Non è vero che non si può più avere uno studio odontoiatrico redditizio e di soddisfazione, sia economica sia professionale.

Che si è sgonfiata quella che una volta era un’ottima professione.

Lo è solo per chi rimane ancorato al passato di uno studio mono professionale a cui per prosperare bastava solo avere come titolare un bravo clinico.

Non per chi è diventato davvero anche un imprenditore.

Alla base c’è il manager

Le differenze tra uno studio mono professionale ed uno studio manageriale sono essenzialmente due:

A.     La prima riguarda il titolare, nel primo caso è un imbuto, il non sostituibile filtro per ogni decisione strategica. Nel secondo questi diventa il leader, la guida del team di professionisti che lo assiste.

B.     La seconda riguarda la persona che si occupa dell’area extra clinica: esegue solamente le decisioni del capo o si comporta da manager, prendendo decisioni? Segretaria o DOM?

L’organigramma stesso dei due studi è assai diverso.

Nello studio mono professionale non esiste, vi è solo un vertice unico con sottostante un variamente numeroso staff: persone che da lui dipendono e vengono dirette.

La struttura di una studio organizzato, manageriale, è invece basata sul team, sulla squadra, con ruoli formalizzati, accettati e basati sulle singole competenze.

In un’armonia produttiva che opera per obiettivi singoli che si sublimano in quello aziendale.

(Certo lo studio è anche un’azienda).

Gli ostacoli principali che si frappongono al passaggio da studio titolare/ centrico a studio manageriale sono quasi sempre:

  • L’eccessiva autostima dell’imprenditore
  • La formazione del team

AUTOSTIMA

È un fatto e non un opinione che oltre la metà degli attuali studi sono nati 30 e più anni fa in una situazione di mercato in cui la valenza era soprattutto clinica e la necessità di attrarre i pazienti assai blanda. Di conseguenza l’aspetto organizzativo extra clinico era semplice e relegato alla pura gestione amministrativa.

Tutta l’attenzione del clinico, unico titolare, era nell’offrire un’adeguata cura medica ai pazienti e la scelta allora funzionava, il reddito era costante e soddisfacente.

Oggi quella che resta una premessa indispensabile, la buona cura clinica, non è più sufficiente, l’adattamento alla complessità delle richieste dei pazienti/ clienti richiede un’organizzazione più strutturata.

Purtroppo a molti clinici dotarsi di un team autonomo nell’agire sembra una perdita della propria centralità ed autorità professionale.

Mentre è verità il contrario: essere anche abile imprenditore significa passare dal livello operativo (chi fa) al più importante livello strategico (chi decide).

Aggiungere all’autorità del capo l’autorevolezza del leader.

FORMAZIONE

Potrebbe sembrare lo affermi pro domo mea, dato che sono anche un formatore, ma è verità lampante per ogni manager aziendale l’ampio dilettantismo che permea molti team odontoiatrici.

In cui le capacità naturali vengono potenziate solo da esperienza diretta e buona volontà, senza metodo professionale a guidarle.

Pare che gestire con efficienza e profitto l’area extra clinica non sia considerato un mestiere da imparare, bensì banalità che si auto apprende.

Non mi stupisce più vedere lo stupore dei clinici quando presento il programma di formazione per la segretaria, per trasformarla in produttiva DOM

“Tutto questo deve saper fare?”.

E’ costante e profonda soddisfazione rivedere lo studio dopo tre mesi e sentirmi dire:

Perché non l’ho fatto prima?

Diventa un’esigenza irrinunciabile contare su capaci professionisti al proprio fianco, in primis un DOM che sa come concludere i preventivi, creare una wow experience (credimi è gran cosa), gestire meglio tutta l’attività commerciale e gestionale.

Parliamone, la chiacchierata telefonica non la fatturo mai.

A presto sentirci,

Gaetano

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