Tra numeri ed emozione
I numeri non sono sempre matematica, a volte sono emozioni.
L’ho sparata troppo grossa?
In realtà questa impostazione mentale deriva dalla mia cultura umanistica e dalla lunga frequentazione della psicologia.
Uno degli autori che mi hanno nel tempo aiutato ad aprire gli occhi in uno sguardo meno conformista verso il management aziendale è Giorgio Nardone.
Che nel suo recente libro Psico Economia afferma:
dire che siccome utilizzo una scienza esatta, il procedimento non può essere che perfetto ed il risultato garantito … rappresenta un autoinganno cognitivo, assai pericoloso perché alimenta l’illusione di procedere e gestire i vari passaggi “protetti” dalla salvaguardia di una indiscutibile verità metodologica.
Spesso noi crediamo nei numeri perché li riteniamo perfetti ed indiscutibili, ma i numeri non sono la realtà, sono solamente un’invenzione che noi usiamo per misurarla e capirla bene.
Ne sono solo una rappresentazione, che può essere vista e tradotta in modi diversi e personali.
Partiamo da qui, da un argomento che ribatto costantemente: se il tuo buon senso ti dice che vi è qualcosa di sbagliato nei numeri è assai probabile che così sia.
Fermati ed esamina di nuovo i numeri, fidati di te.

Una piccola autocitazione
Probabilmente lo sai, ho scritto un piccolo longseller sul marketing, non dedicato all’odontoiatria, ma ai neofiti ambiziosi che vogliono iniziare a fare marketing.
O almeno a capirlo.
Il simpatico schema grafico è di un autore a me sconosciuto, ma la valenza della frase che mi ha suscitato deriva dalla mia lunga esperienza aziendale.

Dove non esiste un atteggiamento passivo o auto-consolatorio sui problemi:
è così e non ci posso fare nulla
Bensì un atteggiamento mentale basato sul problem solving: vi è un problema?
Lo si deve risolvere.
Qui faccio un passo laterale per rispondere al dubbio che ti può essere sorto che a me i numeri non interessino: tutt’altro!
Sono indispensabili ed oggi tanto torno al Manzoniano “sciacquare i panni in Arno” sedendomi come discente al corso sul controllo di gestione che conduce il mio amico e assai competente collega, Alessandro Silva.
Però è scorretto basare le proprie decisioni sui numeri, senza cercare di interpretarli.
Per questo la mia prima “diagnosi” in uno studio parte prima dalla conoscenza del titolare, da suoi bisogni e desideri, poi da quella del team, etc. e solo in ultimo analizza i dati numerici: quando ho capito da cosa derivano.
I numeri vanno letti
A volte il problema esiste anche se i numeri sembra dicano il contrario.
Non sono buoni i numeri di quel medico di 65 anni che vuole vendere uno studio il cui operare incide ancora per il 72% di fatturato: anche se oggettivamente va bene, a chi lo vendi uno studio basato su di te?
Sono preoccupanti i numeri di quello studio che consente ancora un tenore di vita dignitoso al suo titolare, ma che negli ultimi 7 anni non ha investito un centesimo per l’innovazione, in un mercato competitivo corre rischi serissimi di un decremento verticale nell’attrarre nuovi clienti.
Il problema esiste
Anche per quello studio che è in continuo incremento di fatturato il problema esiste, se costringe titolare e team a 10 ore di lavoro al giorno, senza riuscire ad impostare un nuovo metodo operativo che consenta di gestire tale aumento con metodi e procedure nuove.
Si può soffrire anche per il troppo successo.
In conclusione
E’ possibile che i tuoi calcoli siano esatti: ma ascolta anche la tua pancia.
E se hai bisogno di consigli od anche semplicemente di qualcuno che ti ascolti, io sarò un coach forte al tuo fianco.
A presto sentirci
Gaetano