Lo diceva anche Troisi: ricomincio da tre. Perché nella vita qualcosa ho già fatto.
Non pensare che il tuo futuro sia una start up, un nuovo inizio. Immaginalo invece come uno start top: un viaggio verso l’eccellenza.
Viaggia senza controllo o stai guidando tu l’astronave verso le stelle dei tuoi desideri?
Start Top
Inizia dall’alto, specialmente se sei un medico e imprenditore sessantenne il tuo prossimo futuro comincia da te.
Dalle scelte che hai fatto e che farai a breve.
Una delle poche certezze che mi ha regalato l’esperienza è che un imprenditore ha sempre ambizione.
Che varia di obiettivo, ma non si placa con l’età.
Poi di solito possiede anche quello che viene definito intuito, quella cosa che un tempo bastava, quando la decisione di diventare dentista era di per se una scelta di successo.
In un situazione sociale in cui, tranne gli ortodontisti, tutti i neo laureati in breve tempo aprivano con profitto il loro studio.
Non conosco dentisti miei coetanei che non stiano molto bene economicamente.
Un po’ meno negli ultimi anni però e a volte con prospettive di un’attività in declino economico.
Non tale da portare alla miseria, ma che rende meno soddisfatti di prima.

La strada è diventata più impervia e la grande X rossa non la si trova più.
Che fare?
Le vie sono molteplici, ogni soluzione è in buona parte personalizzata sulle tue necessità ed i tuoi desideri, ma volendole sintetizzare sono tre le grandi scelte possibili:
- Continuare
- Migliorare
- Cambiare
Decisioni e scelte diverse tra di loro sia nell’impegno sia nei risultati attesi.
Esaminiamo i loro sviluppi probabili.
Continuare
Dipende da quanto hai messo da parte, da un lato, e da quanti anni ancora vuoi o puoi lavorare. Nel caso sia tanto il passato e poco il futuro professionale prevedibile allora la scelta più conveniente è: non cambiare.
Ti stupirà sapere che il consiglio di “mungere la vacca” è utilizzato comunemente nel marketing, sai che significa?
Che il costo del cambiamento non è conveniente e che anzi la cosa migliore è gestire l’eredità del passato, i vecchi clienti, finché mantiene ancora un flusso accettabile. Disinvestendo nei costi e massimizzando gli introiti.
Spesso in questa fase si aumentano addirittura i prezzi: sfruttando al massimo l’esistente.
Migliorare
Manca ancora tanto alla pensione o comunque il tuo sentimento non l’accetta ancora? Allora intervieni per adeguare il tuo agire alle richieste del mercato.
Il come è sempre molto variegato, però ricorda che migliorare significa soprattutto passare da un agire mono professionale, in cui tu sei il fulcro di ogni attività e rappresenti ancora l’80% o più del fatturato, ad uno manageriale.
I due fattori minimi da inserire e potenziare in un piano di miglioramento sono: il team e la delega.
Team perché le tue otto ore lavorative al giorno possono sempre aumentare, ma rappresentano comunque un imbuto. Oltre che un decadimento della qualità di vita.
Delega perché nulla cambia se il team è in realtà uno staff, ovvero un gruppo di persone sempre dipendenti dal capo, per ogni decisione.
La caratteristica fondante del team è che opera per delega, ognuno ha un ruolo di cui è responsabile.
In un team ognuno risponde dei risultati assegnati e raggiunti.
Utilizzando una metafora calcistica: al portiere viene chiesto di parare, al difensore di fermare l’avversario al centravanti di fare goal. Vince il team con più coesione, capacità e competenze acquisite.
Per capire come migliorare, l’idea più redditizia è sempre consultare un esperto esterno che osservi con occhi professionali la realtà: troppo spesso ci si innamora del nostro fare e non se ne vedono i difetti.
Cambiare
Nella vita e nelle società prospera una brutta bestia, che odia ogni possibile cambiamento alla sua comfort zone.
Si chiama abitudine.
Vi sono due casi in cui bisogna affrontarla con decisione:
- Quando la nostra vita lavorativa è ancora lunga
- Quando desideriamo continui dopo di noi, per gli eredi
Il pro è che un imprenditore un leader ha oggi a sua disposizione molte risorse.
È finito, se mai vi è stato, il periodo in cui un’azienda dipendeva solo dal suo fondatore. Oggi tra manager interni e consulenti esterni scelti bene anche una piccola realtà può impostare il suo futuro su solide basi manageriali.
Il cambiamento però prevede l’uscita dagli schemi abituali, dall’abitudine a fare sempre le stesse cose che danno gli stessi risultati.
Iniziativa semplice in teoria, ma tutt’altro che agevole nella sua attuazione.
(In un testo fondamentale, Change di Watzlawick, Weakland e Fish, si evidenzia nei sui meccanismi la complessità intrinseca di ogni cambiamento).
Personalmente anche i miei cambiamenti hanno sempre seguito questo schema:
- Insoddisfazione sulla realtà in atto, spinta primaria
- Ricerca del Problema, non dei suoi derivati, di quello con la P maiuscola
- Analisi della situazione, non del perché, ma del cosa fare per risolverla
- Esame delle varie opzioni concrete e possibili da attuare
- Piano operativo perseguito con decisione e felicità interiore
Cambiare è complesso sia nella accettazione della sua necessità, sia nella soluzione desiderata.

Concludendo
Quale che sia la tua scelta quando inizi formalizza il tuo obiettivo: definito, concreto, raggiungibile e stimolante.
Scrivilo come memorandum ed impegno, per te e i desideri che persegui raggiungere.
Perché la felicità non è certa, ma diventa più probabile se ci provi con serena decisione.
Gaetano