perché non scegliere il TUcentrismo, non cercare di dare agli altri consciamente il meglio di noi stessi?

Perché non preferire la fatica del capire l’altro alla casualità?

Gli altri amano essere amati, siano amici, pazienti o clienti: perché non dare loro questo amore?

Il ritorno è spesso la creazione di un legame più profondo e duraturo.

Non è un gran bel risultato?

Parliamo di lavoro

Passando dai concetti alla concretezza ti segnalo due fondamentali azioni che preparano il tuo studio al successo:

  1. Prepara bene la prima visita, realizzando una precisa procedura in merito, non c’è una seconda occasione
  2. Ad ogni fine igiene fissa subito la prossima, può essere che il paziente non l’abbia tra le sue priorità (la tua DOM sa cosa dire?)

Poi chiamami se ti serve un professionista al tuo fianco per impostare queste o altro, sono un manager preparato.

Chiudo con un ultimo aforismo, dedicato agli ottimisti che: ci provano.

Provare costa niente.

A parte tempo, soldi e fatica

A presto sentirci,

Gaetano

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