Uno per tutti. Tutti per uno.
Ognuno lo intende a modo suo questo motto di A. Dumas.
Spesso il piccolo imprenditore privilegia la seconda parte, è per questo che rimane piccolo.
Uso il termine piccolo nella sua definizione tecnica, quando mi rivolgo ai titolari di studio odontoiatrico è dato di fatto che dal punto di vista economico la loro attività è assimilabile ad una PMI (piccola media impresa) con volume d’affari che mediamente oscilla intorno ai 300.000€ e raramente supera il milione.
Usualmente con questa netta differenziazione: o il titolare è ancora un mono professionista, che incide perl’80% sul fatturato dello studio o ha effettuato il grande passo imprenditoriale.
Quello della delega.
Tutti per uno
Non funziona bene, o almeno è limitante, il pensare che tutti per uno significhi: tutto lo staff lavora per me, per rendere sempre produttivo il mio lavoro.
Nello spirito dei tre moschettieri il significato è ben diverso, è inteso come:
“Chiunque di noi abbia bisogno di aiuto sa di poter sempre fare affidamento sugli altri”.
Con la sostanziale differenza che esiste tra il concepire gli altri come uno staff, tutti per me, o come un team: ognuno con il suo ruolo aiuta la squadra.
- Lo staff ha nel titolare la sua forza, ma anche il suo imbuto.
- Il team nel titolare ha la sua guida, il leader.
Quello che rema assieme a lui.

Uno per tutti
Farsi carico della guida, assumere la responsabilità del team è infatti la caratteristica della leadership.
Che è fondamentale, perché non c’è democrazia in azienda!
Non si decide a maggioranza, le scelte sono di competenza di chi per autorità od ancor meglio per autorevolezza a questo è delegato.
Per questo cedere il potere è difficile: significa accettare che alcune decisioni vengano prese da altri.
Che non è un minus anzi è la potente base di una struttura articolata, quella composta anche da manager.
Struttura che ha un vertice, un leader che si assume le decisioni strategiche e dei manager competenti che con tale linea guida operano autonomamente e rispondono dei risultati raggiunti.
Le parole magiche sono manager e competente.
- Manager è colui che gestisce: non riceve ordini, bensì obiettivi.
- Competente è colui che è esperto nel fare, nel suo ambito migliore anche del titolare.
In una struttura di tal genere tutti sono interconnessi per il bene superiore dell’azienda, società, dello studio nel suo complesso.
(Il secondo passo della mia “Consulenza strategica breve” è proprio questo: la stesura formale delle linee guida operative.
Come agire
Prendendo delle decisioni imprenditoriali, di cui la prima è: cosa desidero dal mio futuro?
De-siderare: qual è la stella che voglio raggiungere?
Le opzioni di base sono:
- a) Essere il titolare di uno studio mono professionale
- b) Sviluppare appieno la scelta intrapresa con la libera professione
Nel primo caso il successo arriva essenzialmente da due fattori: una lunga carriera, un’eccellenza clinica.
La lunga carriera quasi sempre accompagna il dentista verso una serena pensione, pur se in costante decremento degli utili e perdita di valore economico dello studio.
Il beneficio maggiore che questa scelta offre è la possibilità di dedicarsi a ciò che davvero si preferisce, sia dedicarsi alla estetica periorale o al golf.
L’eccellenza clinica consente il posizionamento in una fascia con meno competitor e la conseguente capitalizzazione di un ruolo fortemente concentrato sul professionista che esegue la prestazione: il numero 1 del LASER, della conservativa o altro.
(Si può essere anche il numero 1 in uno specifico segmento di mercato, ad esempio in provincia di Vercelli uno studio si è impostato decisamente come “il dentista per il sorriso femminile”)
Nel secondo caso l’obiettivo diventa quello di evolversi come brand di garanzia.
In cui il paziente ha qualità e competenza garantiti dal titolare dello studio, ma spesso le cure operative sono effettuate da un altro collega:
“in questo migliore di me”.
(Attenzione questo passaggio richiede molta competenza manageriale, non incasinarti, chiedi supporto).

La strada giusta
È quella che soddisfa i desideri professionali e personali del medico, dell’imprenditore, della persona.
Non esiste una strada giusta per definizione, dipende da quello che tu vuoi nella vita.
(Non a caso il mio secondo libro si titola così: Marketing Tucentrico)
Nelle mie consulenze questo è sempre il primo passo da capire e formalizzare come decisione:
cosa desidero dal mio futuro.
Al di là dei sogni è fondamentale trovare l’obiettivo concreto, perseguibile, stimolante che porta alla realizzazione del proprio desiderio.
Poi arrivarci è questione di metodo ed esperienza.
Parliamone assieme.
PS
La foto è tratta dal film “I moschettieri del re”, te lo consiglio: molto divertente e recitato benissimo.